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PAOLO VERONESI

IL PEDIATRA DI MIO FIGLIO TENDE A NON PRESCRIVER­E ANTIBIOTIC­I. LE AMICHE MI DICONOCHE IL LOROLOFADI CONTINUO. PERCHÉ? Laura Z., Saronno

- di Paolo Veronesi Presidente Fondazione Umberto Veronesi Direttore Senologia chirurgica, Ieo, Milano

Cara Laura, gli antibiotic­i, come le vaccinazio­ni, hanno rivoluzion­ato il mondo dellamedic­ina. Se oggi non simuore più per determinat­e infezioni, lo si deve principalm­ente a queste due “scoperte”. L’efficacia degli antibiotic­i però non è

eterna, anzi: più si utilizzano e più perdono di efficacia, poiché i batteri capaci di resistere all'attacco vengono selezionat­i e sopravvivo­no. Questo riduce le possibilit­à di trattament­i efficaci: se prima era possibile curare con successo alcune malattie, oggi gli stessi farmaci non hanno più effetto. I progressi fatti rischiano così di essere cancellati. Pensiamo al campo dei trapianti: un intervento svolto alla perfezione potrebbe essere vanificato per colpa di un’infezione ospedalier­a che non risponde alle terapie. Alla base della perdita di efficacia degli antibiotic­i c'è anche l’uso sconsidera­to che

facciamo di queste molecole. Da un lato ci sono medici che li prescrivon­o con troppa superficia­lità, dall’altro deve cambiare l’atteggiame­nto dei genitori che pretendono la prescrizio­ne. Gli antibiotic­i vanno utilizzati

solo in caso di infezioni batteriche. Quando c’è dimezzo un virus, come quello dell’influenza, non servono a nulla. Un dato su tutti a riprova dell’importanza di fare cultura scientific­a: dove c’èmaggiore informazio­ne sull’argomento, i consumi sono minori e appropriat­i.

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Batteri o virus? L'antibiotic­o va usato solo nel primo caso.
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