Oggi

Potranno superare il trauma quei bambini chiusi in gabbia da Trump?

NEGLI USA, I FIGLIDEGLI IMMIGRATI IRREGOLARI SONOSTATI DIVISI DALLE FAMIGLIE. PERÒMELANI­A...

- Maria Rita Parsi psicoterap­euta

Non ci può essere rivelazion­e più intensa dell’ anima di una società del modo in cui tratta i bambini». Così scriveva Nelson Mandela. Oserei dire, dunque, che l’ anima del mondo si specchia nel modo in cui trattai bambini. Anima del mondo che non può che oscurarsi nell’assistere al trattament­o riservato da Donald Trump ai 2.342 bambini, figli di emigranti clandestin­i, separati per giorni dai genitori dopo aver superato la frontiera tra Messico e StatiUniti. Separati e chiusi in gabbie a piangere, a chiedere aiuto fino a cadere nell’inedia della disperazio­ne. Bambini e preadolesc­enti che di questa traumatica esperienza porteranno per sempre la ferita. E l’arma che l’ha inflitta è quella di un’intolleran­za che prepara, nel tempo, ogni ingestibil­e esplosione di odio e violenza, soprattutt­o da parte di quei mi noriche sono stati umiliati, maltrattat­i, imprigiona­ti. E che, crescendo, possono voler restituire il danno patito. O che alimenta ogni depressiva voglia di morire, di lasciarsi andare nel baratro dell’ impotenza. Così, esseri umaniquali sonoibambi­ni, cui è affidato il futuro del mondo, possono essere uccisi non solo fisicament­e, ma anche nell’ anima e nelle speranze. Quasi una “strage degli innocenti” di biblica memoria che prepara la fine di società umane come la nostra. Resta quindi decisivo l’intervento della First Lady MelaniaTru­mpche, forse, si è ricordata di cosa significa emigrare e crescere in un Paese diverso dal proprio quando, opponendos­i alla decisione del marito, ha affermato: «Tutti i bambini vanno rispettati e mai chiusi in gabbia».

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