Oggi

MARIA VENTURI

IN TEMPI IN CUI NON ESISTEVA IL DIVORZIO, TUTELAVANO LEMOGLI. E SPESSOI CRITERI DI SCELTA DELLE FAMIGLIE RENDEVANO LE UNIONI PIÙ STABILI DI QUELLE DIOGGI

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sono una tua concittadi­na presente alla recente cena benefica di cui sei stata animatrice. Tutto okay, compliment­i. Ma ora contesto che tu abbia rievocato in chiave positiva i vecchi “matrimoni combinati” e chiedo il chiariment­o che non ho osato durante la serata. Non ritieni una conquista il nostro diritto di sposare chi si vuole, il crollo del tabù anagrafici e sociali e lo stesso divorzio che consente di riparare a eventuali errori? Elisa, Brescia

Il mio accenno ai matrimoni combinati rientrava, come si suol dire, in un contesto più ampio: l’esponenzia­le aumento delle unioni a tempo determinat­o. Colpo di fulmine, cerimonia fastosa, eventuale figlio e poi di corsa dall’avvocato. Nel mondo dei vip si segnalano alcuni record di brevità: dai sei mesi ai due anni di durata. Ma il divorzio blitz ha contagiato anche le coppie comuni. Questa istituzion­e, che considero una conquista civile, viene oggi vissuta come rete di protezione per qualunque azzardo. al che vada, ci si può lasciare. Quello che mi sconcerta non è ovviamente il crollo dei tabù anagrafici e sociali, ma quello di tutti i limiti che razionalit­à e cautela dovrebbero imporre. I matrimoni a cui mi riferivo,

Mquelli “combinati” dalle buone famiglie di casa nostra, tutelavano le figlie femmine nei tempi in cui il divorzio non esisteva, la moglie non figurava tra gli eredi legittimi e il marito aveva potere assoluto. U n “contratto” tra consuoceri imponeva un testamento a favore della moglie e la restituzio­ne dei beni in caso di “concubinag­gio” di lui. I criteri di scelta erano rigorosi: nello sposo si cercava lamassima affidabili­tà; era regola che la sposa fosse più giovane di almeno cinque anni; non era ammessa alcuna diversità sociale e di censo. Fatte salve tutte le riserve, quelle unioni rispettava­no comunque l’istituzion­e della famiglia ed evitavano gli sconquassi e le lacerazion­i dei matrimoni scriteriat­i di oggi.

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