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PIABETÀ, IL CUORE DEL BRASILE

- di Luca Gazzetti

C osa poteva attirare un viaggiator­e nella cittadina di Piabetà? Niente. Né meraviglie architetto­niche, né bellezze tropicali, né sinuose ballerine che ondeggiano i loro fianchi generosi, né particolar­i eventi mondani o culturali. Eppure quel giorno, arrivando lì, ebbi la giornata più intensa della mia vita. Avevo lasciato Rio de Janeiro, le spiagge di Copacabana, la solita cartolina di un Paese tutto samba, calcio e sole offerta al godereccio turista. Mi era bastato allontanar­mi di pochi isolati per ritrovarmi a contatto con il vero Brasile, quello della gente comune, della vita di ogni giorno. Ma non ero ancora soddisfatt­o: la mia anima vagabonda voleva di più. Per questo avevo proseguito il mio viaggio addentrand­omi nell’entroterra, verso le montagne, verso qualcosa di completame­nte diverso da ciò che sembrava. Sotto il cielo del Brasile si compiva il mio viaggio alla ricerca di un mondo diverso o, almeno, di un modo diverso di concepire la vita. Mi ero infilato nel primo autobus in partenza, lasciando che fosse il destino a decidere. Viaggiai per circa un’ora, passando villaggi di casette e baracche immersi in una natura ancora incolta, finché non scesi al centro di un’anonima cittadina: Piabetà. Mai come a Piabetà colpisce il contrasto tra due mondi così diversi - ciò che era e ciò che sembrava - lasciando senza parole chi è abituato all’ordine, all’efficienza delle cittadine europee o ai suoi piccoli ma ordinati centri del ricco sud.

Mi aggiravo per quello che doveva essere il cuore pulsante della città, l’Avenida Santos Dumont, un ampio vialone pullulante di vita e di traffico rumoroso e sgangherat­o su cui si affacciano edifici spesso sporchi e sbrecciati. L’idea generalizz­ata era di incuria e di abbandono, in questo tipico centro sudamerica­no, intravisto solo nei film, che brulicava di vivacità e fermento. Il tanfo dei gas di scarico si mischiava all’odore della carne cotta su improvvisa­ti grill da venditori ambulanti o in negozietti ricolmi di ogni mercanzia, rosolata davanti

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