Anna Frank «Nas cose due pagine del suo diario perché eranono frivole» frivole»
IL CURATORE DELL’ EDIZIONE ITALIANA DELL’ OPERA DELLA RAGAZZA SIMBOLO DELLA S HO AH SPIEGA :« LE SCRISSE QUANDO AVEVA 13 ANNI. CI DICE MOLTO SULLA SUA PERSONALITÀ IL FATTO CHE DECISE DI COPRIRLE»
La vera sorpresa è che le pagine censurate del Diario ci dicevano più cose di Anna Frank, prima, quando non si poteva leggerle, che adesso che sono state decifrate». Matteo Corradini, scrittore, saggista, e soprattutto curatore dell’edizione italiana dei Diari di Anna Frank spiega: «Quelle due facciate vennero scritte il 28 settembre 1942. Una giornata particolare. Nel nascondiglio per tutta la giornata non doveva volare unamosca: nell’appartamento sotto c’erano degli operai per lavori di manutenzione, e nessun rumore doveva tradire la presenza dei Frank. Anna, non potendo fare altro, scrisse molto, anche cose delle quali evidentemente si pentì, e pensò poi di censurare incollandoci sopra della carta da pacchi».
Non potrebbe averle censurate il padre, quando entrò in possesso dei diari?
«Difficile. Nel Diario ci sono altre pagine con contenuti simili, che il padre non ha toccato. Il signor Otto Frank era una persona progressista, laica, cosmopolita e molto moderna».
Ma cosa c’è scritto in queste due pagine?
«Ci sono quattro barzellette vagamente sexy, la più spinta delle quali è: “Cosa fanno le ragazze dell’esecito tedesco in Olanda? Fanno damaterasso ai soldati”. Poi ci sono delle riflessioni sullo zio, gay. Anna pensa che l’omosessualità non sia normale. E poi racconta che il padre, a Parigi, ha frequentato i bordelli. Niente di trascendentale. Sono le curiosità di una ragazzina di 13 anni. All’inizio spiegavo che quelle pagine dicevano di più quando erano censurate. Penso che quella carta incollata sopra testimoniasse il riserbo e la timidezza di una tredicenne, che rileggendo quanto aveva scritto aveva deciso di nasconderlo agli occhi di tutti. Più avanti Anna racconta episodi anche più spinti, ma si sente più matura, e anche più libera di esprimersi su certi temi»
Come mai ci sono voluti 75 anni per decifrare quelle pagine? Dalle foto sembra semplicemente che abbiano messo una fonte luminosa dietro per vedere il testo in controluce.
«Eh, è stato parecchio più complicato. La pagina era scritta da tutte e due i lati. Quindi con la luce dietro le tracce di inchiostro si sovrapponevano ren-
dendo impossibile capirci qualcosa. Così hanno fotografato digitalmente la pagina retroilluminata, poi con un software specifico è stata sottratta l’immagine digitale della facciata leggibile e così è rimasto solo ciò che tanti anni fa Anna Frank volle nascondere».
Senta, ma se l’autrice volle na- scondere quelle parole, ritiene sia giusto ora pubblicarle sulle prossime edizioni del Diario?
«Bella domanda. Quelle pagine sono le uniche che Anna rese veramente inaccessibili, incollandoci sopra strisce di carta da pacchi. Insomma, la volontà che non fossero lette è evidente. Quindi il problema c’è. Però sono state rese pubbliche dalla Fondazione che porta il suo nome. Si è assunto la responsabilità di questa scelta l’unico organismo che poteva farlo, dando un’indicazione agli editori di tutto il mondo. Penso che verranno inserite nelle nuove edizioni del testo, ma penso anche che non dicano molto di più su questa sventurata ragazza».