Rosanna Vaudetti L’ex “signorina buonasera” ci presenta la nipotina
«SUPERATA LAMALATTIA, LA STORIA D’AMORE TRA ILMIO LEONARDO E CRISTIANA È STATA CORONATA DA UN DONO DEL CIELO », DI CELA PRESENTATRICE. CHE QUI CI PARLA DELLA “SUA” TV. E DI QUELLA VOLTA CHE FECE GIRA RELATE STA AL NOTA IODI
Rosanna Vaudetti, forse la più amata delle annunciatrici televisive, simbolo di una televisione discreta ed elegante, lontana da quella attuale, ha appena compiuto 80 anni ed è diventata nonna. «Mio figlioLeonardo e suamoglie Cristiana mi hanno fatto il regalo più bello con la nascita della mia prima nipotina, Eleonora», dice Rosanna, alla quale spetta lo storico primato di aver fatto il primo annuncio della televisione a colori in occasione delle Olimpiadi di Monaco il 16 agosto del 1972. È una donna intelligente e spiritosa, con il dono della leggerezza e nel tempo ha conservato la solarità tipica del suo personaggio. Sposata da 51 anni con il regista Antonio Moretti, ha due figli, Leonardo e Federico. Rosanna, come si sente da nonna? «Sono pazza di felicità. Eleonora è veramente un dono del cielo, in quanto mia nuora ha lottato contro un tumore al seno e temeva di non poter diventare mamma. Invece è completamente guarita e, dopo quattro anni di matrimonio, ha avuto questa grande e inaspettata gioia. Durante lamalattia Leonardo le è stato sempre vicino con forza e tenerezza e adesso finalmente la loro storia d’amore è stata coronata dall’arrivo della bimba, un raggio di luce nella nostra famiglia. Non potevo festeggiare un compleanno migliore!». Che rapporto ha col passare degli anni? «Sono serena perché mi sento piena di energia e sono sempre inmovimento. Mi impegno anche nel sociale, sostenendo, per esempio, l’associazione di suor Paola che assiste mamme e bambini bisognosi di aiuto. Penso che essere solidale con chi è meno fortunato di noi sia anche un modo per arricchirsi interiormente e, quindi, invecchiare meglio». Lei non è mai finita nel mirino del gossip ma, sia sincera, qualche volta è caduta in tentazione? «Più di una volta e non ne faccio mistero. Come diceva Sant’Agostino non c’è virtù se manca la tentazione. Scherzi a parte, i corteggiatori non mancavano. Io e le mie colleghe proponevamo una femminilità discreta ma non priva di una nota di malizia; rispecchiava lo stile di una televisione
bon ton, ma non asessuata». È vero che la censura controllava anche il vostro look? «Sì, gli spacchi e le scollature di oggi sarebbero stati impensabili. Ogni tanto, però, una di noi trasgrediva. Capitò anche a me durante una edizione di Canzonissima e il notaio, distratto dal mio decolletè, sbagliò a dire i numeri durante l’estrazione della Lotteria di Capodanno. Fu un momento imbarazzante e da allora imparai ad autocensurarmi». Pensa che il pubblico rimpianga quel tipo di televisione? «Sì, e non soltanto quello di una certa età. Spesso mi capita di incontrare alcuni giovani chemi riconoscono e mi dimostrano la loro simpatia. Di recente un sedicenne mi ha sorpreso dicendomi: “La vostra televisione era bella perché rispettava la gente”». Con Ornella Vanoni al Festival di Sanremo, e Renzo Arbore e Adriano Celentano sempre sulla cresta dell’onda, è giusto pensare che l’Italia non sia un Paese per giovani? «Direi che in Italia, almeno nell’ambiente dello spettacolo, c’è posto per tutti quelli che ne meritano uno». È rimasta in contatto con le altre “signorine buonasera”? «Sì, siamo sempre amiche. A volte pensiamo che sarebbe bello tornare in televisione insieme. Portiamo bene gli anni, ma se passa ancora del tempo rischiamo una riedizione di Villa Arzilla, la famosa fiction ambientata in un casa di riposo». Cosa augura alla sua nipotina? «Che diventi una donna indipendente e coraggiosa, sorretta dal bene della fede che a me non è mai mancata. Potrei augurarle una vita come la mia perché sono stata molto fortunata, nel lavoro e nella famiglia. Ho alle spalle un percorso importante, ma credo ancora in qualche bella sorpresa. A me è successo con la nascita di Eleonora che è anche un messaggio di speranza per le donne che hanno vissuto o vivono lo stesso dramma superato da mia nuora».