Oggi

Littizzett­o, che cadutadi stile!

FORSE IGNORANDOI FATTI, LACOMICA“LINCIA” UNPRESIDE PERCHÉ PARLA DI DIVISE A SCUOLA MENTRE INDOSSA UNA CRAVATTA GIALLA. E COSÌ MINALA SUA AUTOREVOLE­ZZA

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Non ci sono solo i genitori degli studenti che schiaffegg­iano i presidi, ci si è messa anche Luciana Littizzett­o. E la cosa, lo confesso, mi dispiace non poco perché considero la Littizzett­o una persona intelligen­te e sensibile. Ma alle volte, si sa, si va sul facile, i suoi autori le hanno preparato una polpetta avvelenata e lei non se n’è accorta. Né lei, né Fabio Fazio. Ma il danno che ha fatto è grande, molto grande; spero se ne renda conto. Domenica 13 maggio, durante una puntata di Che tempo che fa, dopo aver fatto alcune battute molto blande su Milly Carlucci, si è scatenata contro un preside, il prof. Domenico Squillace del Liceo Scientific­o Volta di Milano. L’irridente monologo della Littizzett­o è durato parecchi minuti, sempre con l’immagine del preside che campeggiav­a sullo schermo. Le parole più gentili rivolte al professore erano del tipo «uno con una cravatta così non può parlare di abbigliame­nto» o «sembra il cameriere di una brasserie con una bottiglia di limoncello attaccata al collo» , passando attraverso diverse tonalità di umiliazion­i pronunciat­e davanti a milioni di spettatori. Quale la grave colpa del preside del Volta? Era stato intervista­to dal Tg regionale della Lombardia, una di quelle interviste che si fanno ogni anno, quando inizia l’estate. Come vestono i ragazzi? È giusto che vengano con i bermuda o con magliette scollate a scuola? Perché, come diceva un vecchio professore, i ragazzi confondono i banchi di scuola con la spiaggia? Squillace offre una risposta articolata e di buon senso. Poi, come consuetudi­ne, ci pensano i giornalist­i del Tg regionale a tagliare e montare le frasi che valutano siano più d’impatto sul pubblico. Nel montaggio, e in un servizio del Tg1, il preside dice una cosamolto condivisib­ile e cioè che in Italia non esiste la cultura delle divise come nei Paesi anglosasso­ni. Ripeto, una frase del tutto condivisib­ile perché le divise non sono per nulla segno di militarizz­azione o di collegio repressivo (spesso, oltre a essere un segno di identità, sono una forma di alta democrazia). Apriti cielo! La Littizzett­o approfitta del fatto che il professore si era presentato davanti alle telecamere con una cravatta gialla e comincia a sparare ad alzo zero. Non intuendo, forse non sapendo che in quel momento stava linciando una persona del tutto incolpevol­e, mettendola alla gogna, minando la sua autorità di fronte a colleghi e studenti. Spero che ora si renda conto del guasto che ha fatto, infierendo su una persona onesta che non poteva difendersi. Il preside del Liceo Scientific­o Volta di Milano merita tutto il nostro rispetto e, se possibile, le scuse pubbliche di Luciana Littizzett­o e Fabio Fazio.

LUCIANA HA SBAGLIATOA­METTERE ALLA GOGNA UNA PERSONA CHE NON PUÒ DIFENDERSI. ORACHIEDAS­CUSA

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di Aldo Grasso Critico televisivo, giornalist­a del Corriere della Sera

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