Oggi

Strage di di Erba Parla Parla Olindo: Olindo: «Perché i giudici giudici hanno hanno pau- paura di analizzare analizzare quei quei reperti?» reperti?»

«CHISSÀ COSA VOGLIONO COPRIRE ECHI NON VOGLIONO DANNEGGIAR­E », SCRIVE IL CONDANNATO( ALL’ ERGASTOLO) CON LA MOGLIE ROSA. MA NON SMETTE DI SPERARE

- di Marco Oliva

«Qual è il problema di analizzare dei reperti? Proprio questa domanda mi rimbomba nella testa e non mi fa capire il senso della giustizia». Ancora una volta Olindo Romano decide di prendere carta e penna per sfogare la sua amarezza con una missiva a me indirizzat­a. Una lunga corrispond­enza la nostra, che dura ormai da anni. Olindo dalla sua cella nel carcere di Opera mi affida le sue frustrazio­ni confidando nel mio essere portavoce dei suoi pensieri. Condannato all’ergastolo dalla Cassazione il 3 maggio 2011, assieme alla moglie Rosa Bazzi, per la strage di Erba dell’11 dicembre 2006 in cui persero la vita Raffaella Castagna, il figlio Youssef, la madre Paola Galli e la vicina Valeria-Cherubini, Olindo non ha mai smesso di gridare la sua innocenza. E lo fa anche attraverso queste lettere, che Oggi pubblica in esclusiva. Il rammarico, questa volta, è per lo stop improvviso arrivato il 30 gennaio scorso dalla Corte d’Appello di Brescia a concedere nuove perizie. Sembrava cosa fatta, Rosa e Olindo avevano persino partecipat­o in prima persona a due udienze in tribunale. Mancavano solo i nomi dei periti per analizzare nuovi reperti: le tende sporche di sangue di casa Cherubini, un mazzo di chiavi, un accendino, i capelli sulla felpa del piccolo Youssef. Niente da fare, inammissib­ile la richiesta di incidente probatorio. Una vera e propria marcia indietro, nonostante la richiesta esplicita della Cassazione di procedere alle analisi. Il motivo? Tali esami non sarebbero sufficient­i a portare a una revisione del processo. «Grazie per l’interessam­ento di Telombardi­a», scrive Olindo in questa lettera esclusiva, «per l’iniziativa di fare una colletta per pagarci i costi della perizia. Purtroppo i giudici di

Brescia all’ultimo hanno cambiato idea, lasciando me e Rosa senza parole e amareggiat­i». In effetti l’ostacolo a queste nuove perizie sembrava in un primo momento l’aspetto economico. Chi avrebbe dovuto pagare queste indagini? I coniugi Romano risultano nullatenen­ti. Per questo con la mia trasmissio­ne, Iceberg, in onda su Telelombar­dia, mi ero fatto promotore di una raccolta fondi popolare per amore di verità. Olindo sa bene, infatti, che non mi considero un innocentis­ta convinto, ma apprezza l’impegno a far chiarezza su quei punti che dopo tanti anni sono rimasti oscuri. «IoeRosa noncapiamo quale sia la paura che hanno di analizzare reperti mai analizzati», prosegueOl­indo. «Spero che tanti possano credere che dietro questa storia noi non c’entriamo nulla, chissà che cosa vogliono coprire». Sulla strage di Erba, comunque, non è ancora detta l’ultima parola perché i legali della coppia già da mesi hanno presentato l’ennesimo ricorso in Cassazione. «Speriamo quindi di ritornare a Brescia», si augura Olindo, «per fare finalmente giustizia. Rivedere l’esterno del carcere dopo tanti annimi ha fatto piacere, erano almeno cinque anni che non uscivo da Opera e andare a Bresciami ha fatto respirare un po’. Pensavo che sarebbero stati gli ultimi viaggi prima della libertà, invece dovrò farne altri». Olindo, poi, mi parla dell’asso nella manica dei suoi difensori, gli avvocati Schembri e Bordeaux. Si tratta dell’analisi sulle tende di casa Cherubini, analisi che potrebbe provare che l’omicidio della vicina sarebbe avvenuto nell’appartamen­to della donna e non sul pianerotto­lo come dichiarato dai Romano nella confession­e poi ritrattata. «Ho letto l’ordinanza della Corte d’Appello di Brescia e sono rimasto esterrefat­to dalla descrizion­e della morte della signora Cherubini, come si può fare quella ricostruzi­one senza analizzare la tenda, i cuscini e i cappotti. Era proprio questo che dovevano fare e non l’hanno fatto. A questo punto penso solo che la verità possa danneggiar­e qualcun altro».

 ??  ?? «A BRESCIA HO RESPIRATO» Brescia. Olindo Romano, 56, durante una udienza del processo, nel 2010. «Da cinque anni non uscivo di prigione. Ho respirato», dice. Nel tondo in alto a sinistra, due delle vittime: Raffaella Castagna, 30, e il figlio Youssef,...
«A BRESCIA HO RESPIRATO» Brescia. Olindo Romano, 56, durante una udienza del processo, nel 2010. «Da cinque anni non uscivo di prigione. Ho respirato», dice. Nel tondo in alto a sinistra, due delle vittime: Raffaella Castagna, 30, e il figlio Youssef,...
 ??  ??
 ??  ??
 ?? di Marco Oliva giornalist­a, conduttore di Iceberg su Telelombar­dia ??
di Marco Oliva giornalist­a, conduttore di Iceberg su Telelombar­dia
 ??  ?? SEMPRE UNITI Olindo e la moglie Rosa, 54, confessaro­no la strage e poi ritrattaro­no.
SEMPRE UNITI Olindo e la moglie Rosa, 54, confessaro­no la strage e poi ritrattaro­no.

Newspapers in Italian

Newspapers from Italy