« Mi danno del cattivo perché non sono ipocrita »
«SE PENSO UNA COSA, LA DICO, ANCHE QUANDO NON DOVREI », SPIEGAI L CONDUTTORE DE I FATTI VOSTRI. E SVELA ANCHE IL SUOLATO PATERNO :« CON LE MIE FIGLIE SONO MODERNO»
Ho 70 anni, una bella cifra tonda. Ma vorrei smentire la notizia che voglio lavorare fino a 100». Giancarlo Magalli è colto, intelligente e ha quella giusta dose di sarcasmo e ironia che lo rende uno dei protagonisti della televisione italiana e il re dei dibattiti social. Quest’anno ha festeggiato i 70 anni d’età e i 40 anni di carriera. È tutti giorni in diretta alle prese con la conduzione de I fatti vostri, un programma che riesce ancora a divertirlo. Se dovesse pensare al suo prossimo futuro da pensionato, come si vede? «Non ho paura del pensionamento, fa parte dell’ordine naturale delle cose. L’idea di potermi riposare stando in salute non mi dispiace. Mi piacerebbe dedicarmi alle mie figlie. Vorrei viaggiare di più con loro». A 70 anni si comincia a fare un bilancio? «Faccio bilanci tutti i giorni e sono sempre sereni. C’è stato solo un periodo lontano in cui litigai con un dirigente Rai che mi tenne fermo un anno e mi feci qualche domanda. Oggi lui è un dimenticato qualunque e io continuo a stare al mio posto». Qual è la qualità necessaria per fare tv per così tanti anni? «Non dipende molto da noi. È il pubblico che decide quando è il mo- mento in cui devi andartene. Io sono sempre pronto ad accogliere eventuali indicazioni in tal senso, finora non sono arrivate. Se uno lavora con onestà e voglia di divertirsi, gli anni passano. Ancora oggi entro dentro alle storie che racconto, mi commuovo, m’indigno e mi emoziono». Si è mai pentito d’aver detto cose che magari poteva non dire? «Sì, centinaia di volte, ma non è un problema. Se dico una cosa è perché la penso, e quasi sempre è vera. Certo, sovente potrei farne a meno». Si ritiene un buono o un cattivo? «Sono un buono, anzi buonissimo, ma sono anche molto onesto. Se penso una cosa, la dico, anche quando non dovrei. E qualche nemico me lo faccio. Il cattivo è quello che dice cose non vere per fare male. Io dico cose vere che possono fare male, ma cerco sempre di non esagerare. È l’amore per la battuta che mi porta a essere un pochino pungente, ma mai privo di fondamento. Tra gli amici e chi mi vuole bene, ho fama di essere generoso e altruista. In tv ci sono molti miei colleghi che sembrano buoni ma in realtà sono cattivi». Mi ha detto del desiderio di viag-
giare più spesso con le sue figlie. Che padre è lei? «Molto amichevole, affettuoso e moderno, sia con Manuela che con Michela. Mi considerano un padre simpatico. Sono donne intelligenti. Ogni tanto vedo anche le loro madri, le mie ex mogli (Carla Crocivera e Valeria Donati, ndr). Non ho rotto i rapporti con nessuna, l’amicizia e l’affetto sono rimasti». È spesso circondato da donne. Quindi conoscerà benissimo il mondo femminile. «Con mia figlia piccola mi tengo al corrente del mondo dei giovani, sul loro linguaggio, su quello che pensano e do consigli generici sulla vita sentimentale. Gli uomini ora si spinzettano le sopracciglia, si radono i peli del petto, fanno cose che alle donne fanno orrore ( ride, ndr). Io sono ancora una compagnia piacevole per le donne perché le faccio ridere e sono affettuoso». Come deve essere la conduttrice perfetta? «Non c’è una conduttrice perfetta, dipende dal programma che fa. Ma ci sono degli accorgimenti. Non deve essere troppo presente in scena e se ci sono persone più esperte deve sapersi affidare ai consigli che le vengono dati». Com’è lavorare con Laura Lena Forgia, la nuova “valletta” che l’affianca a I fatti Vostri? «Laura è una persona dolce. Accetta i consigli, sta al suo posto. È bella e intelligente. È una compagna di lavoro piacevole». Qualche settimana fa, durante un gioco telefonico, è stato “bacchettato” in diretta dal regista Michele Guardì. Che effetto fa? «Ma non diciamo sciocchezze! Come ha ammesso Laura, l’errore l’aveva fatto lei». Qual è il peggiore collega con cui ha lavorato? «Non mi viene in mente ( ride, ndr). Si sa con chi non sono andato d’accordo, e non vorrei tornarci».