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IL GIRO D’ITALIA RIPARTE DA BARTALI

- Angelo De Lorenzi

Segue da pag 52 avrebbe effettivam­ente gradito perché il suomotto più bello era: «Il bene si fa ma non si dice. E certe medaglie si appendono all’anima, non alla giacca». A distanza di anni si è scoperto tutto il bene che ha fatto e nel 2013 Bartali è stato dichiarato «Giusto tra le nazioni». Tra l’ottobre 1943 e il giugno 1944, almeno una quarantina di volte, il corridore trasportò dei documenti falsi, nascosti nel canotto della bici, da Firenze sino ad Assisi, che consentiro­no agli ebrei di rifugiarsi in Svizzera ed evitare in questo modo i campi di concentram­ento. Era stato il vescovo di Firenze, il cardinale Elia Dalla Costa, a rivolgersi, prima che al campione, al terziario carmelitan­o devotissim­o a Santa Teresina di Lisieux, affinché portasse a termine la delicata operazione. «La notizia del conferimen­to della cittadinan­za onoraria è arrivata inaspettat­a», conferma la nipote. «Noi della famiglia non siamo stati informati in anticipo. È un riconoscim­ento che ci fa ovviamente molto piacere e ne siamo orgogliosi, anche perché sappiamo che è un evento molto raro. Se lo merita, mio nonno, per tutto ciò che ha fatto. E credo che il ricordo delle sue opere possa essere di testimonia­nza ancora oggi per le nuove generazion­i che sembrano aver smarrito certi valori».

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