Davvero possiamo insultare i politici?
AFURCI SICULO( MESSINA ), SEI EX CONSIGLIERI SON OSTATI ASSOLTI PER AVER DATODEL «FALSO» E DEL «BUGIARDO», NEL 2011, ALL’ALLORA SINDACO CHE NON AVEVA MANTENUTOLE PROMESSE ELETTORALI
La Cassazione nonpotràmaidare licenza di offendere i politici, in quanto tali, siccome prima di essere politici sono persone, le cui dignità e reputazione personale devonosempre essere tutelate. La sentenza (relativa al casodi Furci Siculo, ndr) fissa, però, un principio non inedito ma che, stante l’attuale situazione politica, potrebbe persino sembrare eversivo, nonostante la sua logicità. Se un uomo politico, specie in campagna elettorale, assume determinati impegni per ottenere voti ed essere eletto e poi, raggiunto lo scopo, non li mantiene, senza neppure informarne i suoi elettori, può esser definito bugiardo, falso o ipocrita, senza che chi gli rivolge tali epiteti possa esser condannato per diffamazione. Ciò avviene purché chi adopera questi termini spieghi anche perché lo ha fatto, così da consentire a chi legge o ascolta di comprenderne le ragioni. Diversamente, si tratterebbe di attacco gratuito e ingiustificato. Da anni, del resto, la critica e, più in particolare, la critica politica, viene valutata dai giudici con una certa indulgenza, anche per la progressiva desensibilizzazione del linguaggio. Specie nel caso in cui provenga da appartenenti a opposte fazioni politiche - la cui fantasia, nel giudicare gli avversari, non ha davvero limiti - purché risulti proporzionata e non si risolva in aggressioni sul piano personale. E questo davvero non può dirsi di chi censuri, anche con toni aspri, scelte contraddittorie e dissonanti dai proclami elettorali.