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« Vi insegno a riconoscer­e le bufale »

«CREDERE ALLE BALLE DELWEB È PERICOLOSI­SSIMO», DICE GABRIELA JACOMELLA. CHEQUI CI SPIEGACOME­NASCONO LE FAKE NEWS, CHI CI GUADAGNA E COME CI SI DIFENDE

- Fiamma Tinelli

Un bel giorno di fine estate, sulle bacheche social della Valtellina appare la foto di un manifesto. «Attenzione: per evitare la diffusione nel nostro territorio dell’influenza suina è vietata la raccolta di funghi porcini», recita la scritta a caratteri cubitali, con tanto di testata dell’Azienda sanitaria locale. Panico. In una zona dove andar per funghi la domenica è uno sport nazionale, la gente si spaventa. Le telefonate al Comune e alla Asl non si contano, al bar non si parla d’altro per giorni. Finché non salta fuori la verità: un paesano burlone s’era inventato tutto. L’influenza suina non si diffonde coi funghi e in Valtellina non ci sonomai state epidemie, ma in molti ci sono cascati. «In questo caso si può parlare di un esempio di satira incompresa», sorrideGab­riela Jacomella, autrice de Il falso e il vero (Feltrinell­i), manua- le anti-bufale per teenager e adulti appena approdato in libreria. «Il problema è quando le fake news, ovvero le notizie false, toccano temi importanti come l’immigrazio­ne, la salute, la politica. Creando una disinforma­zione che offusca la capacità di capire e di prendere delle decisioni». Come nasce una bufala? «In diversi modi. C’è chi si inventa una notizia di sana pianta per avvalorare una visione politica o ideologica, chi lo fa per divertirsi e chi diffonde in buona fede notizie che pensa essere utili, come la targa di una leggendari­a auto di rapinatori che gira per tutta Italia in cerca di villette da derubare. Fake news possono essere una notizia, un dato, una foto manipolata o fuori contesto che diventano virali, ovvero si diffondono con grande velocità». di Quali sono le più pericolose? «Quelle che, snocciolan­do dati o citando fantomatic­i decreti, sembrano verosimili. Tempo fa girava in Rete un testo che denunciava come il Parlamento avesse approvato una legge per concedere la patente gratis a tutti gli immigrati. Peccato che il presunto “nuovo” articolo del Codice della stra-

NON BISOGNA MAI FIDARSI DI CHI NON CITA LA FONTE E SCRIVE IN UN ITALIANO STENTATO

da, il 126 ter, non esista: dal 126 bis nel Codice si passa al 127». È vero che una falsa notizia può influenzar­e anche le elezioni? «Certo, basti pensare a cos’è successo nel 2016 durante la campagna presidenzi­ale Usa. Ad Austin, Texas, era in programma una marcia di protesta contro Trump quando un certo Eric Tucker notò una lunga coda di bus sotto casa sua. Dopo averla fotografat­a, Eric postò l’immagine sui social accusando i democratic­i di aver assoldato centinaia di persone e di averle portate ad Austin per manifestar­e contro Trump. Nel giro di poche ore il post conteggiò centinaia dimigliaia di condivisio­ni, i repubblica­ni insorsero. Ci vollero tre giorni perché venisse fuori la verità: i pullman erano quelli di un convegno informatic­o. Ma l’opinione pubblica, ormai, era condiziona­ta». L’inesistent­e donna con tre seni, le false foto hot di Maria Elena Boschi: cosa ci si guadagna a postare una bufala inventata di sana pianta? «Soldi. Se si possiede un sito di bufale che riceve migliaia di visite - e sul web ce ne sono molti - la pubblicità è interessat­a ad apparirvi. Magari per ogni clic si guadagnano solo pochi centesimi, ma se si crea una bufala abbastanza attraente da diventare virale, i soldi arrivano». Come si riconosce una fake

news? E come ci si difende? «Mai fidarsi di testi che non citano la fonte delle informazio­ni, che cominciano con frasi come “non vogliono che lo sappiate, ma...”, che usano un italiano stentato. Molti siti di fake news hanno nomi che storpiano quelli di vere testate giornalist­iche, come Il Fatto Quotidaino o la Nozione: controllar­e che la notizia sia uscita su siti d’informazio­ne affidabile è fondamenta­le. Ma il modo migliore per difendersi è sempre il fact checking, ovvero la verifica dei fatti: se la notizia cita una ricerca introvabil­e altrove, se l’immagine che la correda vi sembra manipolata, se il post è anonimo, la bufala è in agguato».

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