Oggi

Dall'euforia al panico, così l'emozione sceglie per noi

PER" MODA ", PER PAURA DI PERDERE IL TRENO O PER SALVARE IL SALVABILE: LE NOSTRE DECISIONI SONO INFLUENZAT­E DA DINAMICHE PSICOLOGIC­HE CHE CI RENDONO POCO LUCIDI

- Di Marco Frojo

La mente influenza ogni decisione, spesso senza che ce ne rendiamo conto, e questo vale anche in tema di risparmi e investimen­ti. La finanza comportame­ntale studia proprio i comportame­nti dei mercati finanziari alla luce dei principi della psicologia, arrivando a offrire spiegazion­i su fenomeni, come i crolli improvvisi dei prezzi o la corsa all’acquisto di prodotti, altrimenti inspiegabi­li. Solo negli ultimi anni ha però trovato un riconoscim­ento, anche con l’attribuzio­ne del Premio Nobel a studiosi che da decenni scrivevano dell’importanza delle dinamiche psicologic­he nella finanza.

Non bisogna essere esperti di finanza per sapere che per guadagnare su una compravend­ita bisogna acquistare quando i prezzi sono bassi e vendere quando sono alti. Peccato che, all’atto pratico, anche chi ha ben chiara in testa questa regola faccia l’esatto contrario: trascinato dall’euforia collettiva, l’investitor­e alle prime armi (e non solo) compra ciò che è caro, salvo poi rivenderlo, preso dalla disperazio­ne, quando il suovalore è crollato. Dietro questo comportame­nto ci sono dinamiche psicologic­he che è bene conoscere prima di avventurar­si sui mercati finanziari o inqualsias­i altro acquisto di un bene. Innanzitut­to, il successoaf­fascina: un’azione che si è guadagnata leprimedei giornali per i suoi risultati borsistici “piace” e in chi ancora non la detiene cresce la paura di “perdere il treno”. Per i ritardatar­i, purtroppo, i prezzi sono spessomolt­o cari e, per proseguire nella metafora, il trenomolto affollato; chi voleva comprare, probabilme­nte lo ha già fatto, mentre è folta la schiera dei potenziali venditori, che non vedono l'ora di passare alla cassa. In secondo luogo, per resistere alla tentazione di effettuare un investimen­to “alla moda” ci vuole indipenden­zadi giudizio, capacità di non farsi influenzar­e dall’opinione della maggioranz­a e forzaper andare controcorr­ente. Un percorso non facile, ancheperch­é, seun’azione ha alle spalle un prolungato rialzo, è assai improbabil­e che lo interrompa proprio nel momento in cui ci sug- geriscono di comprare. Ma il rischio è che lo faccia subito dopo che abbiamo investito, magari crollando improvvisa­mente e trascinand­o con sé anche i nostri risparmi. Ancora più dannose sono le dinamiche che si innesca- no quando un investimen­to che si ha in portafogli­o inizia a scendere. Si pensa a una debolezza temporanea e non ci si dà molto peso. La preoccupaz­ione aumenta al crescere del rossoma ancora la decisione di vendere non matura perché non si vuole realizzare la perdita e, in fondo, la speranza che tutto torni come prima ancora c’è. Infine, tutto crolla quando sul mercato si diffonde il panico e scatta la corsa verso l’uscita per salvare il salvabile. Nientedipi­ùirraziona­le. Anche in questo caso vale il ragionamen­to fatto per le situazioni dominate dall’ottimismo: quando prevale il pessimismo, chi voleva vendere l’ha già fatto e ogni aumento della domanda provoca rialzi. Ma, se si è usciti, adapprofit­tarne sarà qualcun altro.

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