Omicidio Alessandro Neri Tre ipotesi per un delitto
UNA PISTA FAMILIARE, UNA LEGATA ALLA MALA E UNA SENTIMENTALE. LA DOPPIA VITA DELLA VITTIMARENDE COMPLICATE LE INDAGINI. MAGLI INQUIRENTI SONO FIDUCIOSI. «BASTA UN DETTAGLIOEDI COLPO DIVENTERÀ TUTTOCHIARO»
Ècome se Alessandro Neri fosse ancora lì dove lo hanno trovato l’8 marzo scorso: immobile, appoggiato lungo un canale alla periferia diPescara, il cappucciodella felpa abbassato sugli occhi e due proiettili in corpo. Avvolta nella luce livida d’una giornata di fine inverno, la sua figura è diventata il simulacro di un mistero: un giallo che lega vita e morte di un ragazzo di 28 anni in un groviglio inestricabile di ipotesi, suggestioni, illazioni. Procura e Carabinieri tacciono, ma da un mese a questa parte è stato detto e scritto di tutto. «Forse troppo», si lascia andare un inquirente. «Unico dato di fatto è che Alessandro aveva un’esistenza piena di sfaccettature. Aveva una doppia vita. E a seconda dei casi sapeva tenersi in equilibrio tra i riti della buona società da cui proveniva e quelli della malavita che frequentava con una certa assiduità. Stiamo scandagliando tutto». I tempi saranno lunghi. Ilmateriale è tanto, rimangono da studiare i video di decine di telecamere e deve ancora essere depositato il rapporto del Ris su reperti biologici e impronte, sull’ogiva di un proiettile estratta dal cadavere, su tabulati telefonici, traffico dati e computer. Nei corridoi della Procura aleggia ottimismo. L’idea è che il materiale raccolto contenga la soluzione del caso. «Il caso non è difficile, è solo complesso», riprende l’inquirente, «occorre tantapazienza. Quando andremo a toccare il tasto giusto, di colpo vedremo tutto andare in ordine».
PATRIMONIO IN GIOCO
In attesa che il cerchio si stringa attorno al killer, le piste rimangono quelle suggerite dal buon senso. In un primo momento, per la discendenza da parte di madre da una ricca famiglia di emigrati in Venezuela, s’era fatta strada l’ipotesi di una faida familiare per eliminare un pretendente alla spartizione. I giochi sul patrimonio di nonno Gaetano senior, diventato un paperone con la fabbricazione di ceramiche, in realtà erano fatti già da tempo. Laura Lamaletto, mammadiAlessandro, giudicata un po’ troppo spensierata nella gestione dei beni di famiglia, era stata già estromessa a vantaggio del fratello, e non c’era nulla che Alessandro
potesse fare per riaprire la partita sul tesoro di famiglia. Gateano Lamaletto junior, suo cugino, gestore dell’azienda vinicola il Feuduccio, sarebbe partito per gli Stati Uniti tra il 4 (giorno della scomparsa di Alessandro) e il 6 marzo, rendendosi irreperibile. Ma a parte il sequestro di due automobili, laProcura non ha preso nessun genere di provvedimento, non ha formalizzato una richiesta di interrogatorio, né tantomeno ha iscritto dei familiari nel registro degli indagati.
RELAZIONI PERICOLOSE
Gli approfondimenti più promettenti vengono però condotti sulla seconda vita di Alessandro. Quella delle relazioni pericolose, che negli ultimi anni avevano avvicinato il giovane pescarese almondo della mala. Criminalità di bassoomedio livello dedita piùche altro allo spacciodidroga. Alessandro, a quanto pare, non ne faceva uso, se non in modo episodico. Però, sempre secondo fonti investigative, se ne sareb- be servito per guadagnarsi da vivere e non lasciarsi travolgere dal tracollo economico della famiglia. Col padre Paolo Neri, rientrato a Firenze dove lavora come orafo, la madre costretta a mettere in vendita la villa di famiglia a Spoltore e i due fratellimaggiori espatriati in cerca di fortuna, il giovane non si è mai rassegnato a tirare la cinghia. Spendaccione, sciupafemmine e amante della bella vita, quando ha capito che la famiglia non era più ingrado dimantenerlo, avrebbedeciso di arrangiarsi. E rimanendodi fatto un bravo ragazzo, potrebbe aver commesso qualche ingenuità. Potrebbe essere venuto meno agli accordi sul paga- mento della merce e qualcuno nella mala potrebbe aver deciso di punire lo sgarro a colpi di pistola. Come corollario della pista criminale, rimane in piedi anche una pista sentimentale. Alessandro era un bel ragazzo, ben educato, capace di muoversi ovunque con disinvoltura. Gli piacevano le donne ed era ricambiato. Le cronache locali gli attribuiscono un turnover piuttosto vorticoso di fidanzate e questa sua propensione all’avventura potrebbe avergli procurato dei nemici. Senza rendersene conto potrebbe aver insidiato la compagna di qualche boss dello spaccio attirando su di sé la sua vendetta. La Procura rimane in attesa del rapporto delRis. «Quando avremo l’esito delle analisi», conclude la nostra fonte, «lometteremo addosso a qualcuno come un vestito e se il vestito andrà bene avremo risolto il caso, scopriremo il nome dell’assassino o degli assassini di Alessandro e potremo capire perché lo hanno ammazzato».
I SUOI NON POTEVANO PIÙ MANTENERLO EALLORAS’È ARRANGIATO