Carlo Ripa di Meana «Il mio grande amore per Marina» di Ilaria Grillini
DA QUELLA VOLT ACHEA PARIGI, PER GELOSIA, LEI BUTTÒ INSTRADA TUTTI GLI ABITI DEL MARITO AL CORAGGIO DI ANDARSENE SFIDANDO A TESTA ALT ALA MORTE. IL RITRATTO DI UNA DONNA RIVOLUZIONARIA FATTODALLA PERSONA CHE LE HA VOLUTOPIÙ BENE
Mi sono reso conto che l’ho amata disperatamente!». Con queste commoventi parolemi accoglie Carlo quando lo vado a trovare a neanche due settimane dalla scomparsa di Marina. Entrare nell’appartamento dove hanno vissuto gli ultimi 14 anni di vita insieme, dormendo sempre in camere separate com’era loro abitudine, e non vederla, non ascoltare la sua voce squillante, fa sicuramente un certo effetto. Anche perché qui tutto parla di lei. I cappelli, che hanno caratterizzato la sua pazza e divertente esistenza sono ancora appesi alle pareti così come le scarpe, di mille colori differenti, ancora ben allineate e in vista su delle scaffalature fatte fare appositamente. E poi collane, sciarpe, bracciali, tantissime fotografie e tanto colore. D’altronde questa era Marina Ripa di Meana. E qui vive ancora Carlo assieme ad Andrea, l’assistente di Marina che lui adottò cinque anni fa. È scombussolato, ancora non riesce bene a realizzare che la sua vita è cambiata. La donna con cui ha riso, discusso e litigato per oltre 35 anni non c’è più. «Ho sottovalutato le condizioni di Marina. Lei, per non preoccuparmi, nell’ultimo periodo non mi diceva molto. Con me era sempre di buon umore. Pensavo fosse solo un malessere momentaneo dal quale si sarebbe ripresa come era sempre successo. Solo ora mi rendo conto di quanto abbia sofferto». E, commosso, prosegue: «Non volevo fosse cremata. La volevo vicino a me». Cosa le manca oggi di Marina? «La capacità di dare felicità senza contropartite, la sua allegria. Con lei mi sono sempre divertito molto». Ha visto quanta attenzione è stata dedicata alla sua scomparsa? «Mi ha colpito vedere tanto affetto! Ma sa perché è successo? Marina si è fatta conoscere per quello che era. Ha fatto saltare tutti i diaframmi e tutti le hanno voluto bene». È mai stato geloso di lei? «Lei lo era e anche io, ma in maniera differente. Non mi piaceva quando si concedeva troppo. Pensavo che non si facesse rispettare». Alcune scenate che Marina le fece sono famose, ricorda? (Il volto di Carlo si trasforma ed ecco apparire un divertito sorriso). «A Parigi ne subii una memorabile! Andai
a trovare un’amica e quando tornai in albergo vidi una macchina della polizia. Guardai meglio e riconobbi in terra il mio pigiama e altri indumenti. Oltre a parte del mobilio della nostra stanza. Marina aveva gettato tutto dalla finestra!». Una donna unica. Fino alla fine. «Un mese prima della sua scomparsa, stavamo mangiando tutti e tre insieme, quandoMarina mi chiese un foglio di carta. Pensavo dovesse scrivere gli appuntamenti dei giorni successivi invece scrisse ciò che dovevamo fare dopo la sua morte» spiega il fidatissimo e amato Andrea, la persona cheMarina ha voluto accanto a sé fino agli ultimi istanti. «Dovevamo sgombrare il salotto e portare lì il suo letto a baldacchino con lei vestita con un abito di velluto nero comperato tempo prima e mai indossato ( non dunque l’abito nero del Festival di Venezia 2010, come da noi indicato nel numero scorso, ndr). Nonmancava ovviamente un cappello con veletta e accanto a lei tre carlini di ceramica. Non voleva alcuna funzione religiosa e alla fine concluse: “Peste vi coglierà se non rispetterete le mie volontà”. Noi, nonostante il momento non fosse dei migliori, ci mettemmo a ridere. Chi non lo avrebbe fatto?». A metà febbraio uscirà anche il suo 15° libro, cheMarina, assieme al giornalistaMarino Collacciani, ha fatto in tempo a finire a novembre. Il titolo è proprio sulla suamalattia: « Ora ti curo io. Ho preso il cancro per le corna ». «Sai Marina, sicuramente quando ci incontreremo dall’altra parte ci rimetteremo insieme», le disse Carlo poco tempo fa, e lei, commossa, rimase senza parole. Per la prima volta nella sua vita.