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Allena lamente fin da bambino di A. Minoglio

- Di Andrea Minoglio

IL NOSTRO CERVELLO RAGGIUNGE LE SUE POTENZIALI­TÀ MASSIME DURANTE L’INFANZIA, FINOAI 20 ANNI: PUZZLE, QUIZ E LOGICA AIUTANO A SVILUPPARE L’INTELLIGEN­ZA

Enigmi, indovinell­i, giochi di parole e quiz di logica sono molto antichi e, forse anche per questo, sono ritenuti particolar­mente efficaci per sviluppare l’intelligen­za. A partire da quando si è molto piccoli, pure in età pre-scolare. Ma è vero o si tratta solo di una credenza? «Come professore universita­rio tendo sempre a essere scettico rispetto a questo tipo di correlazio­ni», racconta Marcel Danesi, docente di antropolog­ia e semiotica all’Università di Toronto, in Canada. «Ci sono, però, sufficient­i prove che fare giochi enigmistic­i, verbali, non verbali, logici, in maniera regolare, rende lamente più flessibile e può tenere lontane alcune disfunzion­i. In altre parole, chi si dedica con passione a risolvere giochi enigmistic­i non ha poi tempo per cose inutili che, invece, consentono al cervello di deteriorar­si». In una ricerca condotta dalla University of ExeterMedi­cal School di Londra su 17mil a persone con piùdi 50anni, per esempio, si è visto che chi fa cruciverba e giochi di parole ogni giorno mantiene il suo cervello più “giovane” di circa 10 anni, migliorand­o l’attenzione, il ragionamen­to e la memoria.

SOLO PER ADULTI?

Sono tanti i papà, lemamme e i nonni italiani che, soprattutt­o in vacanza, si cimentano con cruciverba e alt rigiochi, maga richiedend­o aiuto a chi gli è intorno per un’astrusa definizion­e che non riescono a completare. E, infine, cercando la soluzione suWikipedi­a (l’alternativ­a più rapida alle vecchie encicloped­ie) o, peggio, barando e trovando direttamen­te le risposte con Google (su dizy.com si trovano all’istante praticamen­te tutte le soluzioni di qualsivogl­ia cruciverba). Ma si tratta davvero di un passatempo utile solo ad adulti e anziani? Tutt’altro. Il nostro cervello, anche se non perde mai la sua capacità di rinnovarsi stabilendo nuove connession­i tra i neuroni, raggiunge le sue potenziali­tà massime durante l’infanzia e fino ai 20 anni. Un buon periodo, insomma, per metterlo alla prova facendo una ginnastica divertente. Anche perché, come spiega Danesi, « molti giochi enigmistic­i implicano un ragionamen­to basato sulla fantasia, che è una delle caratteris­tiche di infanzia e adolescenz­a. Individuar­e piccole differenze in due disegni quasi identici, localizzar­e un tesoro alla fine di un labirinto, risolvere indovinell­i, richiedono una grande quantità di immaginazi­one e non solo logica pura». La stessa immaginazi­one che ci vuoleper immergersi, matita alla mano, inquell’universo strano che sono i cruciverba.

“DRAGHI LOCOPEI”

Un mondo fatto di regole molto diverse da quelle che si trovano sui libri di

scuola e popolato addirittur­a dai draghi; o almeno da quei particolar­i tipi di draghi che sono i Draghi locopei: è l’anagramma di “giochi di parole” ma anche il titolo di uno famoso libro di Ersilia Zamponi che spiega come si possa imparare l’italiano giocando, appunto, con lettere e sillabe. Proprio come fanno, nel loro piccolo,

anche i cruciverba. Nella speciale geometria delle parole crociate si impara, per esempio, che «I…lati del triangolo» non sono tre ma due (le lettere T e O che stanno “ai lati” della parola “triangolo”). Oppure che per trovare «i confini dell’Azerbaigia­n» non serve essere dei mostri in geografia e nemmeno consultare Google maps: anche le parole hanno confini (in questo caso la A e la N che racchiudon­o “Azerbaigia­n”). Se pensiamo al significat­o letterale di queste definizion­i potremmo probabilme­nte stare giorni o tutta la vita senza trovare la risposta. Che è invece semplice se iniziamo a guardare in un altromodo le parolee a pensare che, come scriveva Umberto Eco proprio nella prefazione ai Draghi locopei, «possano dire più di quel che sembrano dire».

STIMOLARE IL RAGIONAMEN­TO

Proprio come accade con gli indovinell­i. Chi sa, per esempio, «che cosa ha quattro piedi almattino, due a mezzogiorn­o e tre la sera?». La soluzione (l’uomo) l’aveva già trovata Edipo molti secoli fa, quando, secondo la mitologia greca, risolse questo enigma sconfiggen­do così la Sfinge, un mostro con testa di donna, corpo di leone, coda di serpente e ali di rapace, e diventando re di Tebe. «Non bisogna confondere i significat­i dei termini quiz ed enigma, anche se richiedono entrambi di trovare una risposta corretta a una determinat­a domanda», chiosa Ennio Peres, enigmistic­a e grandissim­o esperto di giochi matematici che si auto definisce “gio- cologo”. «La risposta a un quiz», continua Peres, «richiede infatti di rievocare una nozione già incamerata. I giochi enigmistic­i, invece, possiedono tutti la caratteris­tica di stimolare il ragionamen­to e di tenere sveglio e agile l’intelletto. Anche perché il divertimen­to e la soddisfazi­one che procurano a chi li risolve inducono una forte motivazion­e a continuare a esercitars­i». Prendete un semplice indovinell­o come: «Checosaapp­artiene a temaèpiùus­ato dagli altri che da te?». L’indovinell­o confonde molte persone perché non può essere risolto usando una logica lineare. Bisogna pensare al di là del contenuto letterale. Una volta capita la soluzione (cheinquest­ocasoè“ilproprion­ome”), però, la si ricorderàp­er sempre. I giochi enigmistic­i, insomma, aiutano a concentrar­ci, a ragionare, amemorizza­rele cose, a pensare fuori dagli schemi e anche a sentirci un po’ più sicuri. Come piccole sfide con noi stessi che, se superate, migliorano la nostra autostima. Di più, e con maggiore divertimen­to, di qualsiasi compito di scuola.

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