Star in bikini
Dalla Marcuzzi alla Ferragni a ognuna il suo modello
Non c’è spiaggia senza bikini. Anzi, a ben vedere tra lettini, onde, abbracci, passeggiate e giochi sulla sabbia dei 7.456 chilometri di coste italiane, ci sono soltanto bikini. E non importa che le forme di chi li indossa siano voluttuose o strabordanti, asciutte o atletiche. L’imperativo è uno soltanto: strizzarsi in un vistoso due pezzi. Certo, è sempremeglio di quell’imbarazzante invenzione chiamata trikini, con il reggiseno unito allo slip da una fascia centrale. Ma volendo si potrebbe scegliere anche un costume intero che però non sembra l’apice dei desideri secondo le attuali regine della spiaggia qui fotografate. Si prevede niente di diverso nemmeno per la prossima estate secondo Unique, il Salone della lingerie e
dei costumi di bagno di Parigi, che si è tenuto nelle settimane scorse. L’ipotesi è che il bikini diventi casto, alzando lo slip sui fianchi fino ad arrivare fin quasi al punto vita, mentre il reggiseno si tramuta in un crop top, una specie di corpino tagliato sotto il seno, che richiede vita sottile e fisico scultoreo. Inutile sostenere che non è questo il problema: scegliere in quale costume presentarsi sul palcoscenico della spiaggia è “il” problema dell’estate, tanto che è stato inventato quel passaggio infernale che è la prova costume. Quando si misura la differenza tra il sogno di sé e la realtà. Ora, fino dalla sua invenzione il bikini è composto da una culotte molto scavata e un reggiseno esiguo. E se nella primavera del 1946 lo stilista Heim ne aveva disegnato uno simile chiamandolo Atomo e sperando che apparisse esplosivo come una bomba, è un quasi sconosciuto Louis Réard a raggiungere un successo travolgente con il suo audace Bikini. Dal nome di un atollo del Pacifico dove appena quattro giorni prima gli Stati Uniti
avevano testato i loro ordigni nucleari. Oggi la culotte è quasi sempre a triangolo mentre il dietro è ridotto a una sottile banda, a volte un filo, da inserire tra le rotondità del sedere. Chiamiamolo tanga, o chiamiamolo string – dipende dall’esiguità del filo – ma richiederebbe natiche marmoree. Invece no, perché nessuna rinuncia, dimostrando indifferenza ai giudizi altrui e sicura chePhotoshop o un’astuta guaina quando si esibirà in qualche spettacolo tv la renderà perfettamente levigata. Così, ecco in bella evidenza le supercurve della Valeria nazionale, come quelle di Antonella Clerici alla quale sinceramente donano di più i costumi interi. Naturale che Melissa Satta e Alessia Marcuzzi possano spaziare dal bikini minimo e diritto a quello, difficilissimo, con lo slip alto. Addirittura a righe orizzontali che, si sa, tendono ad allargare. Non è un caso se nel nostro obiettivo puntato sulle bellezze al bagno, sono le supersottili a osare le righe, come la modella Sara Sampaio, che esalta il suo punto vita anche con quattro lacci a cintura. Mentre Elena Santarelli preferisce l’asciutta semplicità dello stile sportivo. Più variegato il design del reggiseno, che dovrebbe contenere con sobrietà ed eleganza senza sbandamenti laterali. In ogni caso, prima di decidere osservarsi seriamente allo specchio. E ricordarsi di quello che diceva Jean Cocteau: «Gli specchi dovrebbero riflettere un pochino, prima di riflettere».