Oggi

Amanda fa la vamp e piange Meredith

LA K NO X HA RICORDATO IN UN TOCCANTE ARTICOLO LA COINQUILIN­A UCCISA. INTANTO, SFOGGIA UN NUOVO TATUAGGIO ESI PREPARA ALLE NOZZE DELLA SORELLA. EADHALLOWE­EN SI È MASCHERATA DA“FIDANZATA” DISHERLOCK­HOLM ES: UNAFR ECCI ATAALPMMIG NINI?

- Di Frank Sfarzo

Amanda torna a dar spettacolo su Instagram, dove si presenta travestita da Irene Adler, la fascinosa compagna di Sherlock Holmes, mentre il fidanzato Chris impersona il mitico investigat­ore inglese. Tra una foto e l’altra, però, è trascorso il decennale della morte di Meredith. Amanda non dimentica l’amica, ed è la prima a celebrarla, con un articolo sul giornale diWest Seattle per cui collabora. Rivendica proprio il diritto di poterla anche lei piangere, dato che, spiega, «certo, c’erano persone più vicine a lei, ma noi eravamo molto amiche».

«MI PRESTÒ I COLLANT, COME UNA SORELLA»

«Dieci anni fa, la mia amica è stata violentata e assassinat­a da un ladro mentre era rimasta sola nell’appartamen­to che condividev­amo». Così esordisce Amanda, partendo non dal momento in cui tutto iniziò per lei, e cioè il giorno dopo, quando si accorse della scomparsa dell’amica e dette l’allarme, facendo scoprire il delitto, ma proprio dalla tortura vissuta da Meredith nell’unico momento in cui si trovò purtroppo sola nella solitament­e affollata villetta di via della Pergola, a Perugia. E partono i ricordi di Amanda, tenuti in serbo per necessità ( li avesse scritti prima, chissà che clamore e quanti insulti) e un po’ per una virtù che non le è mai stata riconosciu­ta: il pudore. Sono gioie minute, sprazzi di vita quotidiana. «Quella volta che arrancavam­o per strada verso casa, cercando di non essere investite mentre portavamo a turno i fardelli d’acqua appena comprati», scrive la Knox. «Quando prendevamo insieme il sole sul balcone, lei leggeva il suo romanzo mentre io provavo Hey Ya alla chitarra», prosegue. «Quando sorseggiav­amo il nostro espresso, mentre Laura e Filomena guardavano le telenovele, e Meredith si compliment­ava conme perchémi limitavo amangiare due biscotti mentre lei si sarebbe finita tutto il pacchetto», sorride. Una collezione di piccole, grandi complicità: «Quella volta che scoprii un ‘buco’ che vendeva vestiti vintage e corsi a dirlo a Meredith. Ci andammo subito, e lei comprò un abito scintillan­te degli Anni 60 dicendo che se lo sarebbe messo per il capodanno a casa». «Quell’altra volta che mi dette la macchinett­a e si fece scattare una foto di lei alla finestra con tutta l’incredibil­e vista sottostant­e». «Ricordo che amavo il suo accento. E che bello quella volta che, come una sorella maggiore, mi prestò i suoi collant». Giunge, Amanda, all’ultimo giorno, quando Meredith uscì per andare alla cena con le amiche inglesi: «Salutandol­a l’aiutai amettersi la borsa a tracolla». Non la rivedrà mai più. Tutto il resto è orrore: «Ricordi vicini, ma molto distanti, perché devo scavare attraverso un decennio di sofferenze per raggiunger­li. I miei ricordi di Meredith sono sepolti sotto le orribili

foto dell’autopsia e i filmati delle scene del crimine che ho dovuto vedere, sotto gli insulti che mi hanno tirato addosso, le minacce di morte che ho ricevuto (e ancora ricevo), le false accuse che ho combattuto, gli anni di carcere ingiusto che ho sopportato». E ancora «i titoli diffamator­i che contrappon­evano i nostri nomi e le nostre facce, ingiustame­nte confondend­o la sua morte con la mia identità». Ha tanti episodi da rivelare, Amanda, e anche tanti stati d’animo da condivider­e, sfuggiti persino al suo libro, dettato da logiche editoriali che vole- vano un prodotto snello e già strutturat­o come un film. A quell’orrore che ancora la tormenta, Amanda cerca di sfuggire con la leggerezza dei preparativ­i del matrimonio della sorella, con la futilità dell’ultimo tatuaggio, due piccioncin­i innamorati, o con i suoi travestime­nti per Halloween, che, come l’anno scorso, contano sulla collaboraz­ione del fidanzato Chris Robinson, che si cala con aplomb nei panni di Sherlock Holmes. Amanda, come detto, si è travestita invece da Irene Adler, l’unica donna che fece perder la testa al più gran- de e distaccato detective della storia della Letteratur­a. E c’è chi su Twitter nonmanca di fare paralleli, ricordando che anche il pm perugino Giuliano Mignini - che per il delitto Kercher fece arrestare lei, Patrick Lumumba e Raffaele Sollecito, tutti poi risultati innocenti - fuma la pipa ed è un grande appassiona­to di Sherlock Holmes ( lo ha dichiarato lui stesso nel documentar­io prodotto da Netflix Amanda Knox). Che Amanda, tra un ricordo e l’altro della sua amica Meredith, abbia voluto scoccare una frecciatin­a al suo peggior nemico?

 ??  ?? IL DETECTIVE CON LA PIPA A sinistra, Meredith Kercher, uccisa nella notte tra il 1° e il 2 novembre del 2007: aveva 21 anni. A destra, il pm Giuliano Mignini, 67: è stato promosso Sostituto Procurator­e Generale.
IL DETECTIVE CON LA PIPA A sinistra, Meredith Kercher, uccisa nella notte tra il 1° e il 2 novembre del 2007: aveva 21 anni. A destra, il pm Giuliano Mignini, 67: è stato promosso Sostituto Procurator­e Generale.
 ??  ??
 ??  ??
 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy