Eleonora Brigliadori
«Sono sul lastrico, Pechino Express mi serviva» di G. Fumagalli
Per la prima volta dopo l’esclusione dal programma Pechino Express di Rai 2, Eleonora Brigliadori parla. Racconta di sé e della sua vita. Ribadisce le sue deliranti convinzioni sul cancro, che secondo lei non sarebbe una malattia mortale ma «morale» e attaccamedici e case farmaceutiche. E soprattutto prova a spiegare la frase all’origine di tutti i suoi problemi. «Chi è causa del suo mal pianga se stesso», ha scritto riferendosi a Nadia Toffa, la giornalista delle Iene damesi in lotta contro il cancro. Una frase vergognosa, non si sente di chiedere scusa? «Non ho fatto nomi né riferimenti a nessuno. Ho solo citato un proverbio. Non ho bisogno di lauree inmedicina, conosco la malattia, e i suoi rimedi e se vedo qualcuno che, causando “il suo mal”, si affida alla chemio, tutto quello che posso fare è soffrire per lui. Ho avuto un carcinoma epatico, un tumore al seno e un fibroma. Li ho affrontati per via spirituale, e li ho sconfitti tutti. Le persone oneste dovrebbero chiedersi come mai sono ancora viva. Invece continuano a insultarmi, a augurare il cancro a me e ai miei figli». Nomi non ne avrà fatti. Eppure il riferimento a Nadia Toffa, che tra l’altro in passato l’aveva presa dimira per le sue convinzioni in materia di cancro, è apparso evidente. La scienza, la medicina e le esperienze di milioni di persone le danno torto. Se ne rende conto? «Avevo la stessa età della Toffa quando per la prima volta ho scoperto d’avere un tumore. E quando davanti al dettatore del mio cellulare ho detto “chi è causa del suo mal pianga se stesso”, pensavo di inviare un pensiero d’amore. Ma sullaRete c’è stato chi è stato abile a creare l’equivoco e a cavalcarlo. Il risultato è che mi è arrivata gente sotto casa, sono stata seguita da una finta malata di cancro, si è scatenata contro di me l’ira dei malati di tumore. Quando sei persone ospiti in casa mia per tre giorni m’hanno dato 100 euro a copertura delle spese, in tv hanno insinuato che mi fossi fatta pagare le cure contro il cancro, presentandomi come una santona alla VannaMarchi». Non possiamo seguirla su questa strada: teorie come le sue possono produrre errate convinzioni nelle persone meno attrezzate. Parliamo di Pechino Express. Come ha preso l’esclusione? «Mi sembra d’essere tornata indietro di 26 anni, quando un funzionario Rai tirò fuori un giornale con la foto di una donna nuda sostenendo che fossi io. Era una falsità, non avevo mai posato per certe riviste, ma bastò quell’insinuazione per provocare la mia estromissione dallo Zecchino
d’oro, come se fossi indegna di apparire in un programma per bambini». Questa volta però la frase incriminata è sua. «Certo, ma su quella frase è stato creato ad arte un equivoco. In ogni caso la campagna contro di me era già in atto. Gli attacchi sono cominciati subito dopo l’annuncio del cast di Pechino Express. Quando su Facebook è uscita la frase “chi è causa del suo mal…” ci si sono buttati a pesce e con l’aiuto dei media hanno montato il caso». Chi sarebbero gli autori della campagna contro di lei? «Le indagini della polizia postale dimostrano che molti degli attacchi via web provengono dall’estero. Impossibile risalire ai responsabili. Davanti a certe evidenze mi sarei aspettata dalla Rai un atteggiamento diverso». Rai 2 ha definito le sue dichiarazioni «in contrasto con la missio-
«IN RAI CONOSCONO IL MIO PASSATO E LE MIE IDEE »
ne e i valori di servizio pubblico della Rai, con il codice etico aziendale e con la linea editoriale della Rete». «Parlano dime come sem’avessero scoperto adesso. Quando hanno accettato la mia candidatura conoscevano il mio passato e lemie idee. Il programmapoi è registrato e non c’era rischio dimandare in onda mie dichiarazioni poco gradite. Avevo bisogno di partecipare a Pechino Express perché non ho mai vissuto di rendita e ho bisogno di lavorare. Mi hanno ridotto sul lastrico, ma io non elemosino la pietà di nessuno, sono fiera di quel che ho fatto». Contenta lei... Cosa farà adesso? «Il mio viaggio inizia oggi. Mentre i concorrenti partonoper l’Africa io viag- gio verso le mie destinazioni interiori. Da oggi sono Aaron Noele. È come se avessi scritto Eleonora sulla fronte e lo leggessi dall’interno della mia mente. Ho rovesciato ilmio nome, l’ho spezzato in due come un pezzo di pane. Eleonora Brigliadori non esiste più, è un cadavere. L’ho uccisa io per impedire lo scempio che ne volevano fare».