PIABETÀ, IL CUORE DEL BRASILE
C osa poteva attirare un viaggiatore nella cittadina di Piabetà? Niente. Né meraviglie architettoniche, né bellezze tropicali, né sinuose ballerine che ondeggiano i loro fianchi generosi, né particolari eventi mondani o culturali. Eppure quel giorno, arrivando lì, ebbi la giornata più intensa della mia vita. Avevo lasciato Rio de Janeiro, le spiagge di Copacabana, la solita cartolina di un Paese tutto samba, calcio e sole offerta al godereccio turista. Mi era bastato allontanarmi di pochi isolati per ritrovarmi a contatto con il vero Brasile, quello della gente comune, della vita di ogni giorno. Ma non ero ancora soddisfatto: la mia anima vagabonda voleva di più. Per questo avevo proseguito il mio viaggio addentrandomi nell’entroterra, verso le montagne, verso qualcosa di completamente diverso da ciò che sembrava. Sotto il cielo del Brasile si compiva il mio viaggio alla ricerca di un mondo diverso o, almeno, di un modo diverso di concepire la vita. Mi ero infilato nel primo autobus in partenza, lasciando che fosse il destino a decidere. Viaggiai per circa un’ora, passando villaggi di casette e baracche immersi in una natura ancora incolta, finché non scesi al centro di un’anonima cittadina: Piabetà. Mai come a Piabetà colpisce il contrasto tra due mondi così diversi - ciò che era e ciò che sembrava - lasciando senza parole chi è abituato all’ordine, all’efficienza delle cittadine europee o ai suoi piccoli ma ordinati centri del ricco sud.
Mi aggiravo per quello che doveva essere il cuore pulsante della città, l’Avenida Santos Dumont, un ampio vialone pullulante di vita e di traffico rumoroso e sgangherato su cui si affacciano edifici spesso sporchi e sbrecciati. L’idea generalizzata era di incuria e di abbandono, in questo tipico centro sudamericano, intravisto solo nei film, che brulicava di vivacità e fermento. Il tanfo dei gas di scarico si mischiava all’odore della carne cotta su improvvisati grill da venditori ambulanti o in negozietti ricolmi di ogni mercanzia, rosolata davanti