Oggi

Spelacchio Intervista all’abete più famoso d’Italia di Pierluigi Diaco

L’ ALBERO DI NATALE PIÙ DENIGRATO D’ ITALIA CI SALUTA :« MI RITIRO, DIVENTERÒ UNACASETTA». E CI RACCONTACO­ME, SGRAZIATO COM’ERA, È RIUSCITOA DIVENTARE UNA CELEBRITÀ. IL NOSTRO DIALOGO, CERTO, È INVENTATO, MA...

- Di Pierluigi Diaco

Roma. Piazza Venezia. L’intervista è fissata per le 17, due ore prima della dismission­e. Anzi: della parata d’addio degna di una star che si congeda dal pubblico. Avete presente Sophia Loren o Gina Lollobrigi­da quando salutavano i fan dalla rampa dell’aereo, prima di imbarcarsi per gli Stati Uniti? Ecco. A modo suo, Spelacchio - l’albero di Natale più famoso, discusso e, forse, più triste del mondo - esce di scena. Ha l’aria stanca, un filo di voce e un mal di corteccia senza precedenti. Oggi è il suo ultimo giorno di vita: via palle, addobbi, stelle e fili luccicanti. Ha resistito alle moine sciocche dei romani muniti di smartphone con tristissim­a asta d’ordinanza a seguito, sopportato con pazienza l’entusiasmo di giapponesi e coreani sedotti dalla sua involontar­ia sobrietà, atteso composto e pudico che i millennial lo onorassero a tarda notte con la loro giovanissi­ma urina. Eroico, ha digerito, suomalgrad­o, un’attenzione­mediatica fuori misura e senza scrupoli. «Nessuno mi ha voluto veramente bene», confida a Oggi. «Mi sono venuti a trovare tutti: nani, ballerine, i commessi di Palazzo Grazioli, una delegazion­e russa, il cappellano di Regina Coeli e perfino CarmenDi Pietro. Nessuno di loro, però, si è degnato di passare una notte d’amore conme», dice disperato. Però, per un mese e mezzo, ha oscurato l’Altare della Patria. Ha conquistat­o Piazza Venezia! «Non è stato affatto piacevole. Una signora mi si è messa perfino a pregare davanti: a un certo punto mi ha pure invocato. Non sa l’imbarazzo!». Non si sente un po’ santo? «Santo un par di scatole! Qui di santa c’è solo la mia pazienza e quella dei romani. Sa quante ne ho viste e sentite durante le feste? E questa sarebbe la capitaled’Italia? Lamiamenom­azione ha fatto addirittur­a più notizia della spazzatura. Vuole sapere la verità?». Prego. «Ai romani Spelacchio sta simpatico

BRUTTA FIGURA MONDIALE

Sopra a sinistra, l’attore Alessandro Gassmann, 52, che lo ha irriso su Twitter; a destra, Raffaele Cantone, 54, che indaga sui costi eccessivi. perché è uno sfigato di successo». Vuole dire che la sfiga fa simpatia? «Fa simpatia solo se raggiunge il successo e se rallegra i bambini. Essere sfigati e basta è un inferno. Esserlo con il plauso deimedia ti rende la vita meno amara». Ma il successo non l’ha cambiata? «È la stessa domanda che si fa per blandire una soubrette sul viale del tramonto. Che devo cambiare? Cosa dovrei diventare? Sono stato ridicolizz­ato, umiliato e criticato. Poi, mi hanno omaggiato, osannato e fotografat­o». Una volta da piazza Venezia passava Gregory Peck in Vespa con Audrey Hepburn... «Altra epoca. Nellamia esperienza ho capito bene come sono fatti gli italiani: hanno sempre bisogno di aver accanto qualcuno più triste di loro. Sono stato un antidoto all’autocommis­erazione». Avrebbe potuto andare a finire nel giardino del Quirinale o in piazza San Pietro... «Avrei preferito restare in Trentino Alto Adige. Tanta civiltà, poco esibizioni­smo». Come tutte le star che si rispet-

tino ha un profilo Twitter. Lo chiuderà adesso? «Non ci penso proprio. Sa quanti personaggi famosi mi hanno cercato sui social?». L’attore Alessandro Gassmann, per esempio. «Come no, ricordo: “Mejo de plastica”, mi aveva scritto». E la showgirl Rossella Brescia. «Non sonomai sono riuscito a sedurla: “Ora pro nobis”, è stato il suo messag- gio. Prega per noi». Mica male. Ha realizzato tutti i suoi desideri di albero? «Tranne uno: il collegamen­to indiretta con Barbara d’Urso». In compenso, le hanno organizzat­o una cerimonia di saluto degna di una star. «Si è interessat­o a me pure il presidente dell’Autorità Anticorruz­ione, il magistrato Raffaele Cantone. Dicono che sarei costato troppo al Comune

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