Amanda fa la vamp e piange Meredith
LA K NO X HA RICORDATO IN UN TOCCANTE ARTICOLO LA COINQUILINA UCCISA. INTANTO, SFOGGIA UN NUOVO TATUAGGIO ESI PREPARA ALLE NOZZE DELLA SORELLA. EADHALLOWEEN SI È MASCHERATA DA“FIDANZATA” DISHERLOCKHOLM ES: UNAFR ECCI ATAALPMMIG NINI?
Amanda torna a dar spettacolo su Instagram, dove si presenta travestita da Irene Adler, la fascinosa compagna di Sherlock Holmes, mentre il fidanzato Chris impersona il mitico investigatore inglese. Tra una foto e l’altra, però, è trascorso il decennale della morte di Meredith. Amanda non dimentica l’amica, ed è la prima a celebrarla, con un articolo sul giornale diWest Seattle per cui collabora. Rivendica proprio il diritto di poterla anche lei piangere, dato che, spiega, «certo, c’erano persone più vicine a lei, ma noi eravamo molto amiche».
«MI PRESTÒ I COLLANT, COME UNA SORELLA»
«Dieci anni fa, la mia amica è stata violentata e assassinata da un ladro mentre era rimasta sola nell’appartamento che condividevamo». Così esordisce Amanda, partendo non dal momento in cui tutto iniziò per lei, e cioè il giorno dopo, quando si accorse della scomparsa dell’amica e dette l’allarme, facendo scoprire il delitto, ma proprio dalla tortura vissuta da Meredith nell’unico momento in cui si trovò purtroppo sola nella solitamente affollata villetta di via della Pergola, a Perugia. E partono i ricordi di Amanda, tenuti in serbo per necessità ( li avesse scritti prima, chissà che clamore e quanti insulti) e un po’ per una virtù che non le è mai stata riconosciuta: il pudore. Sono gioie minute, sprazzi di vita quotidiana. «Quella volta che arrancavamo per strada verso casa, cercando di non essere investite mentre portavamo a turno i fardelli d’acqua appena comprati», scrive la Knox. «Quando prendevamo insieme il sole sul balcone, lei leggeva il suo romanzo mentre io provavo Hey Ya alla chitarra», prosegue. «Quando sorseggiavamo il nostro espresso, mentre Laura e Filomena guardavano le telenovele, e Meredith si complimentava conme perchémi limitavo amangiare due biscotti mentre lei si sarebbe finita tutto il pacchetto», sorride. Una collezione di piccole, grandi complicità: «Quella volta che scoprii un ‘buco’ che vendeva vestiti vintage e corsi a dirlo a Meredith. Ci andammo subito, e lei comprò un abito scintillante degli Anni 60 dicendo che se lo sarebbe messo per il capodanno a casa». «Quell’altra volta che mi dette la macchinetta e si fece scattare una foto di lei alla finestra con tutta l’incredibile vista sottostante». «Ricordo che amavo il suo accento. E che bello quella volta che, come una sorella maggiore, mi prestò i suoi collant». Giunge, Amanda, all’ultimo giorno, quando Meredith uscì per andare alla cena con le amiche inglesi: «Salutandola l’aiutai amettersi la borsa a tracolla». Non la rivedrà mai più. Tutto il resto è orrore: «Ricordi vicini, ma molto distanti, perché devo scavare attraverso un decennio di sofferenze per raggiungerli. I miei ricordi di Meredith sono sepolti sotto le orribili
foto dell’autopsia e i filmati delle scene del crimine che ho dovuto vedere, sotto gli insulti che mi hanno tirato addosso, le minacce di morte che ho ricevuto (e ancora ricevo), le false accuse che ho combattuto, gli anni di carcere ingiusto che ho sopportato». E ancora «i titoli diffamatori che contrapponevano i nostri nomi e le nostre facce, ingiustamente confondendo la sua morte con la mia identità». Ha tanti episodi da rivelare, Amanda, e anche tanti stati d’animo da condividere, sfuggiti persino al suo libro, dettato da logiche editoriali che vole- vano un prodotto snello e già strutturato come un film. A quell’orrore che ancora la tormenta, Amanda cerca di sfuggire con la leggerezza dei preparativi del matrimonio della sorella, con la futilità dell’ultimo tatuaggio, due piccioncini innamorati, o con i suoi travestimenti per Halloween, che, come l’anno scorso, contano sulla collaborazione del fidanzato Chris Robinson, che si cala con aplomb nei panni di Sherlock Holmes. Amanda, come detto, si è travestita invece da Irene Adler, l’unica donna che fece perder la testa al più gran- de e distaccato detective della storia della Letteratura. E c’è chi su Twitter nonmanca di fare paralleli, ricordando che anche il pm perugino Giuliano Mignini - che per il delitto Kercher fece arrestare lei, Patrick Lumumba e Raffaele Sollecito, tutti poi risultati innocenti - fuma la pipa ed è un grande appassionato di Sherlock Holmes ( lo ha dichiarato lui stesso nel documentario prodotto da Netflix Amanda Knox). Che Amanda, tra un ricordo e l’altro della sua amica Meredith, abbia voluto scoccare una frecciatina al suo peggior nemico?