LUCA BOTTURA
Innanzitutto vale la pena di spezzare una lancia a favore di Mark Zuckerberg per il fondamentale contributo dato alla diffusione dell’inglese nel nostro Paese. Se prima l’italiano medio faticava a esprimere anche brevi frasi di senso compiuto, oggi fatica anche di piùma almeno ha imparato che like significa “mi piace”. Va inoltre sottolineato il benefico choc di popolo per l’incredibile rivelazione secondo cui Facebook vende i nostri dati privati alle aziende, seconda solo alla sconcertante notizia che Babbo Natale non dico non esista, ma forse non è uno solo. Il mercato impone nuove reti improntate alla privacy. Ecco quali. Fakebook. Progetto di John Zuckemberger in un garage di PaloAlto. È un network che permetterà di condividere solo notizie false garantendo l’anonimato di chi le diffonde e di chi le condivide. Gli unici problemi legali potrebbero derivare da Libero, che ha già fatto causa per plagio. Fatbook. Il social di Marc Zuccheriner, nato in due garage di Cupertino, vuole mettere in contatto persone simpaticamente in sovrappeso senza rivelarne il nome, per evitare che fondino partiti politici con percentuali da prefisso telefonico e garantendo che rimangano nell’anonimato. Peccato non averci pensato prima del Popolo della Famiglia. Fammuocc’. L’idea di Pasquale O’ Zuccherino è nata in un garage di Pozzuoli: un network di gente che si insulta senza sapere chi è l’altro. C’è però un concorrente che rivendica il progetto: il Pd. Gino. Uguale a Facebook, compresa la pubblicità di ogni prodotto o partito che hai casualmente incrociato in Rete. L’assunto - a tempo determinato - di Mark Zuckerberg punta sul fatto che basti cambiare nome al suo social perché tanto siamo tutti boccaloni e ci illudiamo che esistano cose gratis. Funzionerà. Ci vediamo lì.