I RIMEDI CHE FUNZIONANO
«La cura più efficace contro l’insonnia è la terapia cognitivocomportamentale, trattamento psicologico di gruppo da seguire per sette settimane in un centro specializzato», afferma Luigi Ferini Strambi. «Abbiamo verificato che funziona meglio dei farmaci: anche a distanza di sei o sette anni le persone riescono a gestirsi». «L’intervento cognitivo cerca di modificare le convinzioni sbagliate o gli
automatismi mentali», spiega Federica Provini, neurologa e segretaria dell’Istituto di medicina del sonno. «Il primo passo è ridimensionare il problema: “Stanotte sei stato sveglio? Niente ansia”». La parte comportamentale della terapia è fatta di consigli pratici (vedi box nella pagina accanto). «Quanto ai farmaci, talvolta utili, oltre alle enzodiazepine esistono nuove formule che agiscono sui recettori dell’orexina, la sostanza che ci tiene svegli: non si induce il sonno ma si combatte la veglia», aggiunge Ferini Strambi. Nessuno studio, invece, conferma l’efficacia della melatonina. Meglio le tecniche di rilassamento o altre attività che spengano i centri della veglia. Quali? Non c’è che l’imbarazzo della scelta: dal contare le pecore a Ruzzle, metodo appena avallato da uno studio dell’Unviversità degli studi della Campania.