Davvero sono i carabinieri i responsabili della morte di Serena Mollicone?
LO DOVRÀ STABILIRE LA NUOVA INDAGINE. CHE PUNTA SU CHI ERA IN SERVIZIO NELLA CASERMA DIA R CE
dramma processuale e umano si realizza quando le tradizionali procedure investigative vengono ostacolate o addirittura depistate. Questo purtroppo è il caso dell’atroce omicidio di SerenaMollicone». Parole pesanti quelle pronunciate dall’ex Procuratore capo di Cassino Gianfranco Izzo. In primo piano c’è l’assassinio di una povera ragazza massacrata e lasciata morire soffocata con la testa avvolta in un sacchettodi plastica. Ma sullo sfondo aleggia una delle pagine più nere dell’Arma dei Carabinieri. Perché per l’omicidio di Serena Mollicone (1° giugno 2001) la Procura di Cassino ha indagato tre sottufficiali dell’Arma, tutti, all’epoca dei fatti, in servizio alla caserma di Arce (Frosinone). Pesantissime le accuse: omicidio volontario, favoreggiamento, concorso in omicidio e anche istigazione al suicidio perché 7 anni dopo la morte di Serena, un quarto carabiniere di Arce, il brigadiere Santino Tuzi si tolse la vita sparandosi. Tre giorni prima, interrogato daimagistrati avevarotto il silenzio rivelando che il 1° giugno 2001 aveva visto la Mollicone entrare in caserma e salire nell’alloggio del comandante, il maresciallo Franco Mottola. Ma non l’aveva più vista uscire. Per la svolta nell’inchiesta dovettero passare altri sette anni prima che il nuovo Procuratore di Cassino Luciano d’ Emanuele riaprisse le indagini facendo riesumare la salma e facendo smontare una porta di un alloggio della caserma sulla quale c’erano scheggiature. Le analisidelmedico legale Cristina Cattaneo e del Ris di Roma hanno portato al sospetto che i segni sulla porta siano compatibili con la ferita alla testa di Serena. In pratica sarebbe stata aggredita, picchiata e poi lasciata morire in un bosco vicino dove fu ritrovata dopo tre giorni. Da chi? E perché? Lo dovranno stabilire le nuove indagini che vedono sotto inchiesta il maresciallo Mottola con la moglie Anna e il figlio Marco e soprattutto con l’appuntato Francesco Soprano e il luogotenente VincenzoQuatrale sui quali grava il sospetto di aver saputo, di aver taciutoedi aver fatto opera di depistaggio.