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Mania figurine di calcio Un collezioni stacele ha tutte di Alessandro Penna

GIANNI BELLINI PER TRENT’ANNI HA PASSATO L’ EQUIVALENT­E DI 4 ORE AL GIORNO AD ATTACCARE FIGURINE: HA 4 MILA ALBUME LA SUA COLLEZIONE È UNICA ALMONDO. OVUNQUE VORREBBERO DEDICARGLI UN MUSEO, TRANNE IN ITALIA. MA SEMBRA CHE LE COSE STIANO CAMBIANDO

- dall’inviato Alessandro Penna - foto Roberto Brancolini

Se questa casa bruciasse? Mia moglie ha le gambe e potrebbe scappare. I miei albumno: salverei loro». Ci crediate o no, Gianni Bellini da San Felice sul Panaro (Modena), tipografo, è un ottimomari­to. Il problema è che anche un ottimo collezioni­sta. Anzi, il migliore di tutti: più di 4 mila album e 3 milioni di “figu”. Con lui il giochino «ce l’ho, non ce l’ho» perde ogni senso: ce l’ha tutte. «Cnn, Bbc, Times e History Channel hanno raccontato la mia storia. In Ita- lia nessuno si è occupato di me», dice più sorpreso che amareggiat­o.

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Quando è iniziata la passione? «Quando avevo dieci anni: la Panini mandò un album in omaggio a mio fratello e io mi “ammalai”. La prima figurina fu Sergio Carantini del Lanerossi Vicenza, stagione 1972-73». E quando è diventata unamania? «Nel 1983, appena dopo sposato». Anziché dedicarsi a sua moglie...

«Mettevo annunci sui giornali stranieri per trovare gli album degli altri campionati, e la sera attaccavo le figurine. Una faticaccia: allora si scriveva a mano, dovevi andare in posta, aspettare le risposte». Ma la sua signora… «Con le mail è più semplice, ne mando 5 mila all’anno. Ho 250 “corrispond­enti” in tutto il mondo, anche in Afghanista­n e in Nuova Guinea: appena esce un album, me lo spediscono». Dicevo: sua moglie non si è mai arrabbiata? «È il segreto di questomio “successo”: non mi rompe le scatole. Sa, però, che gli album sono il mio punto debole e ogni tanto ne approfitta». In che senso? «Anni fa, dopo una lite, mi strappò quello della Liga spagnola 1994-95. Ma in fondo è contenta delmio hobby. Al Times ha detto: “Almeno non va al bar e lo tengo sotto controllo”». Ha molti pacchetti ancora chiusi. «Sono indietro di circa 400 mila figurine, ma fra tre anni vado in pensione e recupererò. Le attacco io, non lascio che nessuno le tocchi. Nemmeno ilmio nipotino: le mette storte». Quanto tempo ha dedicato alla sua collezione? «Quattro ore al giorno, per 30 anni: 44 mila ore ( cinque anni interi passati giorno e notte sugli album, ndr)». Ho speso l’equivalent­e di un paio di belle case. Mia moglie ogni tanto mi dice: “Quando vendiamo qualche albumper prendere una casa al mare?”». La sua collezione farà gola... «Un giorno è venuto a vederla il figlio di un noto industrial­e. Luimi fa: “Vendi?”. E io: “No”. E lui: “Vendi?”. E io: “No”. Ha tirato fuori il blocchetto degli assegni, ne ha staccato uno, l’ha firmatoemi ha detto: “Metti tu la cifra”. Per fortuna ho vistomia moglie che con la testa mi ha fatto “no”. Avrei perso un pezzo della mia vita». Ora ci sono i Mondiali. «Ne ho 98, di album sui Mondiali, ma il Perù mi ha fregato». In che senso? «Nel senso che si è qualificat­o. Solo lì sono usciti 40 album sui Mondiali, tutti pirata. Ma io devo avere anche quelli “illegali”. Comunque, tiferò proprio per il Perù: ha lamaglia più bella. Ma temo che vincerà la Germania». Qual è la figurina che l’ha fatta più penare? «Ivano Bordon, secondo portiere dell’Inter, anno 1972-73: mi mancava solo quella per completare l’album. Un mio compagno di scuola ce l’aveva doppia: per darmela me ne chiese 500 in cambio. Io avevo 496 doppioni. Allora vado in edicola per raggiunger­e quota 500, e chi trovo nella bustina?». Ivano Bordon? «Esatto. Gliele ho date comunque, quelle 500: bisogna essere generosi». La “figu” più famosa è quella di Pizzaballa. «Pier Luigi Pizzaballa, portiere dell’Atalanta, anno 1963- 64. Il giorno in cui Panini fece le foto alla squadra, lui era a casa con la febbre. L’album andò in stampa senza la sua figurina. Lo fotografar­ono tre mesi dopo, ma ormai si era creato il mito: a tutti mancava Pizzaballa. L’ho conosciuto, è una persona stupenda. Mi ha detto: “Io ho fatto 20 anni di serie A, ho giocato nel Milan e nella Roma, sono stato il terzo portiere ai Mondiali 1966 e tutti si ricordano di me per una figurina!». Ora lei fa anche mostre… «L’ ideamela diede Fabrizio Frizzi. Mi invitò a un suo programma e mi disse: “Devi fare delle mostre, la gente si divertireb­be damatti”. Ogni volta che ne organizzo una, mi torna in mente: era straordina­rio. Le figurine non sono sport, sono cultura. Guardi gli album degli Anni 70, li confronti con quelli successivi: cambiano le capigliatu­re, le maglie, il modo di fotografar­e, le facce e le espression­i dei giocatori. Adesso sono degli dei, e il calcio è un business: non lo seguo quasi più». È vero che aprirà un museo? «Siamoquasi pronti ad aprireaChi­asso. Da noi la burocrazia è allucinant­e, ma proprio oggi mi ha chiamato il Comune di Bologna: forse si sblocca la situazione qui da noi». A San Felice, nel 2012, c’è stato il terremoto. «Ho trovato molte figurine per terra.

Le ho messe in uno scatolone, per tre mesi non le ho sfiorate. Ero sotto choc, Poi ho preso le ferie per rimettere gli album a posto». Mai pensato di mollare? «Io no. Però quando la Panini venne venduta a un magnate inglese, Robert Maxwell, tremai. Quello voleva smettere con i calciatori e fare le figurine pornografi­che. I dipendenti erano disperati, io di più». Qual è stato l’album più sudato? «Egitto 1986. Il corrispond­ente de Il Cairo tutti gli annimimand­ava l’album del campionato. Nel 1986 ha smesso di risponderm­i. Quel “pezzo” l’ho recuperato nel 2005: ho scritto alla Federazion­e egiziana, mi hannomesso in contatto con un collezioni­sta». Ma lei scrive a tutti in inglese? «Sì. Mi aiuta mia figlia Sonja: le ho fatto studiare Lingue all’università perché così mi avrebbe potuto affiancare quando…». Sta scherzando!? «Era indecisa. Io le ho detto: “Studia Lingue, così aiuti il tuo papà”». Lei è un mostro! «Che ne sapevo che sarebbe arrivato Google Translator e avrei potuto fare da solo?».

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San Felice sul Panaro (Modena). Gianni Bellini, 54, tipografo, mostra orgoglioso un album della sua infinita collezione, che non ha pari in tutto il pianeta. NESSUNO COME LUI

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