Zaia se la prende coimeteorologi
PER ILGOVERNATOREDEL VENETO, LE PREVISIONI ERRATE DANNEGGIANO L’ECONOMIA E «SVUOTANOGLI ALBERGHI» DELLA SUA REGIONE. ORA PROPONE DI CHIEDERE I DANNI
Luca Zaia si è scagliato contro i meteorologi e le loro previsioni del tempo errate
che, a suo dire, danneggerebbero l’economia, in particolare il settore dell’accoglienza della sua regione. Minacciando azioni legali, il governatore del Veneto (non nuovo a queste intimidazioni) non ha usato mezze parole: «Sono arrabbiato con questi del meteo. Mi riferisco anche alla televisione. O insieme alle previsioni pubblicano anche la percentuale di attendibilità, oppure dovremo chiedere i danni a questi signori perché non è possibile che per il fine settimana fossero previsti temporali mentre la gente poteva abbronzarsi tranquillamente in spiaggia». E ha concluso: «Non è possibile che poi ci sia qualcuno che, scrivendo che ci sarà pioggia o temporale, ci svuoti gli alberghi». Il primo a rispondergli è stato Andrea Giuliacci, meteorologo del centro Epson, figlio di Mario, uno dei volti più celebri delle previsioni del tempo di Mediaset, a suo tempo “licenziato” a favore delle “meteorine”. Si difende Giuliacci: «Sono attacchi quanto meno ingenerosi, e si fa di tutt’erba un fascio.
È un settore che va regolamentato sicuramente. C’è bisogno di mettere ordine.
Per esempio, se andiamo da un medico o da un avvocato, siamo sicuri del professionista che incontriamo. Invece, se cerchiamo un’informazione meteo, non è detto che chi ce la fornisce sia effettivamente una persona formata… La meteorologia che approda in tv viene spettacolarizzata ed è normale». Sicuro che sia normale?
Se le previsioni fossero davvero prevedibili, le rubriche che ne danno conto in tv o sui vari siti si assomiglierebbero tutte:
domani pioverà, fate attenzione; ci sarà il sole, occhio alle scottature; freddo e gelo, copritevi. E invece ogni rete, ogni sitomette in scena una recita diversa; nasconde, con stili differenti, la paura di sbagliare. Il computer, i satelliti, l’uso degli algoritmi nell’elaborazione dei modelli previsionali e la disponibilità di ingenti risorse di calcolo forniscono dati esaurienti, ma sta al meteorologo interpretarli. Questo è il vero problema. La retorica della meteorologia segue alcune regole, la principale delle quali è che una cattiva notizia fa più notizia di una buona: la “bomba d’acqua” fa più effetto di un acquazzone. In più, il meteo è stretto fra l’angoscia del tempo che cambia (l’effetto serra, la scomparsa delle mezze stagioni, i ghiacciai che si sciolgono, i fiumi in secca) e la
convinzione diffusa che solo il Bel Tempo abbia diritto di cittadinanza nel nostro Bel Paese.
Se piove, c’è sempre un governo ladro.
LA RETORICA SEGUE ALCUNE REGOLE: LA “BOMBA D’ACQUA” FA PIÙ EFFETTO DI UN ACQUAZZONE