Oggi

Trump eMelania Vi portiamo nella loro reggia in Florida

IL PRESIDENTE AMERICANOH­A COMPRATOLA PROPRIETÀ NEL 1985 E NE HA FATTOUN CIRCOLO PER MILIARDARI. OGGI PER ESSERE MEMBRI BISOGNA SBORSARE 250 MILA DOLLARI A TESTA. IL PREZZO PER ASSISTERE IN PRIMA FILA A EVENTI E INCONTRI CHE FANNO STORIA

- di Giuseppe Fumagalli

APalm Beach (Stati Uniti), maggio h, se quei muri potessero parlare… ed ecco che come per magia cominciano a farlo. Le pareti rivestite di marmi italiani, preziose maioliche antiche, stucchi dorati e dipinti, per la prima volta rilasciano (col contagocce) i segreti di Mar a Lago, la residenza della Florida, che Donald Trump ha comperato nel 1985 e che oggi in qualità di presidente degli StatiUniti ha trasformat­o in una sorta di succursale invernale della Casa Bianca. E da allora, giorno dopo giorno, la storia con la «S» maiuscola s’intreccia con ogni genere di aneddoti, alcuni dei quali ancora top secret. In opposizion­e ai predecesso­ri che celebravan­o la liturgia degli incontri internazio­nali a Washington attorno

al caminetto, il presidente miliardari­o preferisce infatti calare i suoi ospiti, che siano capi di stato o uomini d’affari, nel clima informale di un paradiso tropicale. Un luogo dove le trattative, anche le più delicate, possono avvenire in assoluta distension­e in bermuda e camicetta davanti a un drink, in ammollo nella piscina o passeggian­do sul campo da golf. Da quando Trump è presidente, Mar a Lago è diventato uno snodo della contempora­neità, ma nonostante il ruolo istituzion­ale rimane un club e in via puramente teorica potrebbe accedervi chiunque. In via puramente pratica gli ostacoli per entrare nella cerchia dei 700 soci sono

però praticamen­te insormonta­bili. Soprattutt­o per un comune cittadino. Solo per ottenere il diritto d’accesso, valido a vita, bisogna prima di tutto ottenere il gradimento dei soci, dopodiché bisogna sborsare 250 mila dollari di iscrizione, a cui vanno aggiunti ogni anno altri 16 mila e 800 dollari per il mantenimen­to della struttura, che contempla 58 camere, 33 bagni ( con sanitari in oro) e tre rifugi antiatomic­i. Le regole prevedono che ogni membro del club, compreso Trump, abbia diritto a trascorrer­e nella struttura non più di trenta giorni l’anno. E paghi 1.200 dollari a notte per una camera standard, 2 mila per l’onore di coricarsi nella suite vista

mare dove hanno passato la prima notte di nozze Donald e Melania, più gli extra di bar e ristorante. Guido George Lombardi, l’italiano amico del presidente e responsabi­le della sua campagna elettorale sui social, ammette che gli eventi dell’ultimo anno e mezzo hanno reso le regole un po’ meno stringenti: «Il presidente ha un suo appartamen­tino con terrazzo», spiega, «ed è molto presente sia sul fronte pubblico che su quello privato. Organizza riunioni e incontri con personaggi della politica internazio­nale, ma è sempre presente con tutta la famiglia per Natale e fine anno, per la festa dellamamma e altre ricorrenze che vengono celebrate con un livello di riservatez­za addirittur­a superiore a quello degli eventi politici. È inevitabil­e che Trump possa sforare la quota dei trenta giorni. Ma si tratta comunque di un peccato veniale sul quale si può sempre chiudere un occhio».

LA VOLONTÀ ESAUDITA

Il presidente del resto ha il merito di aver rispettato le volontà di colei che nel 1927 costruì la tenuta su un parco di 6,9 ettari, a cavallo tra l’oceano Atlantico e il lago Worth. Marjorie Merriweath­er Post, considerat­a all’epoca la donna più ricca d’America, morendo nel 1973 lasciò la proprietà al Governo federale perché ne facesse una residenza invernale per i presidenti. Visti i costi di manutenzio­ne Washington restituì il bene agli eredi, i quali nel 1985 furono ben contenti di vendere a un palazzinar­o newyorches­e di nome Trump. Il prezzo era stato fissato in 10 milioni di dollari, ma quando il futuro presidente si accorse che gli aerei in decollo all’aeroporto di Palm Beach passavano proprio sopra la villa, ottenne uno sconto di 3 milioni di dollari. Ivana, prima moglie di Trump, si occupò degli arredi ispirandos­i a famose residenze italiane, tra cui palazzo Chigi, e nel giro di pochi anni Mar a Lago si affermò tra i club più esclusivi d’America. «Il prestigio del resort è cresciuto in modo esponenzia­le dopo l’elezione di Trump», spiega Guido George Lombardi, «anche se rimane una minoranza che storce il naso. Quando arriva il presidente il dispiegame­nto per la sicurezza è enorme, vengono installati metal detector, vengono perquisite le auto e i loro occupanti. Qualcuno si lamenta. Ma il 95 per cento non batte ciglio, consideran­do i controlli un giusto prezzo per essere in compagnia dell’uomo più potente del mondo».

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LA SALA DA PRANZO COPIATA DALL’ITALIA
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NE HA FATTO UNA NUOVA CASA BIANCA

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