Carlo Verdone «Evitate chi ci prova prima del terzo appuntamento»
IL SUO NUOVO FILM, BENEDETTA FOLLIA, FA DIVERTIRE E RIFLETTERE SULLA“CACCIA” ALL’ANIMA GEMELLA. QUI CI SPIEGA COME NON FARE ERRORI E CONFESSA( ANCHE) DI ESSERE SEMPRE ALLA RICERCA DI UN LETTO. MANONÈ COME POTETE PENSARE ...
Carlo Verdone è molto più elegante delVerdone dei suoi film. Magro, maglione e pantaloni grigi minimali, è seduto al centro di un grande divano. Roma è ai suoi piedi. Letteralmente. Perché dalle vetrate si vede mezza città. Ha preparato il caffè e l’ha offerto. Poi si è accomodato sul divano, nella sua bella casa che uno immagina lussuosa e che invece è arredata con il gusto della buona borghesia vecchio stampo. L’11 gennaio esce il suo nuovo film, Benedetta follia, storia di un uomo, lasciato dalla moglie, in cerca di una compagna attraversoApp varie. Un filmsull’amore insomma.
L’amore dunque. Che cos’è? «Il motore della vita. Se perde d’importanza, e mi sembra che in questo momento le passioni si consumino in una sola nottata, siamo nei guai. D’altra parte è emblematico che oggi esista la figura dello “scopamico”».
Non si diceva “trombamico”? Sa, per precisione linguistica... «Un 18 enne le spiegherebbe benissimo cosa sia lo “scopamico” e lo farebbe molto meglio di me. È una figura tristissima. Poi esistono queste App per incontrare, si cerca di trovare l’anima gemella al buio, come se si pescasse un numero al lotto. Ha capito? La ruota gira, boh andasse bene ’sto incontro. A soffrire sono di più le donne, sono più intelligenti e trovano uomini decisi a non decidere. E la situazione economica non aiuta a creare una famiglia, i figli costano, la farmacia, la scuola».
Mi sembra quasi di stare a un comizio. E abituato a farne? «No, per carità».
Torniamo alle App per incontri. Sarò rude: non è che siamo noi troppo vecchi per immaginare un altro modo di incontrarsi? «Sa qual è il problema? Che abbiamo delegato tutto alle App: i biglietti, il pagamento dell’F24, si può perfino misurare la pressione. E il contatto umano è azzerato».
App o non App: come fa un uomo a capire fin dove si può spingere nel corteggiamento, oggi che si parla molto di molestie sessuali? «Una donna non lo dice, lo fa capire».
Un tempo si sosteneva che una donna dovesse tenere un uomo sulla corda e che l’uomo non dovesse arrendersi subito. «Oggi non c’è quel corteggiamento bello, romantico, poetico di una volta. Oggi si va di fretta, si capisce subito quando non c’è corrispondenza».
E come fa, invece, una donna a capire se un uomo vuole portarla a letto e basta? «Le suggerisco di uscirci due o tre sere. L’uomo che ci prova la prima o la seconda sera è da evitare. Io per esempio, quando me lo potevo permettere e non ero sposato, non ho mai affondato l’acceleratore fino al terzo giorno, sono stato buono. Sono un temporeggiatore
per carattere, mostro prima chi sono».
Come sceglie le protagoniste femminili dei suoi film? «In base al temperamento, ma il viso rimane fondamentale perché il cinema è fatto di primi piani. Non mi piacciono quelle che sono come i fuochi d’artificio che fanno bum e alla fine non rimane niente. Amo quelle con un piccolo difetto».
Equale sarebbe il difetto diClaudiaGerini con cui lei ha lavorato? «Claudia senza trucco sembra una persona, poi la trucchi, mette i tacchi e diventa un’altra. È curioso come riesca a trasformarsi dalla ragazza della porta accanto a una tipa, direi, sexy».
Asia Argento, così chiacchierata dopo il caso Weinstein? «Non la frequento. Di tanto in tanto ci incontriamo in un ristorante e ci salutiamo con affetto. Abbiamo festeggiato i suoi 18 anni sul set di Perdiamoci di vista, ricordo che dissi alla troupe: “Ragazzi abbiamo una 18enne che è più professionista di tutti noi, è pun-
«LE MIE ATTRICI? SONO PIENE DI TEMPERAMENTO E HANNO TUTTE UN PICCOLO DIFETTO »
tuale, sa il copione a memoria, ha la febbre e viene a lavorare, ha fatto un mese insedie a rotelleper calarsinella parte”. Fu di una professionalità incredibile».
Il difetto di Ornella Muti? «Non lo so, lo intuisco: nel credere a certi tipi di uomini. D’altra parte lei ha bisogno di sentirsi protetta. Ma è una donna generosa e spiritosa. Quando abbiamo girato Io e mia sorella era al quinto mese di gravidanza, quel film non si doveva neppure fare, ma lei ci teneva e alla fine conmille paure siamo riusciti a girarlo».
(Voce fuori campo dell’ufficio stampa: «E se parlassimo del film?»).
Parliamone. Ilenia Pastorelli, la protagonista, viene dal Grande
Fratello: non le è importato? «No, perché è una ragazza piena di anima e conuntalento naturale. È stata l’attrice che ho meno diretto nella mia vita. Ci crede?».
E dei reality che pensa? «Una vetrina per emergere. Non mi metto a criticare, che devo dire? Sono di un’altra generazione, ma una guardata gliela do».
La trama del film lascia quasi immaginare che tra i protagonisti, ovvero lei e Ilenia, possa nascere qualcosa… «Per carità, sarebbe stato presuntuoso. Lei ha la sua età, io ho lamia età».
Un lusso economico, lei che può? «Un buon hotel dove dormire bene, dormo poco, quattro o cinque ore, e per me è fondamentale. Per esempio sono stato all’Astoria di SanPietroburgo ed ho chiesto la stessa stanza in cui stato nel 2010, ha il letto dove ho dormito meglio nellamia vita».
Una debolezza di cui si vergogna? «Da un anno preferisco il bar sotto casa alla ginnastica. L’occhio di bue al ciambellone».
È una persona felice? «Sì, sono felice».
Stop. Pausa. Riprende: «Sono felice se sono felici i miei figli». Si alza per congedarmi, mi schiocca un bacio sulle guance. «Ma sì, diamoci del tu», aggiunge dopo essere passato durante l’intervista dal lei al tu e poi di nuovo al lei senza soluzione di continuità. Infine, con aria tra l’interrogativo e il finto-sperduto, domanda qualcosa come «Sono andato bene? Ho risposto in modo esatto, che premio ho vinto?». Da applausi, sembra di stare dentro i sui film.