PER AIUTARE LE VITTIME INIZIAMO AD ASCOLTARLE
Cara Michelle, ho letto che è stato condannato l’ uo-mo che ha stupratola dottoressa della guardia medica di Trecastagni, nel catanese. Ancora oggi, leicontinua adire di esse restatala sciata sola ad affrontare la terribile vicenda, ad esempio dai colleghi. Secondo te, quali passi possiamo fare, a livello di istituzioni e anche personale, per non fare sentire solo una vittima di violenza? Elena l’isolamento delle vittime di violenza è un tema scottante. Purtroppo i tempi della giustizia sono lenti; purtroppo è accaduto che le denunce delle donne fossero sottovalutate o fraintese; purtroppo i medici del pronto soccorso non ricevono una preparazione specifica per aiutare. Manca insomma una regolamentazione (Doppia Difesa si sta battendo, per esempio, perché ci sia una corsia "preferenziale" per le donne che arrivano in pronto soccorso) e finora si è andati avanti contando sulle capacità dei singoli.
Per le donne èmolto difficile trovare il coraggiodi denunciare:
hanno paura di vendette, si vergognano, temono di non essere credute o di essere criticate; tante sono addirittura convinte di esserseli meritati, gli schiaffio i pugni (per tacere di violenze peggiori, anche psicologiche). Ecco perché è fondamentale che, quando finalmente riescono a parlare, trovino ascolto e aiuto. Le istituzioni dovrebbero organizzare corsi di formazione, per sensibilizzare Carabinieri, Polizia emedici su questi casi specifici. A livello individuale, penso che bisognerebbe innanzitutto ascoltare, senza giudicare, tentando di capire e di offrire
vicinanza.
La violenza è un tema che ci riguarda tutti
e se un’amica ci confida che il suo compagno la maltratta dovremmo cercare di farle capire che non deve accettarlo: purtroppo ci sono ancora donne convinte di dover "obbedire", o che una gelosia asfissiante sia una dimostrazione d’amore.
E nessuno dovrebbemai criticare una donna per aver denunciato, magari accusandola di aver esagerato o frainteso:
lamancanza di solidarietà (e di rispetto) può essere deleteria tanto quanto la violenza. Lamia sensazione, però, è che si stia diffondendo una consapevolezza sempremaggiore, da parte sia delle vittime sia dell’opinione pubblica, e dunque spero che questo aiuti a cambiare la situazione.
Michelle Hunziker
LA MANCANZA DI SOLIDARIETÀ PUÒ ESSERE DELETERIA TANTO QUANTO LA VIOLENZA