EDITORIALE
LE INIZIATIVE DEL GOVERNO CONTRO L’IMMIGRAZIONE INCONTROLLATA SONO SACROSANTE, MA...
Oltre al tema della scuola, di cui ci occupiamo nella pagina seguente, la questione che in questomomento più appassiona le nostre lettrici e i nostri lettori è quella dell’immigrazione. Non c’è da stupirsi, in effetti, perché i numeri sono grandi ( li abbiamo pubblicati sul numero scorso) e l’argomento è il cavallo di battaglia di Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno, a forza di annunci ma non solo, sta gonfiando di consensi la Lega fino a farla diventare, secondo gli ultimi sondaggi, il primo partito italiano.
Ma cosami scrivono i lettori? Lamaggior parte, devo dire, esprime dubbi sulla linea di Salvini, o perlomeno sulle modalità attraverso le quali cerca di imporre una strategia che in tanti giudicano giusta. Ci sono quelli più critici, come per esempio Giuliana Roveda, che scrive: «Sul barcone ci manderei Salvini, per vedere (di nascostoma anche no) l’effetto che fa… Ame non fa paura chi sta sui barconi, ma la mafia, i raccomandati, chi non paga le tasse». Franco Bassi rende l’onore delle armi all’exministro Marco Minniti («Nonostante la mia insofferenza verso il suo governo e il suo partito, bisogna dire che è riuscito ad arginare una situazione che sembrava incontrollabile») ma punta il dito su ciò che resta ancora da fare: «Bene per il contenimento degli sbarchi, ma lo smaltimento di chi non ha diritto a rimanere è ancora in alto mare!».
C’è poi Enore Gandolfi, che spezza una lancia in favore del «populismo» e invita a «lasciar lavorare il governo: si è assunto degli impegni per iscritto, riserviamoci di esprimere giudizi a fine opera». Ma SalvatoreDi Rosa scrive: «L’obiettivo di Salvini è quello di “combattere”, fra virgolette, gli immigrati che cercano di sbarcare sulle nostre coste; cosa che potrebbe anche essere giusta se fatta con equilibrio e meno clamore». Sulla stessa falsariga è Giorgio Furlani, che si rivolge direttamente al ministro: «Se realmente vuole il bene degli italiani, quindi di tutti, compresi quelli che non condividono in toto le linee della Lega, si adoperi affinché diminuiscano le divisioni in una società già altamente disgregata, mettendo in atto l’arte del-
Pla mediazione, come azione di chi riveste un ruolo istituzionale e non di partito». ur rispettando le idee di ciascuno, mi sa che il lettore Furlani ha centrato un punto importante. Che è il seguente. Eravamo da troppi anni abituati a tutt’altro stile di governo: quello felpato e incolore di Gentiloni o quello tutto fanfaronate di Renzi (ricordate l’annuncio «faremo una riforma al mese»?). Adesso abbiamo al potere una serie di personaggi, Salvini in testa, che sparano cannonate un giorno sì e l’altro pure, promettendoominacciando dimettere realmente in pratica, a stretto giro, molte di quelle che in campagna elettorale avevamo definito, forse ottimisticamente, «balle spaziali». Il risultato, per ora, è una tensione continua, una corsa a rialzare la posta, una gara a chi è più macho. Con un rischio molto serio: che si vada al di là di ciò che è accettabile da un Paese civile. Non vogliamo che capiti da noi ciò che è successo negli Usa di Donald Trump, con i bambini separati dai genitori e rinchiusi, piangenti, in una specie di lager, vero? Intanto, certe uscite di Salvini, come l’ipotesi di non rispondere agli Sos in mare, fanno venire i brividi. Perché anche se fossero solo parole al vento, le parole pesano.
In questo modo anche le politiche sacrosante, come quella di contrastare l’immigrazione incontrollata, rischiano di dividere invece di unire, e alimentano percezioni a volte molto distanti dalla realtà dei fatti. Da molti mesi infatti, ben prima che si insediasse il governo gialloverde, gli sbarchi erano crollati, con percentuali che andavano (e vanno) dal 70 all’80 per cento in meno. La vera emergenza, adesso, non è quella dei barconi, piuttosto quella delle centinaia di migliaia di irregolari che sono arrivati negli anni. Non sappiamo neppure con certezza quanti siano: 200 mila, secondo i calcoli ufficiali del ministero dell’Interno, o 500 mila, secondo le stime di Salvini stesso? In ogni caso, tanti, troppi. Tutti delinquenti? Difficile crederlo, ma è chiaro che la situazione va affrontata e sanata. Però, per favore, con umanità e rispetto per le persone.