MARE, STORIA E CULTURA: LA SARDEGNA NONFINISCE MAI DI SORPRENDERE
Dalle tracce del passato più antico, ai suggestivi trekking fra miniere abbandonate e villaggi fantasma. E poi l’Isola di San Pietro, scelta come location di una serie tv di grande successo. Itinerari diversi per scoprire il Sulcis e il suo cuore più aute
Ciak, si gira! Duemila e settecento anni dopo, a sbarcare sull’isola di San Pietro non sono i Fenici che qui e nella vicina Sant’Antioco fondarono due floride colonie, ma le troupe televisive che l’hanno invasa pacificamente per realizzare “L’isola di Pietro”. Una fiction di successo, con Gianni Morandi a vestire i panni del protagonista, che ha contribuito a far conoscere al grande pubblico Carloforte e la vicina Sant’Antioco, le maggiori isole del Sulcis, nel sudovest della Sardegna. Atmosfere sospese nel tempo, dove lo splendore del mare e la bellezza della natura si intrecciano con il filo della storia passata e recente di questi luoghi. Unico centro dell’isola di San Pietro, Carloforte,“U pàize”, un’enclave ligure che conserva lingua e cultura dei fondatori: le famiglie originarie di Pegli e quelle genovesi provenienti dall’isola tunisina di Tabarka. Oggi è un borgo di circa seimila abitanti, inserito nel club dei più belli d’Italia, con vie e viuzze che si inerpicano su un lieve pendio, con tratti di mura, torri d’avvistamento e incantevoli panorami. Un look da vera celebrity. Un breve tratto di mare la separa da Sant’Antioco e dalla cittadina che dà il suo nome all’isola più grande del Sulcis. Dell’antica Sulki, fondata dai fenici nel 770 a.C., rimangono importanti testimonianze archeologiche fra cui il tophet, una necropoli d’età punica (iniziV- fine III sec. a.C.) e il mausoleo sa Presonedda (I secolo a.C.). I numerosi nuraghi, le “Tombe dei giganti” e di “Domus de janas” raccontano, però, di un’isola con insediamenti stabili già in epoca antecedente. Dopo il tuffo nella storia, niente di meglio che immergersi nelle acque cristalline del mare. La Spiaggia Grande, nell’Isola di Sant’Antioco, è una tra le più suggestive della costa del Sulcis. L’arenile, bordato da dune e ginepri, si presenta con un fondo di sabbia chiara molto sottile e le acque trasparenti, unite al verde acceso della macchia mediterranea , offrono uno spettacolo naturale difficilmente ammirabile altrove. La dirimpettaia isola di San Pietro offre la vista spettacolare di coste frastagliate, che si gettano a mare da altezze fino a 150 metri. Le aspre scogliere alternano sporgenze e insenature con spiagge riparate dal vento e bagnate da un mare limpido. A nord si apre il panorama romantico di Cala Vinagra, con le sue acque color smeraldo, più a ovest un profondo fiordo rientra nelle rocce sino all’incantevole spiaggetta di Cala Fico. Emozioni assicurate anche per chi sceglie di rivivere la gloriosa epopea
mineraria della Sardegna conuntrekking tra gli antichi camminamenti minerari del Sulcis Iglesiente, tra scenari di archeologia industriale e alte pareti calcaree a piccosulmare. Prima tappa la miniera di Malfidano di Buggerru, con gli impianti a strapiombo sulle acque azzurre e il fascino misterioso delle laverie con le strutture in pietra e legno, e la galleria Henry, un tempo percorsa da un treno a vapore, che si apre direttamente sul piccolo porto. In questo punto la costa regala meravigliose suggestioni. Aduechilometri dal paese, per esempio, c’è la splendida insenatura di Cala Domestica, sorvegliata da una torre spagnola (XVIII secolo): un gioiello incastonato tra falesie calcaree, accarezzato da una spiaggia di sabbiasoffice dai colori tra bianco, ambrato e dorato. Circa 15 chilometri più a sud, la piccola torre di Porto Flavia e l’affascinante galleria con un ardito pontile a sbalzo sono il simbolo del complesso minerario di Masua. Più che una miniera, un porto sospeso a metà di una parete rocciosa. Di fronte, il Pan di Zucchero, uno dei monumenti naturali più imponenti della Sardegna che svetta in mezzo al mare, pronto per farsi ammirare nella tenue luce del tramonto. Questo fantastico tour delle miniere si conclude nelle vicinanze di Iglesias, a Nebida, uno dei più significativi esempi di archeologia industriale dell’intera isola, parte integrante del parco geominerario della Sardegna, patrimonio riconosciuto dall’Unesco. Un paesaggio surreale, costellato da pozzi estrattivi e gallerie, pontili, edifici, case dei minatori e dall’iconica laveria Lamarmora. Un monumento d’architettura di struggente bellezza, incorniciato dai colori brillanti del mare.