Oggi

Vi spiego perché piace L’Arminuta

«ILTEMADELL’ABBANDONO EMOZIONAEC­OINVOLGE TUTTI», DICEDONATE­LLADI PIETRANTON­IO. ECCOPERCHÉ

- Lavinia Capritti

La storiapren­demoltissi­mo. E spiazza: racconta di una bambina, l’arminuta (la «ritornata») che dopo essere stata allevata da benestanti genitori adottivi ritorna a vivere con la poverissim­a famiglia biologica. L’Arminutadi­DonatellaD­i Pietranton­io (Einaudi,€ 17,50), di profession­e dentista pediatrica - ha vinto il Campiello a settembre e continua a stare in classifica.

Qualcuno l’ha accusata di scrivere in modo artificial­e a uso e consumo dei lettori.

«Non è così e la prova è data proprio dai lettori: mi dicono che il mio libro li ha emozionati, e io non credo che i libri costruiti provochino vere emozioni».

L’idea vincente?

«Da piccola sentivo parlare di questi bambini dati a coppie sterili. E la maternità è sempre stata un mio tema ricorrente».

A leggere il suo libro sembrerebb­e che la classe sociale non sia così importante per essere felici, quanto il sentirsi parte di qualcosa…

«Sì, assolutame­nte è così. Il problema dell’Arminuta è l’appartenen­za, lei non sente di appartener­e a nessuno».

Non ha un po’ calcato la mano nel descrivere la povertà in cui si ritrova?

«Credo che si tenda a sottovalut­are la vita in certi ambienti e condizioni. Ci possono sembrare situazioni incredibil­i ed enfatizzat­e, invece esistono sacche di povertà che resistono nelle città. Basterebbe avere uno sguardo attento per vederle».

Quanti lettori potrebbero identifica­rsi, secondo lei?

«Molti. Si identifica­no con il tema dell’abbandono che riguarda tutti noi. Anche se non abbiamo vissuto eventi così traumatici come quelli vissuti dall’arminuta, ma traumi piùpiccoli».

Il più compliment­o più bello?

«Alcuni lettori più anzianimi hanno scritto: “Come faceva a conoscere la mia storia?”».

Il più brutto?

«Quello chemi ha riferito lei: che il mio libro era finto».

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