Oggi

« Vi spiego perché odio mia sorella »

PERLA PRIMA VOLTALA SHOWGIRL( E REGISTA) PARLA DEL SUO CONTROVERS­O RAPPORTO. MA PONE UNA CONDIZIONE: «NON VOGLIO NEPPURE PRONUNCIAR­E IL NOMEDI LEI ». E AGGIUNGE: «ORMAIMI CONSIDERO FIGLIA UNICA»

- Di Nicole Cavazzuti - foto Marco Cucolo Milano, novembre

Alzi la mano chi sa che Lory Del Santo ha una sorellamin­ore di due anni. Non c’è da stupirsi se si è in pochi. Già, perché a parte qualche fugace accenno alla sua esistenza, la showgirl non ha mai parlato pubblicame­nte e in modo approfondi­to di lei. Lo fa qui «per la prima e ultima volta», per i lettori di Oggi. Ma a una condizione: «Non voglio che scriviate il suo nome». Patto sottoscrit­to, ma almeno ci spieghi il perché. «Perché proprio pochi giorni fa con lei ho definitiva­mente chiuso. E nonostante creda nel valore della famiglia e mi rattristi che le nostre problemati­cità negli anni si siano trasformat­e in odio, non ne posso più di critiche, recriminaz­ioni, litigi e delusioni che mi inquinano l’esistenza. Meglio chiudere il capitolo. La distanza tra noi è insanabile e ormai mi considero figlia unica». È irremovibi­le? «Assolutame­nte sì. Non è la prima volta che tronco i rapporti con lei: non ci siamo parlate e viste per 15 anni. Ci eravamo riavvicina­te nel dicembre 2013, ma solo per aiutaremam­ma colpita da un ictus ( a salvarlada­llamorte fu il tempestivo arrivo dell’ambulanza chiamata dal figlio Devin, ndr). Non voglio entrare nei dettagli degli ultimi screzi, però l’addio è definitivo: l’ho persino bloccata sul telefono e nelle mail. Se dovrà parlarmi, d’ora in poi lo farà per interposta persona». Come mai tanto astio? «Perché siamo troppo diverse negli

interessi, nei modi di fare e nell’approccio alla vita fin da bimbe. Per esempio, da piccola io ero solitaria e introversa, lei espansiva e piena di amici. Io sono sempre stata ordinata al limite della mania, lei follemente disordinat­a; io ho sempre creduto nell’amore libero da vincoli contrattua­li, lei non è mai riuscita a immaginare una famiglia senza un matrimonio in chiesa...». A quando risale il vostro primo litigio serio? «Al 1990, quando se l’è presa a mor- te perché l’ho cacciata di casa dopo averla ospitata per molti anni». Ci stiamo perdendo… «Dovete sapere che nostro papà è morto quando io avevo tre anni e che con mamma nessuna delle due è mai andata d’accordo. Ecco perché io ho lasciato casa appena compiuti i 18 anni. Lei, dopo il diploma in ragioneria e una stagione estiva trascorsa come animatrice in un villaggio turistico, si presentò a casa mia con la valigia in mano. Sarà stato il 1978 o il 1979. Sta di fatto che l’ho accolta e ospitata a lungo, fino a quando ho capito che la nostra relazione non era proficua per nessuna delle due. Da un lato, lo ammetto, io ero un po’ amareggiat­a dal suo atteggiame­nto.

« L’HO BLOCCATA SUL TELEFONO E NELLE MAIL, PER ME NON ESISTE»

Avevo sperato di ricevere finalmente un sorriso, un gesto di affetto, mentre lei dava tutto per scontato. Ma l’aspetto che più mi preoccupav­a è che non accennava a prendere una propria direzione. Viveva della mia luce riflessa e per giunta mi criticava di continuo. La mandai via per il suo bene, prima ancora che per il mio. Volevo che si facesse una sua vita. Lei però non lo ha mai capito e sicurament­e raccontere­bbe una storia totalmente diversa». E poi per quale motivo non vi siete parlate e viste per 15 anni? «Un giorno mi disse che le avevo rovinato la vita. Dopo tanti rimproveri e critiche, è stata la goccia che ha fatto traboccare il vaso. Detto questo, non le ho mai impedito di frequentar­e i miei figli, anche se a loro diceva che ero una pessima madre». Perché? «Per lei qualunque cosa facessi era sbagliata. Arrivò persino a dirmi che i miei figli avrebbero avuto dei problemi perché non preparavo loro la spremuta d’arance per la colazione…».

«VIVEVA

DELLA MIA LUCE RIFLESSA EPER GIUNTA MI CRITICAVA IN OGNI MOMENTO»

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