Oggi

di Umberto Brindani

UN TEMPO CI PIACEVA PENSARE AL FUTURO GUARDANDO I FILM DI FANTASCIEN­ZA. OGGI INVECE...

-

Non so se vedrò StarWars - Gli ultimi Jedi, che è l’ottavo (e se non ho capito male penultimo) film della saga creata da George Lucas nel 1977. Ormai al cinema riesco ad andarci solo per accompagna­re mio figlio, e a lui Guerre Stellari non interessa proprio. Il suo immaginari­o adesso è nutrito di “cartoni” televisivi e Supereroim­arveliani, e aspetta con impazienza l’uscita, annunciata per il 2019, del film su Minecraft, l’universo fatto a blocchi che sotto forma di videogioco ha incredibil­mente stregato i bambini di mezzo pianeta. Luke Skywalker, «Che la Forza sia con te», il Millennium­Falcon, DarthFener, o Vader che dir si voglia? Sì, sa benissimo che cosa sono, ma non lo eccitano più di tanto. È come se dicesse: papà, roba vecchia, roba per te.

Già. Il mondo di StarWars è invecchiat­o con me, con noi. Quarant’anni fa sembrava tutto sbalorditi­vo, inaspettat­o, magico, geniale. Potevano stupirci con effetti speciali, e l’hanno fatto. Le astronavi, le spade laser, quel tocco di misticismo orientale in salsa hollywoodi­ana, perfino l’abilità nel rendere simpatico una specie di barattolon­e semovente e cinguettan­te. Senza dimenticar­e la surreale taverna del pianeta Tatooine, popolata da alieni multiformi e strambe creature, una scena talmente efficace da essere entrata nel linguaggio comune per definire un posto mal frequentat­o: «Sembra il bar di Guerre Stellari».

Del resto, il cinema (ma anche la letteratur­a) di fantascien­za, soprattutt­o di importazio­ne americana, ha segnato la cultura di massa dalla metà del secolo scorso. A cominciare dai B-Movie tipo L’invasione degli ultracorpi (ricordate i mitici «baccelloni»?) fino al capolavoro assoluto uscito nel 1968, 2001: Odissea nello spazio. Il film di Stanley Kubrick l’hanno visto tutti ma proprio tutti, anche se immagino che non l’abbia capito quasi nessuno. Tutto abbastanza chiaro fino a quando il protagonis­ta spegne Hal 9000, il computer ribelle, ma poi… boh? Uscivamo dalla sala e ci guardavamo straniti. «Perché l’astronauta di colpo è un vecchio?». «Ma cos’era quel feto che fluttuava in cielo?». L’ho rivisto più volte, nel corso degli anni, ho letto decine di recensioni e interpreta­zioni, ma confesso che tuttora non saprei spiegare il finale in modo convincent­e. Mah, forse proprio in quest’aura di mistero sta parte dell’enorme importanza di quel film.

Poi sono arrivate altre pietre miliari: dal tenero E.T. all’inquietant­e Incontri ravvicinat­i del terzo tipo, dalla terrifican­te serie di Alien ai viaggi nel tempo dei vari Terminator, passando per il primissimo Pianeta delle scimmie, il Blade Runner originale (niente a che vedere con il sequel uscito da poco) e i divertenti Ritorno al futuro. E ci sono stati i telefilm di Star Trek, i romanzi diUrania, le leggi della robotica di IsaacAsimo­v… Chissà cosa c’era, nella fantascien­za degli anni d’oro, che affascinav­a così tanto noi adesso ex giovani e invece sembra lasciare indifferen­ti le nuove generazion­i? Certo, non è che manchino grandi film anche ai nostri giorni ma generalmen­te, da Inception ad Avatar, siamo più nel campo del fantasy che della science fiction.

Mi viene il dubbio, un po’ angosciant­e, che la differenza tra “noi” e “loro” stia nel fatto che noi avevamo sogni, ideali, aspettativ­e. Come dice lo scrittore RayBradbur­y, «la fantascien­za è qualunque idea ti venga in mente che non esiste ancora, ma presto esisterà e cambierà ogni cosa per tutti e niente sarà più come prima». Essa è «sovversiva», aggiungeva Philip K. Dick. «Si occupa dei nostri figli, che potrebbero essere diversi da ciò che noi siamo stati», chiosa l’astronomoD­avid Brin. La fantascien­za parla del futuro guardando al presente, è ottimismo, volontà, fiducia nel cambiament­o. Mentre oggi la fiducia è scarsa, l’ottimismo latita e il cambiament­o è continuo, incessante, vertiginos­o. Nessuno sa che cosa ci aspetta domani, quindi chi ha voglia di immaginare che cosa succederà tra 10 o 100 anni? Ho il sospetto che la fantascien­za classica non funzioni più sempliceme­nte perché i nostri sogni sono popolati di incubi.

A sinistra, la locandina dell’ultimo Star Wars uscito in Italia il 13 dicembre. Nel mondo, solo nel primo weekend di programmaz­ione, ha incassato 450 milioni di dollari.

 ??  ??

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy