Oggi

Omicidio Alessandro Neri Tre ipotesi per un delitto

UNA PISTA FAMILIARE, UNA LEGATA ALLA MALA E UNA SENTIMENTA­LE. LA DOPPIA VITA DELLA VITTIMAREN­DE COMPLICATE LE INDAGINI. MAGLI INQUIRENTI SONO FIDUCIOSI. «BASTA UN DETTAGLIOE­DI COLPO DIVENTERÀ TUTTOCHIAR­O»

- di Giuseppe Fumagalli

Ècome se Alessandro Neri fosse ancora lì dove lo hanno trovato l’8 marzo scorso: immobile, appoggiato lungo un canale alla periferia diPescara, il cappucciod­ella felpa abbassato sugli occhi e due proiettili in corpo. Avvolta nella luce livida d’una giornata di fine inverno, la sua figura è diventata il simulacro di un mistero: un giallo che lega vita e morte di un ragazzo di 28 anni in un groviglio inestricab­ile di ipotesi, suggestion­i, illazioni. Procura e Carabinier­i tacciono, ma da un mese a questa parte è stato detto e scritto di tutto. «Forse troppo», si lascia andare un inquirente. «Unico dato di fatto è che Alessandro aveva un’esistenza piena di sfaccettat­ure. Aveva una doppia vita. E a seconda dei casi sapeva tenersi in equilibrio tra i riti della buona società da cui proveniva e quelli della malavita che frequentav­a con una certa assiduità. Stiamo scandaglia­ndo tutto». I tempi saranno lunghi. Ilmaterial­e è tanto, rimangono da studiare i video di decine di telecamere e deve ancora essere depositato il rapporto del Ris su reperti biologici e impronte, sull’ogiva di un proiettile estratta dal cadavere, su tabulati telefonici, traffico dati e computer. Nei corridoi della Procura aleggia ottimismo. L’idea è che il materiale raccolto contenga la soluzione del caso. «Il caso non è difficile, è solo complesso», riprende l’inquirente, «occorre tantapazie­nza. Quando andremo a toccare il tasto giusto, di colpo vedremo tutto andare in ordine».

PATRIMONIO IN GIOCO

In attesa che il cerchio si stringa attorno al killer, le piste rimangono quelle suggerite dal buon senso. In un primo momento, per la discendenz­a da parte di madre da una ricca famiglia di emigrati in Venezuela, s’era fatta strada l’ipotesi di una faida familiare per eliminare un pretendent­e alla spartizion­e. I giochi sul patrimonio di nonno Gaetano senior, diventato un paperone con la fabbricazi­one di ceramiche, in realtà erano fatti già da tempo. Laura Lamaletto, mammadiAle­ssandro, giudicata un po’ troppo spensierat­a nella gestione dei beni di famiglia, era stata già estromessa a vantaggio del fratello, e non c’era nulla che Alessandro

potesse fare per riaprire la partita sul tesoro di famiglia. Gateano Lamaletto junior, suo cugino, gestore dell’azienda vinicola il Feuduccio, sarebbe partito per gli Stati Uniti tra il 4 (giorno della scomparsa di Alessandro) e il 6 marzo, rendendosi irreperibi­le. Ma a parte il sequestro di due automobili, laProcura non ha preso nessun genere di provvedime­nto, non ha formalizza­to una richiesta di interrogat­orio, né tantomeno ha iscritto dei familiari nel registro degli indagati.

RELAZIONI PERICOLOSE

Gli approfondi­menti più promettent­i vengono però condotti sulla seconda vita di Alessandro. Quella delle relazioni pericolose, che negli ultimi anni avevano avvicinato il giovane pescarese almondo della mala. Criminalit­à di bassoomedi­o livello dedita piùche altro allo spacciodid­roga. Alessandro, a quanto pare, non ne faceva uso, se non in modo episodico. Però, sempre secondo fonti investigat­ive, se ne sareb- be servito per guadagnars­i da vivere e non lasciarsi travolgere dal tracollo economico della famiglia. Col padre Paolo Neri, rientrato a Firenze dove lavora come orafo, la madre costretta a mettere in vendita la villa di famiglia a Spoltore e i due fratellima­ggiori espatriati in cerca di fortuna, il giovane non si è mai rassegnato a tirare la cinghia. Spendaccio­ne, sciupafemm­ine e amante della bella vita, quando ha capito che la famiglia non era più ingrado dimantener­lo, avrebbedec­iso di arrangiars­i. E rimanendod­i fatto un bravo ragazzo, potrebbe aver commesso qualche ingenuità. Potrebbe essere venuto meno agli accordi sul paga- mento della merce e qualcuno nella mala potrebbe aver deciso di punire lo sgarro a colpi di pistola. Come corollario della pista criminale, rimane in piedi anche una pista sentimenta­le. Alessandro era un bel ragazzo, ben educato, capace di muoversi ovunque con disinvoltu­ra. Gli piacevano le donne ed era ricambiato. Le cronache locali gli attribuisc­ono un turnover piuttosto vorticoso di fidanzate e questa sua propension­e all’avventura potrebbe avergli procurato dei nemici. Senza rendersene conto potrebbe aver insidiato la compagna di qualche boss dello spaccio attirando su di sé la sua vendetta. La Procura rimane in attesa del rapporto delRis. «Quando avremo l’esito delle analisi», conclude la nostra fonte, «lometterem­o addosso a qualcuno come un vestito e se il vestito andrà bene avremo risolto il caso, scopriremo il nome dell’assassino o degli assassini di Alessandro e potremo capire perché lo hanno ammazzato».

I SUOI NON POTEVANO PIÙ MANTENERLO EALLORAS’È ARRANGIATO

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DAI RILIEVI SCIENTIFIC­I È ATTESA LA PROVA CHE INCASTRERÀ IL KILLER
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