È giusto consentire di fumare a scuola?
AL LINGUISTICO MANZO NIDI MI LANOSI È CREATA UNA ANOMALA AREA FUMATORI. A DISPETTO DEL DIVIETO
No. Incapace di governare le trasgressioni degli studenti quanto al divieto di fumare, il preside del liceo linguistico Manzoni di Milano si è inventato un provvedimento fondato su due presupposti paragiuridici: lo “spazio a sorveglianza allentata” e la facoltà di disobbedire a una legge ritenuta inutile. Una porzione del cortile pertinente la scuola è stata declassata a spazio «non pertinente all’edificio scolastico »; dunque sottratto al divieto di fumo
nelle scuole. Primo tra tutti il nostro preside non deve esserne del tutto convinto, tanto che non ha scritto che in detto spazio gli studenti possono fare quello che gli pare, il che sarebbe ovvio se si trattasse appunto di territorio non appartenente alla scuola. Ha invece inventato una categoria ulteriore: è uno spazio non scolastico dove però la sorveglianza dell’istituto perdura, sia pu- re con modalità “allentate”. C’è da chiedersi, in caso di infortunio di uno studente in questo spazio a “sorveglianza allentata”, quale pregio avrebbe una difesa del tipo: «Non mi competeva sorvegliare più di tanto». Che «nessun proibizionismo abbiamai funzionato» (tale pare essere il convincimento del suddetto preside), è osservazione che può essere condivisa. Peccato che i temp idi An ti go ne sono finiti e che nessuno può ritenersi giustificato se disobbedisce a leggi dello Stato perché è suo personale convincimento che si tratti di leggi ingiuste. Vero o no che sia, non sta al singolo cittadino stabilirlo. Che fare, allora? Ovviamente, repressione. Rivelatori di fumo nei bagni, sorveglianza, sequestro di sigarette e accendini, multe ai ragazzi, provvedimenti disciplinari. Checché ne pensino i pragmatisti libertari di ogni genere, la repressione funziona.