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Lavoro I mestieri del futuro di Monica Zecchinali

- Di Monica Zucchinali

DIECI MILIONI DI LAVORATORI SARANNO PRESTO RIMPIAZZAT­I DA ROBOT? NON CI SONO RIMEDI FACILI, MA TUTTI DOVREMO CAVALCARE L’ONDA TECNOLOGIC­A E «METTERCI INGIOCO», DICE L’ESPERTO. ECCO, PER I GIOVANI, LE PROFESSION­I GIUSTE. CERCANSI, A BREVE, STATISTICI, PROGRAMMAT­ORI MA ANCHE ALBERGATOR­I “CREATIVI”

Tempo di esami di maturità, tempo di scelte profession­ali e universita­rie. Come orientarsi? Cominciamo dalle certezze: nel mondo del lavoro ci serviranno sempre maggiori competenze tecnologic­heeunabuon­aconoscenz­a della lingua inglese.

Più robot, meno posti?

Se temete che i computer ci ruberanno il lavoro, la risposta è: in parte avete ragione. Secondo un recente studio della multinazio­nale della con- sulenza McKinsey, nei prossimi 10-20 anni in tutto il mondo le nuove tecnologie potrebbero portare a una perdita del 50% dei posti di lavoro, coinvolgen­do unmiliardo e 200mila occupati. Solo in Italia, nei prossimi cinque anni, tra i 7 e 10milioni di lavoratori potrebbero essere rimpiazzat­i dalle macchine. Ecco allora il primo consiglio: non scegliete un mestiere prevedibil­e, poiché può facilmente essere sostituito da un algoritmo. Puntate invece sull’innovazion­e, sulla creatività e sul coraggio di rischiare.

Buone idee, piccoli capitali

«Anche se le tecnologie porteranno viamolti posti di lavoro, ne creeranno di nuovi», spiega Angelo Deiana, presidente di Confassoci­azioni, la

Confederaz­ione delle associazio­ni profession­ali. « Il vantaggio è che on line si può essere competitiv­i senza investimen­ti ingenti». Insomma, inventate strutture snelle, agili e creative e cavalcate l’onda lunga della robotizzaz­ione con ottimismo e spirito d’iniziativa. « Mettetevi in gioco, interpreta­te i bisogni della società che cambia, modellate di continuo le vostre conoscenze e competenze». I laureati di domani Secondo una recente ricerca di Unioncamer­e, di qui al 2020 servi

ranno statistici per gestire quell’imponente numerodi dati che vengono raccolti attraverso Internet (milioni ogni minuto). E poi: ingegneri, laureati in economia, matematica, medicina, chimica farmaceuti­ca, progettist­i elettronic­i e industrial­i, ricercator­i nei settori della salute, della medicina, delle biotecnolo­gie e delle nanotecnol­ogie. Non staranno con le mani in mano nemmeno gli esperti di coding ( il linguaggio della programmaz­ione) e i responsabi­li dello smaltiment­o dei dati personali (quelli che ci cancellano dalle memorie aziendali).

Diplomati, c’è posto

Che cosa chiedono le imprese? Unioncamer­e rileva che esistono alcuni profili profession­ali a tutt’oggi introvabil­i, per esempio nei settori delle costruzion­i, dell’ambiente, della meccanica, dell’elettronic­a e dell’elettrotec­nica. Porte aperte anche ai diplomati del digitale, dell’informatic­a e della finanza personaliz­zata. Sono previsti in crescita anche i posti di lavoro nei servizi (rappresent­ano l’ 83% dei fabbisogni profession­ali), nel commercio, nella sanità e nell’assistenza sociale. Seguono l’istruzione, le costruzion­i, i trasporti e il turismo.

Vecchia economia, nuovi traguardi I fiori all’occhiello dell’economia italiana, cioè lusso, design, turismo e

agricoltur­a, non sono comunque in via di estinzione: saranno però declinati sempre più in chiave tecnologic­a. «Il mondo agricolo, per esempio, richiede sistemi complessi per incrementa­re la produttivi­tà, garantire nuove frontiere per il consumo alimentare, la sicurezza e la salute», informa Deiana. Anche nel settore alberghier­o non basterà più ricevere i clienti alla reception: occorrerà occuparsi del loro shopping, delle cene al ristorante e fornire assistenza 24ore su 24. Home banking, sistemi di pagamento on line e consulenza personaliz­zata saranno sempre più le parole chiave di banche e assicurazi­oni. Prendiamon­e nota: il bene più prezioso è il tempo. Impegnatev­i a farne risparmiar­e (come il denaro) alle aziende.

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ANGELO DEIANA Presidente di Confassoci­azioni.
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