LA SPESA CONSAPEVOLE
GELATO: CONFEZIONATO O NO, OCCHIO ALL’ETICHETTA
In estate il gelato è un piacere irrinunciabile: ciascun italiano ne consuma circa 6 chili l’anno. Ma sappiamo distinguere un prodotto di buona qualità? Artigianale o confezionato, il gelato racconta la propria storia attraverso l’etichetta. Per legge, tutti devono averne una: i gelatai devono esporre in negozio l’elenco degli ingredienti (compresi eventuali allergeni); nei prodotti industriali, invece, le informazioni sono sulla confezione.
ARTIGIANALE. Di che cosa è fatto un gelato? Quello artigianale si distingue perché usa prevalentemente prodotti freschi. La base è una miscela di zuccheri, grassi, polvere del latte, acqua e altro (circa tre quarti del prodotto), più un quarto di aria. Gelati al latte, crema, cioccolato e panna devono essere senza coloranti. Tutti vanno venduti entro pochi giorni dalla produzione. CONFEZIONATO. Non è un prodotto fresco. In etichetta trovate: latte scremato reidratato, oli vegetali, grassi vegetali idrogenati e aromi. Se è scritto al “gusto di fragola”, per esempio, significa che la quantità di frutto è trascurabile e gli aromi sono artificiali. Ancora: il fior di latte deve contenere almeno il 2% di proteine del latte e il 2,5% di grassi del latte, quello alla panna l’8%. Il gelato allo yogurt prevede un minimo del 40% di yogurt; quello alla frutta, il 15%. Meno componenti chimiche trovate in etichetta (additivi, addensanti e coloranti), migliore è la qualità. Controllate anche se ci sono emulsionanti, acidi grassi e componenti raffinate. Dal 2016 è inoltre obbligatorio riportare pure la tabella nutrizionale.