Oggi

Tulliani finisce in trappola da solo

IL PROTAGONIS­TA DELLO SCANDALO DELLA CASA DI MONTECARLO S’ È RIFUGIATON­E GLI EMIRATI. RINTRACCIA­TODA UN INVIATODI GILETTI, CHIEDE AIUTOALLA POLIZIA CHE ARRESTA ILGIORNALI­STA. EQUANDOSI ACCORGECHE­LUI STESSOÈRIC­ERCATO, LOSBATTE INGALERA

- Di Giuseppe Fumagalli

Giancarlo Tulliani è un furbo. Apartire dalla casa di Montecarlo, uscita dal patrimonio di Alleanza Nazionale nel 2008 ed entrata nella sua disponibil­ità nel 2009 per circa un sesto del suo reale valore, se l’è sempre cavata di lusso. Ma questa volta ha fatto un clamoroso autogol e ora si trova alle soglie del deserto arabico, rinchiuso nella prigione centrale di Dubai, in attesa che i magistrati locali decidano se estradarlo in Italia, dove è indagato per riciclaggi­o. Inseguito da un mandato di cattura internazio­nale, Tulliani neimesi scorsi si era allontanat­o dall’Italia e aveva dato inizio a una latitanza dorata a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti. E, visto che mai nessuno lo aveva cercato, deve essersi convinto di essere un intoccabil­e. Giovedì 2 novembre ha però fatto male i suoi conti. All’aeroporto diDubai, mentre accompagna­va la fidanzata Federica Papadia all’imbarco, Tulliani è stato avvicinato dal giornalist­a Daniele Bonistalli che voleva fargli un’intervista da mandare in onda nel programmaN­on è l’Arena condotto da Massimo Giletti su La 7. Il cognato di Gianfranco Fini non hamai gradito le intrusioni dei media e dopo aver accennato qualche risposta, si è messo improvvisa­mente a correre. È andato alla stazione di polizia dell’aeroporto e ha segnalato il cronista sostenendo che lo stava importunan­do. «Tulliani ha fatto di tutto per farci arrestare», avrebbe commentato più tardi Bonistalli, «era molto sicuro di sé e dei suoi mezzi».

SI ROVESCIANO LE PARTI

I poliziotti infatti hanno subito bloccato il giornalist­a, ma non appena la denuncia è stata inserita a terminale il computer ha segnalato che c’era un problema. Il nome, gli estremi anagrafici e di residenza del denunciant­e coincideva­no con quelli di un ricercato su cui pendeva un mandato

d’arresto internazio­nale per riciclaggi­o, spiccato dal giudice delle indagini preliminar­i di Roma Simonetta D’Alessandro. Il ribaltamen­to di scena è stato immediato. La polizia di Dubai ha rimesso in libertà il giornalist­a Bonistalli e ha trattenuto invece il cognato di Fini.

NON L’AVEVANO TROVATO

Il provvedime­nto, secondo le forze di polizia degli Emirati, non era stato eseguito nei mesi precedenti in quanto Tulliani si era reso irreperibi­le. Ma come dice il proverbio, se la montagna non va a Maometto, sarà Maometto ad andare alla montagna e dal momento in cui il ricercato si è presentato spontaneam­ente in un comando, fornendo tutte le sue generalità, l’arresto è diventato inevitabil­e. Ora, prima di concedere o meno l’estradizio­ne, i giudici emiratini avranno 40 giorni per esaminare il caso che ruota intorno ai rapporti della famiglia Tulliani con l’imprendito­re Francesco Corallo, il “re” delle slot machine arrestato a dicembre 2016, per attività di riciclaggi­o alimentate dal mancato pagamento delle imposte sul gioco on line e lemacchine­tte. Tra le operazioni sospette figura anche la casa di Montecarlo che sarebbe stata acquistata da società legate all’imprendito­re Corallo che poi avrebbe girato il denaro alla famiglia Tulliani.

IL CASO MATACENA

«Alla fine penso che finirà tutto in una bolla di sapone, l’estradizio­ne non sarà concessa e Tulliani se ne tornerà libero», commenta Amedeo Matacena, ex deputato di Forza Italia, condannato in via definitiva per concorso esterno in associazio­ne mafiosa, e dal 2013 residente a Dubai. «Anch’io sono stato arrestato qui», continua Matacena, «ma nonostante una condanna definitiva, i giudici non mi hanno consegnato alle autorità italiane e mi hanno rimesso in libertà. Non posso spostarmi, mi sento vittima di una vicenda che ha distrutto lamia vita e quella dei miei famigliari. Ma sono libero e presto racconterò tutto in un libro».

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