Oggi

Violenza, per le straniere proteggers­i è più difficile

PERLE DONNE DI ALTRE CULTURE È DURA ANCHE SOLO RENDERSI CON TODI SUBIRE ABUSI

- Maria Antonietta

Vi scrivo per capire meglio una notizia che ho letto, a proposito di una ragazza pakistana. Prima ho letto che era stata uccisa solo perché voleva sposare un italiano, poi che è morta di infarto. Come è possibile?! Ma qualcuno farà qualcosa per approfondi­re e accertare la verità? Lei cosa ne pensa?

Pochi giorni fa è morta una venticinqu­enne di origini pakistane, Sana Cheema, residente a Brescia. Stando alle testimonia­nze rese alla stampa da chi la conosceva, Sana era una ragazza in gamba, dinamica, indipenden­te: aveva studiato fino a diventare istruttric­e certificat­a di scuola guida, abilitata all’insegnamen­to, e formava sia italiani sia suoi connaziona­li, ai quali spiegava in urdu il nostro codice della strada. Da ultimo aveva anche iniziato a gestire un’agenzia di prati- che automobili­stiche. E aveva una relazione con un ragazzo della provincia bresciana. Un paio di mesi fa Sana era partita per andare a trovare i parenti in Pakistan, a Gujrat, dove vive la madre. Qui, raggiunta dal padre e dal fratello, sarebbe stata uccisa per aver trasgredit­o le regole della famiglia. Ma dopo che la notizia è stata pubblicata con ampio risalto sui giornali, è arrivata la smentita: Sana sarebbe stata stroncata da un malore. Una versione dei fatti, quest’ultima, sorprenden­te e singolare. In ogni caso, pare che adesso ci sarà un’inchiesta per accertare la verità: se davvero Sana Cheema è stata uccisa, come inizialmen­te si era detto, il tentativo di “coprire” l’omicidio è un fatto gravissimo. Infine, è giunta una terza notizia: sembra che si farà un’autopsia. Dinanzi a questa tragedia, mi sembra doveroso approfondi­re e capire la vera causa della morte di Sana.

Non sarebbe peraltro la prima volta che una donna di cultura islamica paga con la vita la volontà di vivere “all’occidental­e” e dunque di sottrarsi a un distorto rapporto di possesso parentale. Nel 2006, a Sa rezzo( provincia di Brescia ), un’ altra ragazza pakistana, Hina Sale em,er astata uccisa dal padre; a scatenare la furia omicida era stata la sua disobbedie­nza: amava un giovane italiano e si rifiutava di adeguarsi alle tradizioni e agli usi della sua cultura d’origine. Queste tragedie portano drammatica­mente alla ribalta i problemi legati alla convivenza di culture diverse, all’integrazio­ne, al contrasto fra ossequio della tradizione e rispetto dei diritti umani. Negli oltre dieci anni di attività di Doppia Difesa, abbiamo assistito a una progressiv­a presa di coscienza delle donne italiane, oggi molto più propense che in passato a denunciare abusi e violenze; notiamo invece che, purtroppo, per le donne di altre culture è difficilis­simo anche solo rendersi conto di subire delle violenze.

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