Ho sposato un principe ma ora voglio unmarito
«DESIDERO AVERE PIÙ TEMPO P ERME E ALBERTO DA SOLI », HA C ON FESSATOLAWITT STOCK. CHE CON LA MATERNITÀ E L’ IMPEGNO UMANITARIO HA RICOMPOSTOLE SUE INSICUREZZE. E SE PRIMA ANDAVA VELOCE IN PISCINA, HA POI DOVUTOIMPARARE L’ARTE REGALE DELL’ATTESA
Iprimi 40 anni. Charlene li compie il 25 gennaio e in quella che è l’età dei bilanci, il suo sembra essere tormentato ma alla fine positivo. L’impegno a favore degli ultimi e la gioia della maternità: questi i due elementi che hanno ricomposto le sue insicurezze, consegnandola in equilibrio al ruolo di principessa. Così, una decina di giorni prima del compleanno, l’ex miss Wittstock è volata in Burkina Faso per un viaggio umanitario. Un modo per celebrare con l’impegno la ricorrenza, che non prevede festeggiamenti pubblici. «Èun evento privato», dicono da Palazzo. I due giorni seguenti sono invece in agenda le tradizionali celebrazioni per Santa Devota, patrona del principato.
«SPORT E DISCIPLINA MI HANNO AIUTATA»
Bisogna fare un salto nel club di fitnessWorld Class Monaco per scoprire l’ultima Charlene: in tenuta sportiva, spiega dalle pagine della rivista di club come lo sport competitivo le abbia regalato la capacità di «bilanciare le responsabilità e di gestireme stessa nella vita di tutti i giorni. Mi ha dato disciplina e determinazione, ha permesso di mettermi alla prova». Tre allenamenti alla settimana con il suo coach e, tutte lemattine, jogging da Palazzo fino a Cap d’Ail. Charlene non dimentica il suo passato da nuotatrice, quando in piscina andava veloce e nel suo Paese, il Sudafrica, collezionava trofei su trofei. In campo internazionale è meno brillante, ma alle Olimpiadi di Sydney, anno 2000, agguanta un quinto posto con la staffetta quattro per cento. Va veloce Charlene eppure, paradossalmente, nella sua nuova vita a Palazzo dovrà imparare a rallentare, e non una volta soltanto. Ci vorranno undici anni dal primo incontro perché Alberto la sposi. Era il 2000 appunto, il 27 maggio. La nuotatrice sudafricana conosce il principe dopo una vittoria: quella, fatale, al Meeting Internazionale di Montecarlo. Lui la premia e la invita a cena. Lei, appena ventiduenne, deve chiedere il permesso al suo allenatore. Usciranno, si piaceranno e faranno notte insieme. A quel punto Charlene rischia d’essere archiviata tra le molte conquiste del principe: Brooke Shields, Angie Everhart, Claudia Schiffer, Tasha de Vasconcelos. Ma alla fine dell’era Ranieri, nel 2005, lui trova il coraggio di
ufficializzare, almeno mediaticamente, il legame con la bionda che gli ha preso il cuore. Le nozze arrivano nell’estate del 2011, accompagnate da malevoli gossip. C’è chi vuole la principessa in fuga, alla vigilia della celebrazione. Lei aspetta e solo due anni più tardi, in un’intervista, trova la forza di parlarne: «Provavo sentimenti contrastanti per colpa del gossip dei giorni precedenti, e così la tensione è cresciuta finché non sono scoppiata a piangere. Poi ho pensato: “Oh no, il mondo intero mi ha vista in lacrime”, e ho pianto ancora di più». Tutto falso, di vero c’era soltanto l’emozione e il turbamento della novella principessa. Charlene è chiamata alla pazienza anche quando sia a corte sia tra i sudditi sembrano esserci perplessità su di lei. Si esprime in inglese, e non in francese come dovrebbe, sembra riottosa agli impegni del ruolo, si regala, forse, qualche ritocchino di troppo.
«SPIAVO I CUCCIOLI DI RINOCERONTE»
Ha nostalgia delle sue origini lontane: «Giocavo nella foresta intorno a Bulawayo, la mia città, nello Zimbabwe. Con la guerra civile ci trasferimmo in Sudafrica e fu un trauma. Vivevamo in pieno apartheid. Mi mancavano la foresta, gli spazi, la libertà di andare a piedi nudi a spiare un cucciolo di rinoceronte». Ripete, e questa volta chiede pazienza a chi la giudica: «Nessuno mi ha consegnato un manuale che mi insegnasse a essere o a diventare una principessa. Desidero un po’ di tempo per adattarmi almio nuovo ruolo». Questi primi 40 anni le regalano una nuova coscienza, anche di fronte all’ineludibile paragone con Grace. «Non lo vivo», dice, «non mi sonomai posta a confronto con lei. Ho molta ammirazione per quello che ha rappresentato, soprattutto dal punto di vista umano. Abito in case che le sono appartenute, mi piacciono gli oggetti che erano suoi, le ricette di cucina scritte a mano che mi sforzo di riprodurre. Nonostante la sua grandezza, era una donna che considerava la famiglia la cosa più importante della sua vita».
C’è voluto del tempo anche per la maternità, ma ora sappiamo che il percorso è stato tutt’altro che facile. Christa Mayrhofer-Dukor, cugina di Grace, ha rivelato proprio a Oggi che Charlene perse un bambino prima di mettere al mondo i due gemelli: «Poco dopo le nozze rimase incinta e lei era raggiante, non vedeva l’ora di diventare mamma. Purtroppo ebbe un aborto spontaneo». Ecco spiegato il motivo di quel viso sempre triste: «Stava malissimo, povera ragazza. Ha avuto un periodo davvero difficile». Ancora secondo la cugina di Grace, i piccoli Jacques e Gabriella sono frutto dell’inseminazione artificiale, ma hanno comunque regalato a Charlene la pienezza del suo essere: «I bambinimi sono sempre piaciuti. Jacques è curioso di tutto. Gabriellaha già l’aria di una piccola principessa e adora il rosa». E Jazmin Grace e Alexandre, i due figli illegittimi riconosciuti dal sovrano? «Il suo passato non mi appartiene», dice la paziente Charlene. E ancora: «In coppia abbiamo superato tantimomenti difficili, trasformazioni profonde nella nostra vita personale. Stare insieme è sempre stata una sfida che ci ha uniti. Ho una fiducia smisurata nel nostro amore. Alberto è mio marito, ma è sempre stato il mio migliore amico». E con lui al fianco, immaginiamo Charlene nella tenuta di Roc Agel che lei adora. Quarant’anni possono rappresentare un nuovo inizio, per lei è l’età in cui si consolidano i risultati raggiunti. I figli, le grandi cause umanitarie, la diffusione del nuoto salva-vita attraverso la Fondazione a lei intitolata. Più un piccolo normalissimo desiderio: «Vorrei avere più tempo perme e Alberto. Per nuotare insieme, guardare un dvd, mangiare una pizza. Noi due da soli».