Benessere
Allena lamente fin da bambino di A. Minoglio
IL NOSTRO CERVELLO RAGGIUNGE LE SUE POTENZIALITÀ MASSIME DURANTE L’INFANZIA, FINOAI 20 ANNI: PUZZLE, QUIZ E LOGICA AIUTANO A SVILUPPARE L’INTELLIGENZA
Enigmi, indovinelli, giochi di parole e quiz di logica sono molto antichi e, forse anche per questo, sono ritenuti particolarmente efficaci per sviluppare l’intelligenza. A partire da quando si è molto piccoli, pure in età pre-scolare. Ma è vero o si tratta solo di una credenza? «Come professore universitario tendo sempre a essere scettico rispetto a questo tipo di correlazioni», racconta Marcel Danesi, docente di antropologia e semiotica all’Università di Toronto, in Canada. «Ci sono, però, sufficienti prove che fare giochi enigmistici, verbali, non verbali, logici, in maniera regolare, rende lamente più flessibile e può tenere lontane alcune disfunzioni. In altre parole, chi si dedica con passione a risolvere giochi enigmistici non ha poi tempo per cose inutili che, invece, consentono al cervello di deteriorarsi». In una ricerca condotta dalla University of ExeterMedical School di Londra su 17mil a persone con piùdi 50anni, per esempio, si è visto che chi fa cruciverba e giochi di parole ogni giorno mantiene il suo cervello più “giovane” di circa 10 anni, migliorando l’attenzione, il ragionamento e la memoria.
SOLO PER ADULTI?
Sono tanti i papà, lemamme e i nonni italiani che, soprattutto in vacanza, si cimentano con cruciverba e alt rigiochi, maga richiedendo aiuto a chi gli è intorno per un’astrusa definizione che non riescono a completare. E, infine, cercando la soluzione suWikipedia (l’alternativa più rapida alle vecchie enciclopedie) o, peggio, barando e trovando direttamente le risposte con Google (su dizy.com si trovano all’istante praticamente tutte le soluzioni di qualsivoglia cruciverba). Ma si tratta davvero di un passatempo utile solo ad adulti e anziani? Tutt’altro. Il nostro cervello, anche se non perde mai la sua capacità di rinnovarsi stabilendo nuove connessioni tra i neuroni, raggiunge le sue potenzialità massime durante l’infanzia e fino ai 20 anni. Un buon periodo, insomma, per metterlo alla prova facendo una ginnastica divertente. Anche perché, come spiega Danesi, « molti giochi enigmistici implicano un ragionamento basato sulla fantasia, che è una delle caratteristiche di infanzia e adolescenza. Individuare piccole differenze in due disegni quasi identici, localizzare un tesoro alla fine di un labirinto, risolvere indovinelli, richiedono una grande quantità di immaginazione e non solo logica pura». La stessa immaginazione che ci vuoleper immergersi, matita alla mano, inquell’universo strano che sono i cruciverba.
“DRAGHI LOCOPEI”
Un mondo fatto di regole molto diverse da quelle che si trovano sui libri di
scuola e popolato addirittura dai draghi; o almeno da quei particolari tipi di draghi che sono i Draghi locopei: è l’anagramma di “giochi di parole” ma anche il titolo di uno famoso libro di Ersilia Zamponi che spiega come si possa imparare l’italiano giocando, appunto, con lettere e sillabe. Proprio come fanno, nel loro piccolo,
anche i cruciverba. Nella speciale geometria delle parole crociate si impara, per esempio, che «I…lati del triangolo» non sono tre ma due (le lettere T e O che stanno “ai lati” della parola “triangolo”). Oppure che per trovare «i confini dell’Azerbaigian» non serve essere dei mostri in geografia e nemmeno consultare Google maps: anche le parole hanno confini (in questo caso la A e la N che racchiudono “Azerbaigian”). Se pensiamo al significato letterale di queste definizioni potremmo probabilmente stare giorni o tutta la vita senza trovare la risposta. Che è invece semplice se iniziamo a guardare in un altromodo le parolee a pensare che, come scriveva Umberto Eco proprio nella prefazione ai Draghi locopei, «possano dire più di quel che sembrano dire».
STIMOLARE IL RAGIONAMENTO
Proprio come accade con gli indovinelli. Chi sa, per esempio, «che cosa ha quattro piedi almattino, due a mezzogiorno e tre la sera?». La soluzione (l’uomo) l’aveva già trovata Edipo molti secoli fa, quando, secondo la mitologia greca, risolse questo enigma sconfiggendo così la Sfinge, un mostro con testa di donna, corpo di leone, coda di serpente e ali di rapace, e diventando re di Tebe. «Non bisogna confondere i significati dei termini quiz ed enigma, anche se richiedono entrambi di trovare una risposta corretta a una determinata domanda», chiosa Ennio Peres, enigmistica e grandissimo esperto di giochi matematici che si auto definisce “gio- cologo”. «La risposta a un quiz», continua Peres, «richiede infatti di rievocare una nozione già incamerata. I giochi enigmistici, invece, possiedono tutti la caratteristica di stimolare il ragionamento e di tenere sveglio e agile l’intelletto. Anche perché il divertimento e la soddisfazione che procurano a chi li risolve inducono una forte motivazione a continuare a esercitarsi». Prendete un semplice indovinello come: «Checosaappartiene a temaèpiùusato dagli altri che da te?». L’indovinello confonde molte persone perché non può essere risolto usando una logica lineare. Bisogna pensare al di là del contenuto letterale. Una volta capita la soluzione (cheinquestocasoè“ilproprionome”), però, la si ricorderàper sempre. I giochi enigmistici, insomma, aiutano a concentrarci, a ragionare, amemorizzarele cose, a pensare fuori dagli schemi e anche a sentirci un po’ più sicuri. Come piccole sfide con noi stessi che, se superate, migliorano la nostra autostima. Di più, e con maggiore divertimento, di qualsiasi compito di scuola.