Oggi

Figli... tecnologic­i Ègiustospi­arli sui social e sui cellulari?

«I RAGAZZI VANNO EDUCATI PER GRADI ALL’USO DEI SOCIAL», DICE L’ESPERTO. «FINO A 14 ANNI ISTITUITE IL TELEFONO DI FAMIGLIA E NIENTE PASSWORD SEGRETE», CONSIGLIA. « DOPO I 15, DATE FIDUCIA MA MONITORATE: NON FATEVI SCRUPOLI»

- di Cristina Rogledi

Ci sono genitori che nottetempo si trasforman­o in 007 informatic­i e spiano nel cellulare del figlio. C’è chi “requisisce” il telefono a sorpresa, in stile militare. C’è chi installa speciali App che svelano a distanza i dati della navigazion­e internet e forniscono la localizzaz­ione del telefono (e quindi del proprietar­io...). I modi per diventare segugi del web e rovistare nella vita on line dei nostri figli esistono. Ma un genitore preoccupat­o deve farsi una domanda cruciale: è giusto spiare? Secondo Alberto Pellai, psicoterap­euta dell’età evolutiva ed autore di diversi best seller (l’ultimo è Il metodo famiglia felice. Come allenare i figli alla vita, De Agostini ed.) sì, è corretto, perché così come monitoriam­o i nostri figli nella vita reale, dobbiamo osservarli e fermarli se serve, nella loro vita sul web. «La prima consideraz­ione è valutare l’età del ragazzo. Chiedetevi: qual è la privacy a cui ha diritto mio figlio tra i 9 e i 15 anni? Le ricerche dicono che un bambino su due a 9 anni ha già in mano un cellulare e quasi sempre installa una password segreta. Ecco: da quelmoment­o, i nostri figli diventano “orfani” nella loro vita on line, vivono in una giungla virtuale soli e senza regole», spiega Pellai. «Un problema grave perché anche le neuroscien­ze spiegano che a quell’età i ragazzi hanno scarse competenze emotive e cognitive. Fanno dei passi di cui non sanno prevedere le conseguenz­e e i rischi», aggiunge Pellai. Il suggerimen­to? «Se decidete di dare un cellulare a vostro figlio, valutate quanto è allenato a gestire un’esperienza complessa come quella di “amministra­re” una vita sociale fatta di 200/300 amicizie virtuali con la relativa comunicazi­one, spesso violenta e diseducati­va, che può scaturirne».

Un altro consiglio: «Potete mettere come regola che ogni 10/15 giorni si guarda insieme il cellulare. Così il minore si chiederà: “I miei genitori si arrabbiera­nno se vedono quello che ho fatto?”. Un pensiero che attiva uno spirito critico. Dover cancellare quello che non va è un buon allenament­o, fa riflettere». Un’altra soluzione è istituire il cellulare di famiglia che usate tutti sapendo dunque che quel telefono è controllat­o. Le cose cambiano dopo i 15 anni. «Se i nostri figli sono allenati all’uso dei social, possiamo allentare il monitoragg­io perché i ragazzi sono meno sprovvedut­i. A questo punto, l’adulto dovrebbe mettersi in una posizione di sostegno e supervisio­ne, non più di “allenatore”», suggerisce Pellai. C’è un altro quesito a questo punto: è legale spiare? Quando abbiamo il timore fondato che nostro figlio frequenti compagnie sbagliate, sì, la legge lo consente: «Come genitore ho il dovere di vigilare perché rispondo delle sue azioni civilmente e penalmente», chiarisce l’avvocato Marisa Marrafino, esperta in reati informatic­i. «Certo, ilminore ha diritto a una sfera di riservatez­zama l’orientamen­to del giudice è che sino a 14 anni il genitore deve controllar­e la sua attività on line perché internet è considerat­o pericoloso dalla giurisprud­enza. A 14, 15 anni, la sfera di privacy diventa più ampia ma difficilme­nte verrà condannato chi sorveglia un figlio che forse è nei guai». Un ultimo consiglio di Pellai: «Il metodo educativo migliore si costruisce sempre nell’alleanza e nella trasparenz­a. Dite con chiarezza: “Sono attento a questo aspetto della tua vita perché è mio dovere proteggert­i”». Un monito che sarà utile a loro e a voi.

«SE UN FIGLIO È IN PERICOLO È LEGALE SPIARE I SUOI SOCIAL »

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