Boralevi narra il lato oscuro del cuore
LA BAMBINA NEL BUIO E LA PERFEZIONE APPARENTE
Un orologio, unmeccanismo perfetto, un thriller che ruota attorno a un tabù: il buio che abita il cuore delle donne. Antonella Boralevi questo suo ultimo libro ( La bambina nel buio, Baldini+Castoldi, 19,70 euro; a destra la cover) lo ama. Per un motivo buffo: «Volevo un libro di quelli che non vedi l’ora di tornare a casa per farti portare via da loro in mondi che non sono i tuoi. Non c’era e allora l’ho scritto. Avevo dentro da un po’ l’immagine di una Venezia plumbea, nebbiosa, con un rumore di passi in sottofondo e aria di mistero. Sono partita da quella, mi sono lasciata guidare», racconta. Unmeseemezzo dopo, il romanzo era lì. Della trama diremo poco: il mistero che la pervade è un tessuto così in equilibrio che basterebbe una parola di troppo per togliere al lettore il gusto di un disvelamento progressivo. La vicenda si svolge su duepiani temporali - gli Anni 80 del boom e gli anni nostri - che si giustappongono con efficacia in due immagini: la sontuosa festa ambientata nell’alta
società veneta della metà degli Anni 80 che apre il romanzo; l’arrivo mesto e grigio di una ragazza inglese – 30 anni dopo – in una Venezia respingente. «Chi ha amato La ragazza del treno o Il caso Harry Quebert si innamorerà di questa Bambina. È un affrescodei segreti che possono celarsi dietro le facciate apparentemente perfette dell’alta
società. Ma il lettore non si aspetti di “riconoscere” persone o personaggi: ciascunodi loro è il fruttodegli
incontri dellamia vita. Ciascuno di loro sono io, che divento le donne e gli uomini di cui scrivo», dice Boralevi. Nello spazio protetto del romanzo, anche lettori e lettrici saranno quei personaggi, «perché tutti, maschi e femmine, abbiamo segreti che nascondiamo anche a noi stessi, che seppelliamo dentro di noi e che finiscono colmangiarci dall’interno. Segreti che a un certopunto esplodono in modo violentissimo e cambiano la vita». A volte, da questo BigBang nasce un romanzo. M.Ap.