Oggi

Epensare che le sirene erano uccelli!

SECONDO LA LEGGENDA, FURONO LORO A FONDARE NAPOLI. E PROPRIO ANAPOLIOGG­I SI IMMAGINA ILLORO RITORNO. COSA C’ È DIETRO IL MITO

- Di Erika Riggi

Pensa come sarà bello, Ares, avere una famiglia insieme, con tante sirenette e tanti tritoncini». In prima serata su Rai 1, a esprimere il suo sogno di felicità insolito e rassicuran­te è una donna-pesce: una Valentina Bellé di carne e squame, coda e petto nudo, protagonis­ta della fiction più audace del palinsesto televisivo. Scordate Gomorra. Questa volta Napoli è la città delle sirene, da una sirena secondo il mito fondata e da quattro sirene per fiction abitata: oltre a Yara (la Bellé), ci sono la matriarca Marica ( Maria Pia Calzone, l’indimentic­abile Donna Imma di Gomorra), Irene ( Denise Tantucci) e Daria ( Rosy Franzese). Ideata da Ivan Cotroneo e diretta da Davide Marengo, la fantasy comedy vanta la presenza di Ornella Muti (sirena zia che fugge a Miami), e di un Luca Argentero che parla napoletano (lui così torinese) e che ha forse contribuit­o ai buoni ascolti delle prime puntate. Applausi e sorrisi, dunque, dai divani di tutta Italia: perché è una fiction ben fatta? Non solo. Se l’incontro-scontro con il diverso (maschile-femminile, umano-acquatico) va in scena ben condito da ironia, piace anche perché ci fa riscoprire il fascino di un mito che è senza tempo in senso proprio.

DIVORATRIC­I DI MARINAI

Dagli Assiri Babilonesi al logo delle caffetteri­e Starbucks, passando per gli avvistamen­ti in alto mare e per tanto cinema (da Splash – Una sirena

a Manhattan con Daryl Hannah, a Sirene, con Cher), la sirena è il mostro - dal latino monstrum, «prodigio, portento» - più pop, quello cui è impossibil­e resistere. Angeli cacciati dal paradiso, amanti del ballo e spesso assimilate alle foche secondo la mitologia del nord Europa, erano metà donne e metà uccelli, e non pesci, secondo gli antichi Greci: con il loro canto (“sir”, “canto”, potrebbe essere la radice semitica del nome), attiravano i marinai per farli naufragare, rapirli o addirittur­a divorarli.

SONO LA PROVA CHE ANCHE QUELLO CHE CI FA PAURA PUÒ ESSERE BELLISSIMO

COLOMBONON CI CREDEVA

Ma Ulisse, racconta Omero, per ascoltarne la voce senza subirne gli effetti si fa legare a un albero della nave e ai marinai riempie le orecchie di cera. Un gesto che la dice lunga sul potere di seduzione della sirena sull’uomo: in ambiente marino esiste, si sa, il tritone, figurina di secondo piano considerat­o che è all’adescament­o dell’umano bipede che la donna-pesce è destinata, dalla Sirenetta di Andersen al’Argentero napoletano. Da Cristoforo Colombo - che diceva di non crederci - in giù, erano soprattutt­o gli uomini dimare a dire di avere visto le sirene. Per ragioni di opportunit­à, ma anche psicologic­he: quale migliore miraggio sessuale, per un uomo frustrato dalla solitudine della navigazion­e, di una bella dea sorgente dai flutti? A questi avvistamen­ti si aggiungano quelli dei naturalist­i attratti dall’insolito: le individuav­ano in dugonghi e lamantini, mammiferi marini dalle mammelle pronunciat­e, ma anche in pesci vagamente umanoidi o resi tali. Se nei luna park di inizio ‘900 venivano presentate le donne foca, affette da sirenomeli­a (rara malformazi­one che si caratteriz­za per una fusione delle gambe), c’erano esemplari di false sirene nelle Wunderkamm­er, le camere delle curiosità dei collezioni­sti nel Cinque e Seicento, e anche nei baracconi come quello del celebre P.T. Barnum(la sirena delleFiji) e, in anni più recenti, come falsi, anche nei musei (diMilano, di Londra...). Qualcuno li costruiva, unendo busti di scimmia e corpi di pesce o aggiungend­o dettagli umanoidi a corpi di squalo; i falsari ne facevano commercio.

ATTRAE E ATTERRISCE

Nel 2009, il consiglio comunale di Kiryat Yam ( Haifa) promise un milione di dollari a chi avesse provato che la donna-pesce avvistata sulle coste israeliane era una sirena: avrebbe garantito orde di turisti. Tra l’orrido e il meraviglio­so, la donna-pesce attrae spaventand­o: più degli animali ibridi della mitologia, di chimere, fauni e minotauri. Più degli esseri misteriosi della criptozool­ogia, i Chupacabra, i mostri di LochNess e gliYeti. È il divino che irrompe e si fonde con l’umano, garantendo, tanto per cominciare, che il divino c’è. È la prova che anche quello che non ci assomiglia, e magari ci fa paura, può essere bellissimo. Ma ci dice anche che l’uomo è sempre in cerca di qualcosa di nuovo, mai visto, persino difforme, magari strambo, purché sia nuovo. Anche in tv.

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Il tritone Ares scappa sulla terra
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