Giancinto Canzona
L’inventore di bufale ci ricasca
Patente e libretti. Sono le due passioni dell’avvocato Giacinto Canzona, figura tra il picaresco e il semi-delinquenziale di cui ci siamo occupati l’ultima volta una settimana fa. Dopo aver pianto miseria («Nessuno mi dà un lavoro»), ci aveva raccontato di come le sue fake news sulle patenti ritirate – all’imam ubriaco, alle suorine che sfrecciavano a 180 all’ora– gli avessero fruttato clienti da tutta Italia e un’impennata del giro d’affari. I libretti di risparmio continuano a interessargli, specie se sono in lire e lui promette di convertirli in euro (cosa impossibile: il termine ultimo per farlo è scaduto il 28 febbraio di sei anni fa). Sono, anzi, il core business della sua nuova attività. Che poi nuova non è, la specialità è sempre quella: la bufala “attira-clienti” diffusa sui giornali. A esser cambiata è solo l’insegna della ditta Canzona. Visto che le sue generalità sono state “bruciate” da Striscia la Notizia e da una serie di articoli di Oggi, il buon Giacinto si nasconde dietro a società che, ironia della sorte e di Giacinto stesso, hanno per obiettivo «la difesa dei diritti del consumatore» e «la tutela delle vittime di azioni criminali». Quelle “censite”, per ora, sono due. L’ultima in ordine di apparizione è la Fir, Fondazione italiana dei risparmiatori. Il Corriere della Sera ha dimostrato come dietro a questo ente farlocco - non è iscritto nel registro delle fondazioni lombarde, la sede milanese è fasulla - ci sia proprio l’avvocato romano: il cellulare che si trova sul sito alla voce “contatti” è il suo. «La Fondazione esiste davvero, io le do solo una mano a finire sulla stampa», dice Canzona, e a riprova ci gira una serie di contatti di persone da lui assistite attraverso la Fondazione. E qui viene il bello.
VOCI ARRABBIATE
La prima della lista è la signora Roberta P., romana, che al telefono quasi ringhia: «L’avvocato Canzona? Io conosco l’avvocatessa Anna Orecchioni ( che di Canzona è moglie ed ex socia, ndr): mi ha chiesto 150 euro come acconto di una causa per ottenere la conversione in euro di 5 milioni di lire e poi è sparita. L’ho cercata per mari e monti, ma non s’è fatta più trovare». Il signor Piero Merlo, di un paese in provincia di Alessandria, racconta: «Rovistando tra le cose di mia madre, trovai una discreta somma in lire che mi sarebbe piaciuto cambiare in euro. Su internet trovai un’avvocatessa esperta in materia, mi pare che il cognome fosse Orecchioni: mi chiese 60 euro, poi non l’ho più sentita. Ho capito quasi subito che era una truffa». Anche altri due clienti della Fir, che preferiscono non comparire, srotolano, con varianti trascurabili, la stessa filastrocca. Oltre alla Fir, Canzona si nasconde dietro ad Agitalia, sedicente Associazione per la giustizia in Italia. Qui il campo d’azione è più largo: l’esenzione dal canone Rai per i soggetti invalidi; l’assistenza alle vittime di femminicidio; lo studio di una class action contro la Volkswaghen ( scritto così, con un’acca di troppo, ndr) per lo
scandalo Dieselgate; c’è persino una promozione per chi vuole ricorrere al divorzio breve, purché sia consensuale ( lo sconto arriva al 100 per cento se si è sposati da 70 anni). Al numero di telefono a pagamento indicato sul sito risponde Canzona “in persona personalmente”, come direbbe l’agente Catarella di Montalbano. La telefonata costa 2 euro al minuto e il servizio è riservato ai maggiorenni. «Non posso più comparire, devo per forza lavorare per delle associazioni», si difende lui. I problemi sono due. Primo: per usufruire dei dubbi servigi di Fir e Agitalia occorre affiliarsi e l’iscrizione richiesta in genere supera i 100 euro. A questo bottino vanno aggiunti, nel caso diAgitalia, i proventi da traffico telefonico. «In questi casi il gestore gira all’affittuario del numero una fetta di guadagni che si attesta al 75 per cento del totale», spiega il generale UmbertoRapetto, esperto di sicurezza informatica. Il secondo problema è che Canzona imbarca spesso i propri clienti in cause suicide: tutte quelle per far resuscitare i cosiddetti “libretti dormienti” o per convertire le lire in euro lo sono. E qui, oltre alle parcelle dell’avvocato, che le richiede anche per via giudiziaria (e a difenderlo, nelle cause, c’èAnna Orecchioni), sui clienti “canzonati” cala pure la mannaia di Equitalia, che pretende i contributi unificati (le vecchie marche da bollo) e le multe sui contributi non pagati (perchéCanzona si è “dimenticato” di dire ai clienti che andavano saldati). Centinaia di persone friggono tra due fuochi: gli onorari di Mister Bufala e le pretese del Fisco. Per difenderle, si sta muovendo l’Aduc, l’Associazione per i diritti degli utenti e dei consumatori. Quella vera.