ACannes niente foto col telefono: comemai?
Ilpotente direttore del festival di Cannes, in programma dall’ 8al19m aggio, stufo dell’ affol lamento dismartph on e branditi come armi improprie,
ha deciso: «Proibiti i selfie sul red carpet» , spettatori e blogger ripongano gli attrezzi delmestiere. Non so se sia prevista anche una speciale security all’inseguimento dei peccatori tecnologici, sarebbe un ingombro ulteriore nel traffico caotico della Croisette. Ma certo è una notizia. Buona, cattiva? Di sicuro impopolare. E forse antistorica, visto che non solo il passante, ma anche il vasto mondo della comunicazione socialè convinto che s elfi e est ori es valgano ormai quanto, e più, di un lungo e meditato articolo. Mi vien da dire, bello e impossibile. Bello perché personalmente sono afflitta da quest’epoca «Selfie Made Man» dove conta solo essere protagonisti, in prima persona, il tempo illusorio di uno scatto. Impossibile perché è facile immaginare che ogni espediente sarà buono per portarsi a casa il sorriso programmato della star. Eppure, chissà, forse ha ragione l’arcigno direttore, se per dieci giorni ci si concentrasse sul senso dei film e dei racconti, anziché sul proprio protagonismo, il cinema ritroverebbe quelmistero che lo ha reso immenso. Nel suo purismo, Thierry Frémaux, che a Cannes porterà il documentario di Wim Wenders con Papa Francesco protagonista, è convinto che il cinema, quello in sala, debba tornare a essere un tempio. A chi lo contesta e definisce antidemocratica la decisione, risponde infatti: «I selfie rappresentano la modernità e la gente può continuare a farli, magari a Saint-Tropez, magari in spiaggia, ma non al festival di Cannes. Quando vai in chiesa preghi, non ti metti a fare selfie ». A Cannes come a messa, compunti, coperti e un po’ seriosi, suvvia, non è un carnevale. Per quello gli amanti dei selfie si affidino alla Mostra di Venezia che almomento, conmossa astuta, prevede ancora libertà di (auto)scatto.