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Alvaro Vitali Pierino contro Don Matteo di Andrea Greco

LAPESTEDEI FILMSEXYRI­VELA: «MANDAIALLA­RAIUNAFICT­IONSUUNPRE­TEDETECTIV­E». POCO DOPOTERENC­E HILL FECE IL BOTTO. «E AME TOCCA RACCONTARE BARZELLETT­E AIMATRIMON­I» È CAMPIONE DI ASCOLTI Il primo dei 246 episodi andò in onda nel 2000 Fanno shopping col sorriso

- Di Andrea Greco

AlvaroVita­li nonhaperso la voglia di scherzare e non rinuncia a interpreta­re la maschera impertinen­te che l’ha reso famoso, nemmeno durante una visita all’Ikea, con la moglie Stefania Corona. Ma quando iniziamo l’intervista ci accorgiamo subito che è il momento di Pierino contro tutti. E in particolar­e contro Don Matteo. L’attore romano ha mantenuto l’abitudine di parlare senza peli sulla lingua: « Don Matteo? Lo dovevo fare io, mi hanno rubato l’idea! È uguale a una sceneggiat­ura che avevo scritto con mia moglie Stefania e che anni fa avevo portato a Rai 3. La storia era proprio uguale a quella che poi è andata in onda». E come si intitolava? «E come si doveva intitolare? Ovviamente Don Pierino. Volevomost­rare il mio personaggi­o, ormai adulto e saggio, che finiva in un paesino e doveva guadagnars­i la fiducia dei suoi parrocchia­ni. Per la parte della perpetua avevo pensato a Stefania». Magari i punti di contatto solo solo coincidenz­e. «Coincidenz­e? La sceneggiat­ura la portai in Rai sei o sette mesi prima che andasse in onda Terence Hill. Don Pierino risolveva piccoli gialli aiutato dalla perpetua, e girava per il paese con una bici rossa. Alla faccia delle coincidenz­e: hanno cambiato solo il colore della bici!». In una intervista a tempo fa, si lamentava che il mondo del cinema l’aveva dimenticat­a. «Sono rimasto prigionier­o di un personaggi­o. Pensavo che crescesse con me, diventasse adulto. Invece lui non è mai uscito dalla scuola e io sono invecchiat­o e non ho potuto più interpreta­rlo. Eppure gli sono grato: mi ha dato il successo e all’epoca un po’ di

Oggi,

soldi, che ho speso subito. Facevo l’elettricis­ta e l’unica cosa che fino ad allora avevo preso era la corrente a 220. Mi comprai pure una Ferrari spider». È stato in tv per parlare delle magre pensioni degli artisti. «Sì, da Barbara d’Urso. Volevo intervenir­e ma urlavano tutti... La verità è che le pensioni oggi sono magre perché i produttori disonesti spesso non pagavano i contributi, o ne pagavano solo una parte. Per questo ho una pensione che è più bassa di quella che avrei dovuto avere, ma campo dignitosam­ente. Certo, i tempi della Ferrari sono lontani. Arrotondo facendo show con mia moglie, matrimoni, inaugurazi­oni, feste di piazza. Ora abbiamo inciso un disco: Puzzle Sound ». Interviene la moglie Stefania: «Ho scritto e composto tutti i brani del cd. C’è pure un rap, Aiutaci Pierino, dove duetto con Alvaro. Speriamo che il lavoro riparta e che ci sia qualche buona occasione per tutti e due». All’orizzonte c’è un thriller, la spaventa l’idea di interpreta­rlo, dopo tanti Pierini? «Sarò uno dei protagonis­ti di Deliriumps­ike, per la prima volta avrò il ruolo di un pazzo violento, sul grande schermo. Non vedo l’ora». Comemai è così entusiasta? «A Pierino devo tutto, ma ho 68 anni, e mi piacerebbe finalmente togliermi il grmbiule, mica posso fare il ripetente per sempre. E poi mi ricordo ancora il clima che respiravo sul set dei grandi registi. Ho recitato con Federico Fellini, Dino Risi: i più grandi trovano sempre uno spazio per tutti. Sono quelli senza fantasia che riescono a immaginarm­i solo in una classe, col cappello con il pon pon, che racconto barzellett­e». Ma la gente si ricorda di lei? «Scherza? Mi fermano, mi urlano: “Aho, col fischio o senza?”. Potessi campare mille anni non diventerò mai famoso quanto Pierino».

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Si amano come giorno primo il
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