Una terapia con tanti farmaci può fare più male che bene
IN 10 ANNI SALITO IL NUMERO DELLE MEDI CINEPRESE OGNI GIORNO DAI PAZIENTI OLTRE I 70 ANNI. E DOPO L’ OSPEDALE LA“DOSE” AUMENTA
Nel l’ ultimo decennio è aumentato il numero dei farmaci somministrati: nel 2008 i pazienti anziani (oltre i 70 anni) entravano in ospedale con una media di oltre 4 farmaci, mentre ora entrano con quasi 6. E questipazienti escono dall’ospedale mediamente con un farmaco in più anziché aver avuto un ridimensionamento e una razionalizzazione della terapia. Lamedia è contraddistinta da una forte variabilità per cui non sono pochi i pazienti che tornano a casa con 10-12 e perfino, in casi estremi, con 18 farmaci da assumere ogni giorno. Come mai così tanti farmaci per una sola persona? Perché gli anziani di oggi sono raramente affetti da una sola malattia; nellamaggioranza dei casihanno più patologie e quindi ricorrono a più specialisti da ciascuno dei quali ricevono uno o più farmaci che si sommano. Poiché è difficile togliere ai pazienti dei farmaci, questi si accumulano nel tempo, spesso senza che venesi areale necessità. La situazione diviene paradossale perché, pur essendole prescrizioni effettuate con lamiglior intenzione di giovare al paziente, non esiste alcuno studio che abbia stabilito se ricevere dieci farmaci sia meglio che assumerne cinque. Nessuno è in grado di sapere che cosa succede nell’organismo a tutti questi farmaci che, una volta metabolizzati, divengono centinaia di diverse sostanze chimiche che interagiscono fra loro. Lo studio REPOSI ha messo in evidenza tre importanti risultati. 1) Quanti più farmaci si somministrano tanto più aumenta in modo lineare il numero delle reazioni avverse. 2) Si ritrovano per lo stesso paziente due o più farmaci con la stessa indicazione terapeutica, senza che vi siano dati che provino il vantaggio della co-somministrazione. 3) Analizzando i farmaci prescritti, sono emerse molte interazioni, in alcuni casi gravi, che hanno determina tori-ospedalizzazioni e aumento della mortalità. Sono urgenti studi clinici controllati, perché queste forme di politerapia rischiano di essere più un danno che un vantaggio per i pazienti anziani.