Dall'euforia al panico, così l'emozione sceglie per noi
PER" MODA ", PER PAURA DI PERDERE IL TRENO O PER SALVARE IL SALVABILE: LE NOSTRE DECISIONI SONO INFLUENZATE DA DINAMICHE PSICOLOGICHE CHE CI RENDONO POCO LUCIDI
La mente influenza ogni decisione, spesso senza che ce ne rendiamo conto, e questo vale anche in tema di risparmi e investimenti. La finanza comportamentale studia proprio i comportamenti dei mercati finanziari alla luce dei principi della psicologia, arrivando a offrire spiegazioni su fenomeni, come i crolli improvvisi dei prezzi o la corsa all’acquisto di prodotti, altrimenti inspiegabili. Solo negli ultimi anni ha però trovato un riconoscimento, anche con l’attribuzione del Premio Nobel a studiosi che da decenni scrivevano dell’importanza delle dinamiche psicologiche nella finanza.
Non bisogna essere esperti di finanza per sapere che per guadagnare su una compravendita bisogna acquistare quando i prezzi sono bassi e vendere quando sono alti. Peccato che, all’atto pratico, anche chi ha ben chiara in testa questa regola faccia l’esatto contrario: trascinato dall’euforia collettiva, l’investitore alle prime armi (e non solo) compra ciò che è caro, salvo poi rivenderlo, preso dalla disperazione, quando il suovalore è crollato. Dietro questo comportamento ci sono dinamiche psicologiche che è bene conoscere prima di avventurarsi sui mercati finanziari o inqualsiasi altro acquisto di un bene. Innanzitutto, il successoaffascina: un’azione che si è guadagnata leprimedei giornali per i suoi risultati borsistici “piace” e in chi ancora non la detiene cresce la paura di “perdere il treno”. Per i ritardatari, purtroppo, i prezzi sono spessomolto cari e, per proseguire nella metafora, il trenomolto affollato; chi voleva comprare, probabilmente lo ha già fatto, mentre è folta la schiera dei potenziali venditori, che non vedono l'ora di passare alla cassa. In secondo luogo, per resistere alla tentazione di effettuare un investimento “alla moda” ci vuole indipendenzadi giudizio, capacità di non farsi influenzare dall’opinione della maggioranza e forzaper andare controcorrente. Un percorso non facile, ancheperché, seun’azione ha alle spalle un prolungato rialzo, è assai improbabile che lo interrompa proprio nel momento in cui ci sug- geriscono di comprare. Ma il rischio è che lo faccia subito dopo che abbiamo investito, magari crollando improvvisamente e trascinando con sé anche i nostri risparmi. Ancora più dannose sono le dinamiche che si innesca- no quando un investimento che si ha in portafoglio inizia a scendere. Si pensa a una debolezza temporanea e non ci si dà molto peso. La preoccupazione aumenta al crescere del rossoma ancora la decisione di vendere non matura perché non si vuole realizzare la perdita e, in fondo, la speranza che tutto torni come prima ancora c’è. Infine, tutto crolla quando sul mercato si diffonde il panico e scatta la corsa verso l’uscita per salvare il salvabile. Nientedipiùirrazionale. Anche in questo caso vale il ragionamento fatto per le situazioni dominate dall’ottimismo: quando prevale il pessimismo, chi voleva vendere l’ha già fatto e ogni aumento della domanda provoca rialzi. Ma, se si è usciti, adapprofittarne sarà qualcun altro.