Oggi

Le spara grosse il sindaco sceriffo

GIANCARLO GENTI LINI TORNA IN PISTA A 88 ANNI PER IL CONSIGLIO COMUNALE DI TREVISO .« VOGLIO SPAZZAR VIA I BOLSCEVICH­I CHE HANNO MASSACRATO­LA CITTÀ»

- di Aldo Grasso Critico televisivo, giornalist­a del Corriere della Sera

Giancarlo Gentilini, 88 anni, leghista, ex sindaco-sceriffo di lungo corso, torna in pista nella sua Treviso alle prossime Amministra­tive di maggio. In tandem con il governator­e Luca Zaia, «Genty» guida la lista che appoggia il candidato sindaco del Carroccio Mario Conte,

sostenuto dal centrodest­ra. «Ho accettato - ha dichiarato al Corriere della Sera - per avere la nostra rivincita, cioè spazzar via dal Comune i bolscevich­i che in questi cinque anni hanno massacrato la città», tuona. Linguaggio sopra le righe, nel corso degli anni Gentilini non ha cambiato il suo credo: «In ogni casa ci vuole un corpo di guardia. Chi entra va bucato… ah, ah, ah». Insomma, rivoltella per difendersi, e altre cose così. Però… Però su un punto si è ammorbidit­o. Dopo aver fatto fuoco e fiamme contro la Lega di Matteo Salvini che lo aveva emarginato, in questi giorni ha ricucito. «Per la causa», dice. «Non vedo altra scelta. Salvini mi ha telefonato personalme­nte per dirmi “c’è bisogno di te”. Significa che Gentilini conta ancora un po’. Ah, ah, ah… Non potevo tirarmi indietro. Inoltre, conme in lista c’è l’amico Zaia. Anche lui mi ha chiesto di sostenere Conte a Treviso. Dobbiamo vincere, capisce?». Come ha scritto Gian Antonio Stella, Gentilini «sono anni che le spara grosse. Un giorno barrisce che i clandestin­i vanno deportati “con i vagoni piombati” (con un occhio benevolo solo per le prostitute “navi scuola della gioventù”), un altro sbuffa che lo scrittore Comisso in fondo el gera reciòn, un altro ancora avverte gli ulivisti che saranno fatti fuori come i conigli con “un colpo secco alla nuca per non farli soffrire”. E sono anni che, mentre le sinistre insorgono scandalizz­ate, le destre la buttano sullo scherzo: è fatto così, non va preso sul serio, fa solo delle battute...». L’appellativ­o di «sceriffo» se lo affibbia dopo la sua prima vittoriosa campagna elettorale quando nel ‘96 sottolinea come il suo modo di amministra­re all’insegna della legge e dell’ordine specialmen­te contro immigrati e clandestin­i assomiglia alla mitica figura delWest americano celebrata in molti film made in Usa: «Io faccio il scerifo proprio come al cinema». Lo “sceriffo”, durante i suoi mandati da sindaco prima e vicesindac­o poi ha sempre trovato il modo di far parlare di sé. Nel 2012 si scatenò la polemica dopo che concluse un intervento durante una seduta comunale con il saluto romano. Ora torna con un preciso obiettivo, uscire dall’Europa: «Un capestro, dobbiamo liberarci da questo genere di Europa». Pistole alla mano.

HA SEMPRE FATTO FUOCO E FIAMME CONTRO SALVINI. SI È AMMORBIDIT­O SOLO QUANDO LUI GLI HA TELEFONATO

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COME UN SUPEREROE GiancarloG­entilini, 88, con un mantello verde con la scritta «Super G» e la sua immagine.
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