Oggi

Allenare il cervello

Tutti i truc-chi per tenerlo in forma

- di Erika Riggi

Ineuroni sono destinati a morire? Lunga vita ai neuroni. Il temaè oggetto di un dibattito attualissi­mo nel mondo delle neuroscien­ze: «Solo negli ultimi duemesi sono usciti due studi in aperta contraddiz­ione tra loro », spiega Stefano Fari oli Vecchio li, ricercator­e all’ Istituto di biologia cellulare e neurobiolo­gia delCnr: «Il primo, pubblicato suNature, nega la neurogenes­i, ovvero la nascita di neuroni nell’adulto, il secondo la riafferma». Mamentregl­i studiosi dibattono, la possibilit­à di mantenere giovane il nostro cervello riposa, più che sulla neurogenes­i, sulla neuroplast­icità: alias ilmigliora­mento delle connession­i tra

neuroni, «affinché siano più efficienti, perché nessuna area cerebrale si atrofizzi o altre zone sappiano supplire alla debolezza di un’area», continua il ricercator­e, che sul tema ha scritto un libro, Un cervello sempre giovane (Sperling & Kupfer). «Quella che Stefano offre nel libro non è una ricetta di giovinezza da scolpire nella pietra», spiega la giornalist­a Elisabetta Muritti, che ha collaborat­o alla stesura. «Dalla dieta all’attività fisica, ci sono alcuni comporam enti che aiutano a tenere informala nostrament­e. Ma il primo è vivere con piacere: imporci traguardi che non ci piaccionog­enera frustrazio­ne, equesto non aiuta il benessere cerebrale, anzi ». Ecco allora come migliorare il nostro stile di vita per avere una mente informa (davvero) senza stress.

Attività fisica. «Su questo tema gli studi non lasciano dubbi: l’attività fisica stimola la produzione di partico- lari proteine (BDNF) che danno una sferzata alla sopravvive­nza neuronale e alla plasticità delle sinapsi. Non solo, si associa all’aumento volumetric­o di alcune regioni del cervello, ma aiuta a dormire meglio, rendendo i benefici effettivi e riduce lo stress, che può provocare l’atrofia di alcune strutture cerebrali, tra cui l’ippocampo». Ma se non a tutti l’esercizio fisico dà uguale benessere, c’è una ragione: cerebrale. Dipende dai livelli di dopaminapr­esenti nel cervello. Chi ne ha poca, si sente pocogratif­icato. «Gli studidicon­oche il massimo beneficio cognitivo si ottiene facendo attività con i tempi e i modi che più si addicono al nostro carattere»: dalla danza al giardinagg­io, sono tutte bene accette. Tuttavia, il training consigliat­o, per chi vuole dare una vera sferzata al cervello, è diviso in tre allenament­i minimo settimanal­i. Il primo, con la corsa («siamonati per correre») a ritmomedio, 6minuti al km, frequenza al massimo a 130-140 battiti al minuto. Come secondo allenament­o settimanal­e, nuoto in piscina per 30-40 minuti. Infine, un appuntamen­to agonistico: una partita a tennis, calcetto o basket. In alternativ­a? Palestra.

Dieta mediterran­ea. Portate intavola verdure, pesce, cereali, ingenerale, e alcuni superalime­nti in particolar­e: mandorle, noci, kiwi e sgombro, per gli Omega 3, vino rosso e uva, per il resveratro­lo, e alimenti ricchi di flavonoidi e polifenoli, come il cocco. Evitate il junk food (patatine, bibite gassate, snack) non solo perché fa male nell’immediato ma perché «induce disfunzion­i nel sistema di produzione della dopamina», spiega il ricercator­e. Insomma, può dare dipendenza. Cercate di eliminare gli zuccheri semplici, per evitare iperglicem­ia e diabete ma anche perché «creano nel cervello come dei cristalli che attaccano le proteine, rallentand­o la comunicazi­one

nervosa: è la cosiddetta glicazione». Infine, abbassate i livelli di colesterol­o: «L’ipercolest­erolemia influenza anche la circolazio­ne sanguigna cerebrale».

Unavitaatt­iva. Tra leattività suggerite per accumulare una buona riserva cognitiva spicca lamusica, perché coinvolge un numero elevato di centri

cerebrali. «Ottimo ascoltarla, ancora di più suonarla: stimola percezione e azione, mente e corpo, edentrambe le mani, quindi entrambi gli emisferi del cervello». In secondo luogo, esercitars­i con le lingue straniere: «Basti pensare che i popoli bilingui hanno una probabilit­à di sviluppare i sintomi della demenza 5 anni dopo gli altri». A sorpresa, tra le attività utili, anche i videogioch­i: «Allenano prontezza di riflessi e memoria a breve termine, e stimolano i centri nervosi che più tendono ad appannarsi nella terzaetà». Chinonsi sentisse portato per la Playstatio­n può provare con yoga, mindfulnes­s e tai

chi: insegnano il controllo e, persino, arrivano a modificare la struttura di zone cerebrali coinvolte nei processi di attenzione. Ancora più importante, la vita sociale: porta alla produzione di ossitocina, che allontana stress e invecchiam­ento. Non a caso «la solitudine è il principale fattore predittivo per la diminuzion­e del quoziente intelletti­vo e per il declino cognitivo», spiega l’esperto. Giro di amici consigliat­o? «Almeno cento persone. Ma senza stress».

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ACIASCUNO IL SUO A sinistra, Piero Angela, 89: suona il piano da quando ne aveva 7. Don Matteo (Terence Hill, 79) gioca sempre a scacchi con il maresciall­o Cecchini.
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La cover del libro di Stefano Farioli Vecchioli ed Elisabetta Muritti.
IL LIBRO La cover del libro di Stefano Farioli Vecchioli ed Elisabetta Muritti.

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