Oggi

IL MITO ANTICO RACCONTA L’UOMO MODERNO

- Giuseppe Fumagalli

GRANDI MITI GRECI. UN VIAGGIO EPICO NELLA MITOLOGIA ANTICA.

Dalle avventure di Eracle alla tragedia di Antigone, dagli enigmi della Sfinge al giudizio di Paride: Corriere della Sera presenta Grandi miti greci, una collana di monografie dedicate agli eroi e agli dèi della mitologia ellenica, appositame­nte scritte da autorevoli docenti universita­ri con la curatela di Giulio Guidorizzi. In ogni libro, la ricostruzi­one del mito, gli autori e le opere che nei secoli se ne sono occupati, una sezione antologica con i testi più rappresent­ativi e utili apparati critici. Immergiti in un mondo di storie antiche quanto la cultura occidental­e, imprese intramonta­bili e personaggi mitici che da più di due millenni nutrono il nostro immaginari­o. Le grandi storie sono eterne.

to un ictus da paura. Ero in sedia a rotelle, non parlavo, non riconoscev­o più nessuno, per i medici ero condannato. Francesca non s’è rassegnata. Non ha voluto abbandonar­mi in un centro di riabilitaz­ione. Mi ha portato a casa sua, s’è dannata l’anima, e contro ogni previsione, contro ogni diagnosi, contro tutto e contro tutti, il suo amore alla fine mi ha rimesso in piedi. Tutte le conseguenz­e dell’ictus sono sparite e ho potuto riprendere la mia vita normale, sigarette comprese. Quando parlano di me i medici dicono che sono un miracolato». Francesca ride e scuote la testa: «Lavoravo e correvo da lui, non staccavo mai, ma sentivo che ce l’avrei fatta», dice stringendo il bicchiere come se volesse sbriciolar­lo tra le mani. «La nostra è una vita piena di emozioni. Anche tutti questi soldi sono una bella botta. Mi sono sempre sentita una pezzente. Da quando ho sedici anni sono sempre stata indipenden­te e ho sempre vissuto del mio lavoro. Anni fa m’avevano anche proposto di sfilare e di posare per servizi fotografic­i, ma oggi guido camion per un corriere nazionale e mi mantengo».

IL PRIMO DEI REGALINI

«La vincita è una benedizion­e», prosegue Francesca, «ho pianto di gioia, ma non so nemmeno quanto sia un milione di euro. Ho depositato il biglietto in banca e capirò meglio tra un paio di mesi quando da Roma arriverann­o i soldi. Che non sono un milione tondo, lo Stato si prende il 12 per cento di tasse: ne arriverann­o 880 mila. Sono sempre un sacco di soldi che però non sono miei. Questa è la pensione di papà. Li tengo io perché lui non sarebbe in grado di gestirli». Biagio sorride: «No, Francesca, sei giovane e quel denaro serve a te», le dice, «se poi ogni tanto vorrai farmi un regalino...». Sul primo dei regalini la figlia ha già le idee chiare: «La prima cosa», riprende, «sarà tirarlo fuori dalla casa in cui vive, un immobile vecchio, privo di qualsiasi comfort, col bagno ancora sul terrazzo, due piani di scale senza ascensore che per uno come lui sono proibitivi. È proibitiva anche la vita che conduce da quarant’anni, di notte nei parcheggi delle discoteche e di giorno a girare su un vecchio furgone a fare pubblicità. Ma lui è così». Gioca. E spesso gli va bene.

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