Oggi

«Il sistema crea un limbo in cui prospera l’illegalità»

- G. G. R.

«Il ministro Salvini ha detto che vuole controlli accurati sul sistema di gestione dell’accoglienz­a dei migranti? Ben venga», dice Stefano Trovato, responsabi­le area immigrazio­ne del Cnca (Coordiname­nto nazionale delle comunità di accoglienz­a). «Noi siamo sicuri che gli oltre 50 mila richiedent­i asilo gestiti dalle associazio­ni e comunità di volontaria­to o dalla Caritas ricevano un trattament­o all’altezza dei migliori standard, in strutture più che dignitose. Poi c’è un sacco di gente ospitata in strutture gestite da privati con pura finalità di lucro e qui la mano sul fuoco non ce la possiamo mettere». Business a parte, non è che il sistema di gestione dei migranti è una specie di grande “irregolari­ficio”? «Purtroppo è così. La minoranza a cui viene infine riconosciu­to lo status di rifugiato ottiene il permesso di soggiorno e, anche se esce dal sistema di accoglienz­a, è almeno libera di cercarsi un lavoro con regolare contratto, oltre a usufruire dei servizi che offre lo Stato a qualunque cittadino. I tanti a cui, dopo anni, anche se si sono ormai integrati, viene invece negato, perdono il diritto di risiedere non solo in Italia, ma anche in Europa e, nello stesso tempo, non è quasi mai possibile rimpatriar­li. Morale? Si ritrovano in una specie di limbo in cui finiscono per alimentare il circuito dell’illegalità e del lavoro nero, quando non proprio lavoro al soldo di organizzaz­ioni criminali».

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